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    TennisTalker MagazineATP Toronto: Sonego senza sprechi

    ATP Toronto: Sonego senza sprechi

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    Lorenzo domina Bu in due set e va al terzo turno con Rublev. Nessuna sbavatura, pochi fronzoli e nemmeno una goccia di sudore più del necessario

    Lorenzo Sonego ha battuto Bu Yunchaokete, ventitré anni da Bortala, in un’ora e venti minuti, con l’aria di chi non aveva molta voglia di complicarsi la giornata. Una partita netta, quadrata, con margini ampi e poche sbavature. Ha messo giù i piedi, Lorenzo, ha trovato angoli, ha fatto tutto quello che serviva. E soprattutto ha fatto finta di niente quando, a metà del secondo set, il cinese ha provato a rialzare la testa.

    Il primo set è durato mezz’ora e non ha avuto storia. Sonego ha servito bene, risposto meglio, e portato a casa il break in apertura come si prende il giornale al bar: senza entusiasmo, ma con decisione. Ha lasciato un solo game a Bu, che sembrava più interessato al cielo grigio sopra Toronto che a ciò che accadeva sul cemento. Con un servizio centrato (81% di punti vinti con la prima nella frazione inaugurale) e un ritmo che non è mai salito troppo ma non è mai calato, Sonego ha gestito senza mai strafare.

    Nel secondo set Bu ha fatto un po’ di rumore: per la prima volta ha reagito recuperando un break subito nelle prime fasi del parziale, ha messo qualche colpo a segno, ha offerto uno sguardo meno spento. Sonego ha incassato, ha aspettato, e poi ha ricominciato a muovere il gioco. Nel fatidico settimo game Sonny ha strappato il servizio decisivo grazie a un paio di buone risposte, ponendo tra sé e il buon Yunchaokete il cuscinetto per un finale meno scomodo. Poi ha chiuso, senza sceneggiate.

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    I numeri dicono che Sonego ha convertito tutte e quattro le palle break avute a disposizione. Che ha fatto sette ace, che ha messo in campo il 53% di prime – pochine – ma quando è entrata la prima palla è stata letale (22/28, per un notevole 79% di conversione). Che ha perso una volta il servizio e poi mai più. Che ha vinto 57 punti contro i 38 di Bu. Ma a raccontarla così sembra una relazione tecnica. In campo si è visto un Sonego leggero di testa e ordinato di braccio, che ha fatto la cosa giusta senza alzare la voce.

    Adesso tocca a Rublev, il finalista uscente. Un avversario vero, che spinge, che strappa, che non ti regala mezz’ora: non sempre, per lo meno. Ma Sonego, intanto, questa l’ha portata a casa senza lasciare nulla indietro. Nemmeno una goccia di sudore in più del dovuto.

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