Lois Boisson è già entrata nella storia del tennis. La francese si contende la finale con la miglior Coco Gauff della carriera su terra battuta
Il secondo slam della stagione sta per volgere al termine e il tabellone del singolare femminile ha senza dubbio l’UPSET più clamoroso del torneo. La wildcard Lois Boisson ha sconfitto con freddezza e tanto cuore diverse giocatrici accreditate anche alla vittoria finale. Contro il sogno e la speranza della tennista di casa c’è Coco Gauff. La classe 2004 sta giocando la sua miglior stagione su terra rossa: finale a Madrid, finale a Roma e semifinale al Roland Garros. Nonostante questi ottimi risultati Coco non ha un gioco realmente adatto alle condizioni della superficie del Roland Garros: Gauff spinge molto, ha colpi potenti ma spesso e volentieri va fuori giri (e ne sa qualcosa la nostra Jasmine Paolini che l’ha sconfitta in finale a Roma).
La seconda semifinale è in programma il 5 giugno e sarà giocata a seguire di Sabalenka-Swiatek che si giocherà non prima delle 15:00 sul campo centrale Philippe Chartrier. Tra le due giocatrici non ci sono precedenti tra le due tenniste.
Lois Boisson e quelle 359 posizioni di differenza che non si sentono
Nativa di Digione nella regione della Borgogna, Lois Boisson rappresenta la speranza del tennis francese. Un tennis in crisi che negli ultimi anni ha sofferto l’affermarsi di altre nazioni (sia nel campo maschile che femminile) vicine come Spagna e Italia e non ha saputo rispondere con tennisti di alto livello. Il gioco della transalpina è vario, gioca spesso approcci in slice (cosa alquanto rara nel tennis femminile) e costante. Non da meno è la potenza e il grande topspin del suo dritto. Ma la cosa che soprattutto sorprende è la sua naturalezza nell’affrontare i punti importanti e le sfide di alto livello che la attendono, nonostante un’esperienza pari allo zero. Prima apparizione nel tabellone principale del Roland Garros e prima semifinale: una storia incredibile avvalorata dall’infortunio dello scorso anno. Sì perché a dare maggiore valore a questa favola c’è anche il ritorno in campo della francese dopo un brutto infortunio. Dopo aver ricevuto la notizia della wild card, Lois si iscrive al Trophée Clarins, WTA 125 preparatorio al Roland Garros. Proprio in quel torneo la Boisson si ruppe il legamento crociato anteriore al ginocchio destro. La beffa è servita. Mesi di riabilitazione, allenamento ed ecco che la storia è raggiunta.

Mai nella storia un tennista con classifica così bassa, ricordiamo che la francese è numero 361 al mondo, è riuscito a raggiungere una semifinale in un torneo del grande slam.
Ma andiamo ad analizzare il percorso incredibile di Boisson. La sua più grande arma, dopo ovviamente la tecnica e la potenza dei suoi colpi, è la tenacia. La francese annichilisce le sue avversarie non mollando mai di un centimetro e non regalando nulla. Ne sanno qualcosa Elise Mertens, Anhelina Kalinina e Elsa Jacquemot battute tutte da favorite. Agli ottavi di finale la favola sembra finire. Di fronte a sé la francese ha Jessica Pegula, numero 3 del mondo e determinata a raggiungere la prima vittoria slam della carriera, anche se il suo tennis non è molto adatto alle condizioni del rosso (come tutte le sue connazionali). Pegula è l’unica tennista in grado di vincere il primo set fin qui contro Lois, ma niente può nel secondo e nel terzo e subisce la rimonta della francese, che manda in visibilio il pubblico (e anche l’ultimo francese in grado di vincere il Roland Garros, Yannick Noah)
Nel quarto di finale infine la transalpina affronta Mirra Andreeva reduce da un percorso lineare. La russa accusa il gioco della francese sin dall’inizio ma rimane attaccata al punteggio. Il primo set si deciderà al tie break per 8-6 in favore di Lois che vince quindi il primo set. Nel secondo parte fortissimo Andreeva e, usando una tattica più offensiva, si porta 3-1. Da lì cominciano i problemi mentali per la russa. Errori su palle facili, smash fuori e confusione totale. A tutto questo si somma il pubblico francese a sostegno della Boisson che completa l’opera con una tranquillità e superiorità invidiabile. La nativa di Digione non si fa distrarre da nulla, nemmeno dalle polemiche sterili e dalle crisi di pianto di Andreeva.
Con questa vittoria la transalpina ha gudagnato quasi 300 posizioni nel ranking WTA e sarà la numero 65 del mondo. Sapete chi ci aveva visto lungo sulla Boisson e si era allenato con lei? Eh sì proprio Jannik Sinner:

Coco Gauff – la numero 2 del mondo nel ruolo dell’antagonista
L’erede ideale di Serena Williams vuole la seconda finale della carriera a Parigi. La statunitense ovviamente parte da favorita, come in realtà tutte le avversarie della Boisson. Coco deve sicuramente stare attenta alle insidie che questo match le proporrà e, proprio aver visto la francese battere via via diverse avversarie sulla carta superiore, può giocare un ruolo nella sfida mentale. La transalpina sarà tesa e alla sua prima grande sfida della carriera ma, in suo favore potrà giocare libera di mente. La statunitense invece sicuramente è abituata al contesto e ai grandi appuntamenti ma troverà una avversario in grande fiducia, galvanizzata dal pubblico e che non mollerà niente. Aggiungiamoci poi la pressione di dover vincere per forza perché una semifinale slam con la 361 al mondo ricapita molto raramente e il gioco è fatto. Sarà una partita strana che può avere diversi esiti: essere combattuta, essere a senso unico da un lato o dall’altro.
Gauff però può contare su uno stato di forma invidiabile: solamente Jasmine Paolini (due volte) e Aryna Sabalenka sono state in grado di sconfiggerla sulla terra in questo 2025. Nel torneo ha sconfitto in ordine Gadecki, Valentova, Bouzkova, Alexandrova e Keys. E le difficoltà le sono pervenute solamente nel derby a stelle e striscie dei quarti con Keys dove dopo aver perso un primo set al tie-break è riuscita a rimontare e a portare a casa il match in due ore e tredici minuti.