Carlos Alcaraz è di nuovo il re del tennis mondiale. A New York, lo spagnolo ha sconfitto Jannik Sinner con il punteggio di 6-2 3-6 6-1 6-4, conquistando il suo secondo US Open in carriera e tornando in vetta al ranking ATP dopo due anni
Per il murciano si tratta del sesto titolo Slam, a soli 22 anni e 4 mesi: nella storia, solo Björn Borg era riuscito a fare meglio a quell’età.
La finale: un duello che segna una rivalità storica
Sul centrale dell’Arthur Ashe Stadium, davanti a una cornice di vip e sotto gli occhi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, accolto dai fischi del pubblico e causa di un ritardo nell’inizio del match per motivi di sicurezza, Alcaraz ha giocato una partita quasi perfetta.
Dopo un primo set dominato grazie alla sua aggressività e ai colpi vincenti, lo spagnolo ha subito la reazione di Sinner, che nel secondo parziale ha trovato più profondità e precisione in risposta, chiudendo 6-3 e infliggendo ad Alcaraz il primo set perso in tutto il torneo. La risposta dell’iberico, però, è stata immediata: nel terzo set ha alzato ancora di più il livello, partendo 4-0 e chiudendo 6-1. Il quarto parziale è stato più equilibrato, con Sinner sostenuto dal suo angolo e dal pubblico, ma un break nel quinto game ha consegnato definitivamente il match ad Alcaraz.
Numeri e record
Con questo successo, Alcaraz porta il bilancio degli scontri diretti a 10-5 contro Sinner e quello negli Slam a 6-4. Il suo palmarès conta ora 2 US Open, 2 Roland Garros e 2 Wimbledon, un traguardo che lo colloca in una ristretta élite: prima di lui, solo Mats Wilander, Rafael Nadal e Novak Djokovic avevano vinto almeno due major su tre superfici diverse.
Il successo di Flushing Meadows ha un doppio valore: interrompe il regno di 65 settimane consecutive di Jannik Sinner al numero 1 del mondo e consegna ad Alcaraz la sua 37esima settimana in vetta al ranking, con un totale di 11.540 punti, quasi 800 in più dell’altoatesino.
Le parole dei protagonisti
Al termine del match, Sinner ha riconosciuto la superiorità del rivale: “Congratulazioni Carlos, sei stato migliore di me. Ho fatto del mio meglio e non potevo fare di più. Voglio condividere questo momento con la mia famiglia e i miei amici che sono a casa.“.
Alcaraz, sorridente con la coppa in mano e “la bustina” contenente l’assegno da 5 milioni di dollari di montepremi, ha reso omaggio in modo simpatico all’amico-rivale: “Jannik, è incredibile quello che hai fatto durante tutta la stagione. Hai mantenuto un livello altissimo in ogni torneo a cui hai preso parte, ti ho visto più della mia famiglia, ed è incredibile condividere campo e spogliatoio con te“.
La rivalità
Per Jannik Sinner, questa finale non è una sconfitta qualunque ma un nuovo punto di ripartenza. Dopo 65 settimane al comando del ranking mondiale, l’altoatesino deve ora inseguire un Alcaraz che sembra crescere partita dopo partita e che a 22 anni ha già un palmarès da predestinato. Sinner sa bene su cosa lavorare: in particolare la prima di servizio, arma che a New York non ha funzionato come dovrebbe e che resta il tassello decisivo per colmare il gap con lo spagnolo. L’occasione per dimostrare i progressi arriverà presto: le ATP Finals di Torino lo attendono davanti al pubblico di casa, pronte a trasformarsi nel palcoscenico ideale per rilanciare la sua sfida al trono mondiale.