Intervenuto al Podcast “Nude Project”, il leggendario zio/coach del quattordici volte campione del Roland Garros ha però espresso una preferenza netta: “Carlos è il migliore tra i giocatori là fuori”
Carlos Alcaraz, che domani giocherà contro Lorenzo Musetti la sua terza semifinale consecutiva al Roland Garros, vanta già un team di un certo livello. A Juan Carlos Ferrero, coach a cui il campione di Murcia è legato da un legame strettissimo, lo scorso dicembre si è aggiunto Samuel Lopez, lo storico allenatore di Pablo Carreno Busta. Avrebbe dunque Carlitos la necessità di aggiungere un nuovo professionista alla propria batteria di tecnici? Probabilmente no, ma nel corso dell’ultimo episodio del podcast “Nude Project” i conduttori hanno provato a giocare.
L’ospite della puntata suddetta è stato Toni Nadal, nientemeno, lo zio/coach di Rafa; l’uomo che più di ogni altro ha inciso sullo sviluppo del gioco della leggenda di Manacor e che, indirettamente, ha condizionato il tennis a livello tattico per più di quattro lustri. “Se ti chiamasse Carlos Alcaraz, ci andresti?,” è stata la domanda rivolta a Toni dai presentatori. La risposta dell’interessato ha offerto notevoli spunti, anche per l’apparente contraddittorietà delle sue impressioni riguardo al campione in carica del French Open.
“Penso che Carlos abbia già degli ottimi coach, quindi non penso proprio che mi chiamerà mai,” ha esordito Toni. “Ma anche se lo facesse dovrei rifiutare, perché non potrei sopportare di essere complice di un’operazione che potrebbe portare un altro giocatore a superare la carriera di mio nipote Rafa“.
L’offerta di lavoro verrebbe eventualmente rispedita al mittente, dunque, ma ciò non significa che il sessantaquattrenne stratega maiorchino non provi una forte ammirazione per l’attuale numero due del mondo. “Carlos è un tennista meraviglioso,” ha sottolineato l’ospite d’onore del podcast, “e se mi chiedete un parere personale credo sia il migliore di tutti, anche se forse al momento Sinner è più affidabile. Ma Alcaraz, nonostante qualche momento di distrazione, sa fare tutto: è velocissimo, ha un dritto e un rovescio devastanti e anche il servizio, che forse non è il suo colpo migliore, è comunque un colpo davvero eccellente“.
Parole dolci come miele, che in qualche modo contrastano con il parere esternato da Toni Nadal su alcuni risvolti del carattere del ragazzo nato a El Palmar. “Non mi piace quando Carlos dice che il calendario del tennis è troppo fitto e quando afferma che non vuole essere schiavo del suo sport,” ha tenuto a rimarcare Nadal senior, il quale poi ha severamente ammonito il quattro volte campione Slam: “Se non gli sta bene può sempre cambiare lavoro. Forse sarebbe un bene se cominciasse a capire quanto è fortunato a fare il lavoro che fa, e quanti vantaggi ha rispetto a quasi tutti i ragazzi della sua età“.
Un po’ di bastone, un po’ di carota. Gli zii, a volte, fanno così. Con Rafa pare abbia funzionato. Toni non si siederà sulla panchina di Carlos, ma il messaggio potrebbe arrivare comunque.