La russa naturalizzata australiana interrompe la stagione. La sua mente reclama una pausa. Tornerà nel 2026
Daria Kasatkina ha abbassato la racchetta e alzato la mano. La russa, oggi naturalizzata australiana, ha annunciato che la sua stagione 2025 è conclusa: una decisione forte, dettata dalla necessità di fermarsi per affrontare un periodo di forte stress mentale.
Un addio temporaneo spiegato con la consueta franchezza in una lunga storia sui social. Kasatkina ha parlato di un vero e proprio crollo mentale, ammettendo di non riuscire più a reggere la pressione del circuito: “Il 2025 è stato il mio anno ‘sto bene’, ma la verità è che non sto affatto bene. Ho sbattuto contro un muro e non posso andare avanti. Ho bisogno di una pausa”.
Parole dure e al tempo stesso liberatorie, che raccontano il logorio di un calendario privo di pause e la fatica di tenere insieme tutto: i risultati altalenanti, la lontananza dalla famiglia, le difficoltà burocratiche legate al cambio di nazionalità. “Sono quattro anni che non vedo mio padre”, ha confessato. E ancora: “Il calendario è troppo denso, mentalmente ed emotivamente sono arrivata al limite”.
C’è anche una vena di ironia amara nel suo sfogo: “Se questo significa che sono debole, allora va bene così. Ma so di essere forte, e lo diventerò ancora di più stando lontana dall’ambiente, ritrovando me stessa e le mie energie”.
Kasatkina, calata fino alla diciannovesima posizione del ranking in fondo a una stagione problematica e avara di risultati, ma già ottava nell’ottobre di tre anni fa, ha scelto di interrompere il Tour con la promessa di rientrarvi nel 2026, più pronta e consapevole. Una decisione che accende ancora una volta i riflettori sull’importanza della salute mentale nello sport professionistico, spesso ridotta a parentesi secondaria in un mondo che chiede sempre di vincere, sorridere e ripartire subito.
Per ora, la sua stagione è archiviata. Ma il messaggio resta: prima viene la persona, poi l’atleta.
