Un rapporto fatto di successi, litigi e rispetto reciproco, ma il crollo di risultati – e forse di una sfuriata di troppo – segna la svolta
Otto anni intensi, vissuti tra trionfi e sfuriate, tra gesti di affetto e insulti a bordo campo che solo Gilles Cervara sapeva assorbire, talvolta, con un sorriso. Daniil Medvedev e il suo storico allenatore si separano: una decisione dolorosa ma inevitabile, maturata dopo una stagione 2025 disastrosa, segnata da briciole di vittorie e da un’uscita rovinosa già al primo turno degli US Open dove più che della sconfitta tutti noi ricorderemo la sfuriato contro l’arbitro.
Un rapporto straordinario, che andava ben oltre il campo. Medvedev non ha mai nascosto la difficoltà di gestire il proprio temperamento, eppure Cervara era riuscito a creare quel giusto feeling che esiste solo fra coach e tennista. Lo abbiamo visto incassare insulti, ordini urlati e persino l’abbandono forzato dell’angolo durante i match, senza mai voltare le spalle a Medvedev. Eppure il francese era sempre lì, accanto al suo giocatore.
I (pochi) risultati
Il problema, come sempre, resta il tennis. E negli ultimi due anni Medvedev non è più riuscito a ritrovare la magia. L’ultima finale Slam, persa contro Jannik Sinner a Melbourne 2024 dopo essere stato avanti di due set, ha segnato l’inizio del declino. Un po’ come Zverev, a ben guardare. Nel 2025 la crisi si è trasformata in crollo: appena una vittoria nei tornei dello Slam e un’uscita burrascosa a Flushing Meadows contro Benjamin Bonzi, tra polemiche, proteste e una multa salatissima. Lì, immaginiamo, si è consumata la frattura definitiva.
Otto anni da non dimenticare
Insieme a Cervara, Medvedev è diventato numero uno al mondo, ha vinto 20 titoli, sei Masters 1000, le ATP Finals del 2020 e lo US Open del 2021. Insieme hanno perso, ma comunque raggiunto, anche cinque finali Slam.
Nel suo lungo messaggio d’addio, affidato ai social, il coach francese ha scelto toni dolci e riconoscenti: “Daniil, la nostra fantastica avventura di otto stagioni insieme giunge al termine. Rimarranno per sempre nella mia memoria tutte le cose meravigliose che abbiamo vissuto sul campo. Ho amato allenarti, guidarti, sostenerti (anche nei momenti difficili) e trovare soluzioni insieme a te e al team per aiutarti a rendere al meglio“.
Un vecchio detto recita che nulla dura per sempre, nemmeno ciò che sembra funzionare, ma… se son rose, fioriranno o, meglio, (forse) torneranno.