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    Federer: “Non mi piaceva allenarmi con Nadal”

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    Roger Federer è stato intervistato al podcast “Served with Andy Roddick” condotto dall’ex tennista statunitense alla Laver Cup di San Francisco. Lo svizzero ha parlato delle differenze fra il tennis di oggi e del passato, e ovviamente anche del suo grande amico e rivale Rafa Nadal

    Roger Federer è tornato sotto i riflettori dei media durante questi tre giorni di Laver Cup a San Francisco. Lo svizzero per l’occasione è stato intervistato da Roddick nel celebre podcast intitolato “Served with Andy Roddick”, durante il quale ha analizzato insieme all’ex campione statunitense il tennis di oggi, spiegando le differenze col passato: “Oggi ci sono più scambi lottati da fondocampo” – ha detto Federer – “Più colpi pesanti, uno tira forte di dritto e l’altro risponde forte di dritto, uno tira forte di rovescio e l’altro tira forte di rovescio. Prima tutti avevano un buco nel loro gioco. Oggi è tutto più fisico e tutti si allenano in quel modo, come faceva Agassi che penso fosse uno dei primi a farlo, poi è arrivato Rafa, uno di quei che ragazzi con cui non vuoi allenarti, che tira forte tutto il tempo (sorride ndr.)”.

    Rafa e Roger: due mentalità opposte

    Qui Roddick ha interrotto Roger, sottolineando come effettivamente non convenisse allenarsi con Nadal: “Tirava la palla più forte che poteva durante il riscaldamento e poi all’improvviso servivi la prima palla del match, facevi uno scambio di 35 colpi e non avevi ritmo. Geniale. E non potevi allenarti con lui perché faceva lo stesso“.

    Federer ha argomentato sostenendo la stessa tesi: Davvero non mi piaceva e lo stesso era André (Agassi ndr.), non mi piaceva allenarmi con André perché era sempre bang.. bang..(ride), e io pensavo che sarebbe stato bello tirare qualche colpo più lavorato, qualche slice“.

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    “Ma non era niente di questo: tre colpi forti e poi il quarto era un razzo che ti passava. Questo non era il modo in cui mi allenavo, come non lo era il tuo. Certo, avevamo allenamenti ad altà intensità, ma facevamo cose diverse. E’ incredibile come noi possiamo allenarci e giocare in modi diversi e poi avere lo stesso successo – ha concluso l’ex 20 volte campione Slam, sempre sereno e lucido nelle sue analisi.

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