Alexander Zverev esce di scena al terzo turno del Masters 1000 di Shanghai contro Arthur Rinderknech. Dalla finale di Melbourne i numeri del tedesco sono quasi tutti negativi
L’ATP di Shanghai continua a regalare sorprese, anche se è difficile ormai considerare come tali le eliminazioni di giocatori al di fuori di Sinner e Alcaraz: Alexander Zverev è stato sconfitto da Arthur Rinderknech al terzo turno in rimonta con il punteggio di 4-6 6-3 6-2. Si tratta della seconda sconfitta in stagione contro il francese dopo quella avvenuta al primo turno di Wimbledon a fine giugno.
La difficile stagione di Zverev
Se si guarda la classifica stagionale Zverev è il numero quattro, dietro Alcaraz, Sinner e Djokovic e quindi verrebbe difficile parlare di stagione del tutto negativa, ma se si approfondisce è complicato dire il contrario, tenendo conto ovviamente delle alte aspettative che si hanno sempre con un giocatore talentuoso come lui. Il distacco con i primi due è enorme (più di 4000 punti di differenza con Jannik e quasi 7000 punti con Alcaraz), in più l’azzurro e Djokovic sono davanti avendo giocato meno della metà dei suoi tornei. Se si guarda indietro inoltre, non ci sono neanche 2000 punti di differenza fra il tedesco e Casper Ruud, primo degli esclusi dalla top 10. Nel ranking ufficiale, la distanza fra Sinner e Zverev (poco meno di 5000 punti) e quasi la stessa che vi è fra il giocatore di Amburgo e Rinderknech, 52esimo.
L’anno di Zverev è stato caratterizzato, oltre che da risultati non in linea con le aspettative, anche da tanti problemi personali. Le passate vicende giudiziarie sono ritornate a colpirlo a Melbourne, quando una spettatrice urlò i nomi delle donne che avevano esposto denuncia per violenza nei suoi confronti (non ci sono mai state prove di questi reati), rovinando un momento per lui già difficile. Proprio in quella finale, infatti, Sascha aveva dichiarato di “non essere abbastanza bravo” per poter vincere uno Slam.

Da lì in poi la stagione è andata sempre più in salita, con la decisione di giocare in sudamerica sulla terra, probabilmente incentivato anche da accordi commerciali: una scelta che poi definirà come “un errore”. Non collezionando quasi nessun punto anche nei Masters 1000 di Miami e Indian Wells, la stagione su terra è stata altrettanto deludente se si esclude l’acuto in casa all’ATP 500 di Monaco: un primo turno a Montecarlo, gli ottavi a Madrid e ad Amburgo e un quarto a Roma sono stati i risultati prima di Parigi del numero tre.
Le infinite polemiche
Il carattere schietto e polemico lo ha portato anche a lamentarsi molte volte di condizioni avverse, facendo dichiarazioni poco lucide come il recente “complotto” degli organizzatori per favorire Sinner e Alcaraz. Già agli Internazionali d’Italia contro Musetti erano arrivate delle lamentele nei confronti degli organizzatori per le palline. “Le palle erano un disastro oggi, veramente troppo grandi. È da tre o quattro anni che ne parliamo, ma il problema persiste. Giochiamo con certe palle a Montecarlo, Madrid, Monaco, poi arriviamo a Roma e cambia tutto” – dichiarò Sascha, definendo poi il carrarino come un giocatore difensivo, che basa il suo gioco sull’errore degli avversari. Musetti non gradì quelle parole ribadendo, giustamente, che anche in altre condizioni il risultato era stato lo stesso.

Dopo la sconfitta ai quarti anche a Parigi, infatti arriva l’erba: condizioni diverse, risultati quasi identici. Zverev perde in finale con Fritz a Stoccarda, in semifinale con Medvedev ad Halle e al primo turno a Wimbledon con Rinderknech. Dopo quest’ultima partita arrivano delle parole che preoccupano tutti: “Non provo più gioia in niente” – dice Sascha alludendo ad una forma di depressione che lo stava colpendo, ridimensionata subito dal fratello Mischa con la frase “la vita è difficile per i bambini in Africa, non per lui”.
Un periodo con Rafa e Toni Nadal all’Accademia di Maiorca sembrano rimetterlo di nuovo in forze. Si inizia a parlare anche di un’interessante collaborazione fra lui e Toni, ma i risultati in nordamerica deludono ancora: semifinale in Canada (senza Sinner e Alcaraz), semifinale a Cincinnati e soprattutto terzo turno allo US Open. L’Asia è andata sulla stessa scia…sarà Parigi o Torino a far sorridere il tedesco? Per il bene del tennis, almeno un numero tre competitivo è necessario, se sarà Zverev a ricoprire questo ruolo dovrà essere quella versione che lo ha portato per tre volte in finale Slam: vincente sul campo e silenzioso fuori.