Dopo una raffica di ritiri, si valuta una regola ufficiale sul calore. Sinner, Djokovic e Rune tra i protagonisti stremati
Il Masters 1000 di Shanghai si è trasformato in una prova di sopravvivenza più che in un torneo di tennis. Le temperature intorno ai 30°C e un tasso di umidità oltre l’80% hanno messo in ginocchio diversi giocatori, costringendo l’ATP a considerare per la prima volta una regola formale sul caldo estremo.
La discussione si è riaccesa dopo una serie di ritiri e malori che hanno stravolto il tabellone. Jannik Sinner ha dovuto abbandonare nel terzo set del match contro Tallon Griekspoor, piegato dai crampi alla coscia destra. Poco dopo, Novak Djokovic è stato visto vomitare in campo durante la sfida con Yannick Hanfmann, mentre Holger Rune ha chiesto provocatoriamente da un ufficiale se fosse necessario “morire in campo” per poter continuare a giocare.
“È lo stesso per tutti, ma è brutale,” ha ammesso Djokovic dopo la vittoria. “Con un’umidità sopra l’80% ogni giorno, specialmente durante le ore più calde, è una tortura per il corpo.”
Tra i tanti ritirati figurano anche Casper Ruud, Tomas Machac, David Goffin, Terrence Atmane, Hamad Medjedovic e il cinese Wu Yibing, tutti costretti a fermarsi per malesseri o infortuni legati al caldo.
Il precedente di Cincinnati
La questione non è nuova. Già ad agosto, al torneo di Cincinnati, Arthur Rinderknech era crollato in campo per un colpo di calore, consegnando la vittoria a Felix Auger-Aliassime.
Attualmente, le regole ATP affidano al supervisore del torneo la decisione di sospendere o rinviare i match in caso di condizioni meteorologiche estreme, in coordinamento con i medici e le autorità locali. Non esiste però ancora un protocollo ufficiale che stabilisca soglie di temperatura o umidità per la sospensione del gioco, come invece accade nei tornei del Grande Slam o nel circuito WTA.
Il modello WTA: la “Heat Rule”
Proprio il circuito femminile può rappresentare un riferimento per l’ATP. La WTA ha infatti introdotto una regola specifica, la cosiddetta “Heat Rule”, che prevede la sospensione del gioco in caso di condizioni climatiche estreme.
La norma è stata proprio di recente, lunedì 6 ottobre a Wuhan, durante l’incontro di primo turno tra Elise Mertens e Polina Kudermetova, quando il termometro segnava 34 gradi.
Secondo la regola, “la sospensione del gioco sarà definita quando l’indice di stress termico (WBGT) raggiunge o supera i 32,2°C o quando l’indice di calore (temperatura apparente) raggiunge o supera i 40,1°C.”
La risposta dell’ATP
In un comunicato a Reuters, l’ATP ha confermato di essere aperta al cambiamento:
“La questione è sotto attiva revisione e ulteriori misure, inclusa l’introduzione di una politica ufficiale sul calore, sono attualmente in fase di valutazione con il contributo di giocatori, tornei e medici,” ha dichiarato l’organizzazione. “La sicurezza dei giocatori resta la massima priorità per l’ATP.”
Verso una regola sul calore
Altri sport professionistici come calcio, Formula 1 e ciclismo hanno già adottato regolamenti specifici per fronteggiare condizioni climatiche estreme. Ora anche il tennis maschile potrebbe essere costretto a fare lo stesso, dopo una settimana in cui la linea tra competizione e rischio fisico si è fatta troppo sottile.
Fonte: Reuters