La numero uno del mondo scherza con la stampa dopo la sconfitta con Rybakina a Riyadh: dietro la battuta, la consapevolezza di una stagione dura ma straordinaria
Aveva ancora il segno della fatica sul volto, ma non ha rinunciato al sorriso. Aryna Sabalenka, sconfitta da Elena Rybakina nella finale delle WTA Finals di Riyadh, è entrata in sala stampa con il tono di chi ha concluso a fatica una stagione infinita, e un’autoironia che ne conferma la tempra. “Facciamo in fretta? Voglio andare alle Maldive,” ha detto, tra una risata e l’altra.
Era una battuta, certo, ma anche il modo più onesto per chiudere un anno logorante. Sabalenka ha disputato nove finali delle quali tre a livello Slam, vinto quattro titoli e difeso con successo la prima posizione mondiale, un traguardo che pochi riescono a raggiungere per due stagioni consecutive. Risultati e costanza che attenuano ampiamente la delusione del momento.
Contro Rybakina, Aryna ha combattuto, ha provato a essere intensa fin tanto che le è stato possibile, ma non ha trovato il guizzo che spesso le consente di cambiare l’inerzia. “Lei ha giocato meglio, io ho fatto il massimo,” ha spiegato con calma. “Non provo rimpianti. Anzi, mi sento fiera di quello che ho fatto e di come ho saputo reggere la pressione.”
L’atteggiamento, più che il risultato, dice molto del percorso della regina del tennis femminile, che siede sul trono dal 21 ottobre dello scorso anno: da talento istintivo a professionista capace di leggere le proprie emozioni e accettare la fatica come parte del mestiere. “Non mi porto dietro delusione,” ha aggiunto Sabalenka, “solo la sensazione di aver costruito qualcosa di solido.”
Poi, un ultimo sorriso: “Mi prenderò un tequila alle Maldive e cercherò di riflettere sulla mia stagione”. Una frase leggera e più che comprensibile. Dopo un anno vissuto a tutta forza, la tigre bielorussa sa che il riposo è parte del lavoro. E che per restare in cima, a volte, serve anche saper staccare.



