Il britannico Dan Evans e l’ex tennista Naomi Broady hanno avuto da ridire riguardo il caso di Sinner a pochi giorni dal rientro in campo di Jannik
Il ritorno di Jannik Sinner nel circuito professionistico al 1000 di Roma è stato definito “piuttosto conveniente” dal tennista britannico Daniel Evans. Questa affermazione arriva pochi giorni dopo la conclusione della sospensione di tre mesi di Sinner, che segna il suo attesissimo ritorno.
Dopo l’accordo con l’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) a febbraio, la sospensione di Sinner è stata imposta a causa di due test antidoping falliti. Tuttavia, è stato stabilito che il numero 1 al mondo non intendeva utilizzare lo steroide anabolizzante vietato clostebol.
Intervenendo su BBC Five Live Sport, Evans ha espresso le sue preoccupazioni, affermando: “Tutta la faccenda è piuttosto comoda. Penso che molti giocatori stiano pensando che il ritorno a Roma, importantissima per il tennis italiano, sembra piuttosto conveniente. Come ha detto Broads, questo non è un problema di Jannik, è un problema del tennis.” Ha inoltre osservato che la percezione di un trattamento preferenziale è difficile da ignorare, soprattutto considerando l’alto ranking di Sinner come numero 1 al mondo ATP.
La controversia è scoppiata per la prima volta ad agosto, quando è stato rivelato che Sinner era risultato positivo ai test antidoping già nel marzo 2024. I ritardi nella divulgazione di questi risultati sono stati attribuiti alla sentenza di un tribunale indipendente che ha escluso “colpa o negligenza” da parte di Sinner.
Naomi Broady ha fatto eco alle opinioni di Evans, sottolineando l’insoddisfazione delle giocatrici per le incoerenze percepite nella gestione dei casi di doping. “Il problema è che le persone hanno ritenuto che avesse ricevuto un trattamento preferenziale. La mancanza di coerenza è preoccupante“, ha osservato. Broady ha sottolineato che, mentre a Sinner è stato permesso di continuare a gareggiare durante l’indagine in corso, altre giocatrici come Simona Halep hanno dovuto affrontare una lunga sospensione.
Il caso di Sinner è stato complicato dalla sua affermazione che un fisioterapista gli aveva applicato una crema contenente steroidi a sua insaputa. Inizialmente, la WADA ha cercato di contestare la decisione del tribunale, sostenendo che Sinner avesse una certa responsabilità per le azioni della sua squadra, ma in seguito ha ritirato l’appello in seguito all’accordo.
Dopo lo scandalo doping, Sinner si è separato dal suo preparatore atletico Umberto Ferrara e dal fisioterapista Giacomo Naldi. Broady ha osservato che, pur essendo a conoscenza della sua positività ad aprile, Sinner ha interrotto i rapporti con il suo fisioterapista solo dopo aver ricevuto la squalifica.
Evans ha poi commentato la situazione, affermando: “Uno dei suoi migliori amici, Berrettini, si avvale dello stesso fisioterapista. Gli italiani sembrano indifferenti al coinvolgimento di questo fisioterapista. Per tre mesi, Sinner ha mostrato scarsa considerazione per le implicazioni dell’intero processo”.