Il britannico che sfidò Federer nove anni fa a Church Road è al terzo turno del doppio allo US Open. “È tutto così magico, non mi aspettavo più nulla dal tennis”
Il tennis mondiale ha la memoria corta, ma ogni tanto restituisce storie che sembravano finite. Marcus Willis, trentaquattrenne originario di Slough, nel Berkshire, torna in prima pagina quasi un decennio dopo l’estate che lo iscrisse per sempre nella storia di Wimbledon e del tennis tutto. In quel 2016 Willis vinse sette partite consecutive, dalle pre-qualificazioni fino al primo turno dei Championships, guadagnandosi il privilegio di affrontare Roger Federer sul Centre Court nel secondo round di quell’edizione.
Lì il carneade britannico non ebbe scampo, ma la favola era già scritta. Marcus, allora, sconfisse tre connazionali nelle pre-qualificazioni, eliminò il giovane Andrey Rublev e un acerbo Daniil Medvedev nel secondo e nel terzo turno delle quali vere e poi batté Ricardas Berankis al primo round del main draw in un’atmosfera da stadio di calcio, spedendo pure il nolente lituano nei libri di storia del gioco. “Sono stato travolto”, ricorda oggi l’anti-eroe del tennis di Sua Maestà con un sorriso. “Giocare sul Centre Court è stato incredibile. Purtroppo non capita spesso di trovare partite abbordabili su quel campo”, ha detto Marcus nella sala stampa di New York dopo la vittoria su Peers e Withrow ottenuta insieme al compagno polacco Karol Drzewiecki che ha clamorosamente spedito la copia britannico-polacca al terzo turno del tabellone di doppio dello US Open.
Dal mitologico giorno in cui divise il campo con la divinità da Basilea la vita del tennista, ma soprattutto dell’uomo Marcus Willis è cambiata più volte. Egli si è sposato con Jenny, dalla quale ha avuto quattro figli, ha smesso con il tennis di vertice ed è tornato a insegnare nel circolo di quartiere. La sua storia privata è arrivata persino sulle pagine di HELLO!, un’anomalia per un giocatore che non ha mai raggiunto la top 300 mondiale in singolare. I suoi sogni di un exploit in extremis non si sono mai realizzati, e dopo quattro anni il ragazzo che per un pomeriggio regnò su Wimbledon si era ritirato.
Il ritorno è stato possibile grazie al sostegno economico di un amico benestante, che nel 2022 ha finanziato la sua nuova avventura nel doppio. E così, quasi vent’anni dopo l’ultima presenza messa a referto su quei campi da junior, Marcus Willis ha rimesso piede allo US Open. L’ingresso in tabellone nell’edizione di quest’anno è stato incerto fino all’ultimo, ma la sera prima del debutto un ritiro ha aperto la porta alla coppia Willis-Drzewiecki. All’esordio i due hanno subito mandato all’aria i piani degli allibratori falciando gli australiani Matt Ebden e Jordan Thompson, sedicesime teste di serie in gara, e nel secondo turno hanno salvato tre match point contro John Peers e Jackson Withrow per planare agli ottavi. “Se insisti, capitano cose così. È magico, davvero. È un motivo in più per continuare”, ha spiegato Willis, costretto a cambiare il volo di ritorno che aveva prenotato per la domenica.
Il percorso personale di Marcus racconta anche di cadute e di rivincite. In un passato nemmeno così remoto, il mancino di Slough è arrivato a pesare oltre diciotto stone – circa 250 libbre, oltre 115 chilogrammi – fino a guadagnarsi il problematico soprannome “Cartman” tratto dal celebre personaggio di South Park, quando venne filmato durante un Challenger con una barretta e una lattina di Coca-Cola in mano. Oggi Willis sta per vincere una battaglia importante nella lunga e laboriosa guerra con la bilancia: “Sto migliorando, ma devo ancora perdere qualche chilo. È difficile, con il cibo in casa sono tremendo,” ha ammesso candidamente davanti ai microfoni.
Ė la prima volta che il britannico disputa un Major al di fuori di Londra, ma Marcus guarda già all’Australian Open di gennaio, che quest’anno avrebbe potuto giocare insieme a Cameron Norrie, prima del forfait del compagno. “Quella rinuncia mi ha fatto male, ero entusiasta all’idea di esserci. Da junior ero stato mandato a casa per indisciplina, sarebbe stato il modo giusto per chiudere un cerchio”, ha ricordato. Ma, sostegno esemplificativo alla tesi secondo la quale una nuova chance nella vita non si può mai escludere, l’ex ragazzo da Slough domani contenderà un posto nei quarti dell’ultimo Major stagionale alle seconde teste di serie Arevalo/Pavic oppure ai cechi Machac/Vocel. Mica male, per un tizio fino a un paio d’anni fa fa poteva considerarsi in avanzato stadio di pre-pensionamento.
Il tennis lo aveva dimenticato e anche lui sembrava aver dimenticato il tennis. Adesso, invece, un’occasione colta all’ultimo momento e due vittorie di prestigio hanno restituito luce a un giocatore che era diventato il simbolo di un’estate inglese. Marcus Willis, nove anni dopo, scrive un secondo capitolo. Non meno sorprendente del primo.