Il 2025 ci sta mostrando un tennis in piena trasformazione generazionale. La vittoria del giovanissimo Martin Dedura-Palomero, classe 2008, al primo turno dell’ATP 250 di Monaco di Baviera, rappresenta molto più di una semplice impresa individuale: è il segnale di un cambiamento ormai in atto. Il giovane spagnolo è infatti il primo nato dopo il 2007 a raggiungere un secondo turno ATP, confermando come il tennis stia diventando sempre più un terreno fertile per i teenager
A dominare oggi il circuito non sono più le leggende che hanno fatto la storia negli ultimi due decenni, ma una nuova generazione nata tra il 2000 e il 2003, capace di imporsi con determinazione, carisma e un tennis esplosivo.
Ecco i principali protagonisti (e le false partenze) della “next gen” che ha riscritto le regole del tennis mondiale.
I talenti che ce l’hanno fatta
Carlos Alcaraz (classe 2003)
È il simbolo della precocità tennistica moderna. Fa il suo esordio ATP a 16 anni a Rio de Janeiro nel 2020 e vince il suo primo titolo a Umago nel 2021, appena maggiorenne. Ma è nel 2022 che scrive la storia: vince gli US Open e diventa numero 1 del mondo a soli 19 anni. Dotato di una maturità fuori dal comune, Alcaraz unisce tecnica, atletismo, visione di gioco e una mentalità vincente che lo ha reso uno dei leader indiscussi di questa nuova generazione.
Félix Auger-Aliassime (classe 2000)
Talento precoce assoluto, vince il suo primo torneo Futures a 14 anni e diventa uno dei primi “millennials” a entrare nella top 100. A 18 anni è già finalista ATP e a 22 tocca il numero 6 del mondo. Nonostante un avvio di carriera travolgente, ha faticato a mantenere continuità, frenato da infortuni e da un gioco spesso altalenante. Resta però uno dei più grandi talenti canadesi di sempre, capace di esprimere un tennis brillante quando in condizione.
Holger Rune (classe 2003)
Esplosivo e ambizioso, debutta nel circuito a 16 anni nelle qualificazioni di Amburgo. Vince il suo primo titolo ATP nel 2022 a Monaco di Baviera, ma è a Parigi-Bercy che si consacra: a 19 anni vince il torneo battendo cinque top 10, tra cui Djokovic in finale. Rune si distingue per un tennis aggressivo, una personalità forte e una mentalità che non lo fa mai sentire inferiore a nessuno. Il suo percorso, seppur con qualche scivolone, è in costante ascesa.
Jannik Sinner (classe 2001)
Il numero 1 del mondo nel 2025, è un caso unico. Non ha mai davvero giocato da junior, scegliendo sin da giovanissimo di misurarsi solo con i professionisti. A 19 anni vince il suo primo titolo ATP a Sofia nel 2020, ma è la sua progressione costante a colpire: ogni anno ha aggiunto qualcosa al suo gioco. Nel 2024 ha raggiunto l’apice diventando il miglior giocatore del mondo prima ancora di compiere 23 anni. L’azzurro rappresenta il volto della dedizione, del lavoro quotidiano e del tennis moderno: solido, potente, ma anche estremamente intelligente.

I talenti che non ce l’hanno (ancora) fatta
Chun-Hsin Tseng (classe 2001)
Uno dei junior più forti della sua generazione, numero 1 under 18 nel 2018, con due finali Slam (Roland Garros e Wimbledon). Dotato di un tennis preciso, tattico e molto pulito, sembrava destinato a una carriera luminosa. Eppure, il passaggio al mondo pro è stato complicato. Non ha mai sfondato la top 100, e oggi si aggira intorno alla 200ª posizione mondiale, combattendo tra Futures e Challenger. Il fisico minuto (1.75 m) e la mancanza di un colpo risolutivo sono stati limiti difficili da superare.
Harold Mayot (classe 2002)
Promessa del tennis francese, nel 2020 vince l’Australian Open Junior e diventa numero 1 ITF under 18. Stilisticamente elegante, creativo, dotato di grande tocco, sembrava avere tutte le carte per brillare. Tuttavia, gli infortuni muscolari, i lunghi stop e un po’ di fragilità mentale lo hanno fatto scivolare ai margini. Nel 2025 è fuori dalla top 300 e spesso impegnato nei circuiti ITF. In Francia la concorrenza interna (Fils, Van Assche, Cazaux) lo ha messo ulteriormente in ombra.
Dominic Stricker (classe 2002)
Tra i tre è quello che ha ottenuto i risultati più visibili tra i pro. Campione del Roland Garros Junior 2020, si fa notare subito anche nel circuito maggiore, vincendo partite nei tornei 250 e battendo giocatori top 50. Nel 2023 raggiunge gli ottavi agli US Open, battendo Tsitsipas in uno dei match più emozionanti dell’anno. Sembrava pronto per raccogliere l’eredità svizzera di Federer. Ma la mancanza di costanza, i problemi fisici e una forma atletica altalenante lo hanno frenato. Nel 2025 è oltre la 130ª posizione, ancora alla ricerca della definitiva esplosione.
Conclusione: gloria o anonimato?
Il ricambio generazionale non è solo iniziato: è compiuto. La “Next Gen” ha preso in mano il circuito e lo sta trasformando, regalando uno spettacolo fatto di potenza, velocità e nuove rivalità. Giocatori come Sinner, Alcaraz, Rune, Musetti (e altri ancora) stanno già lasciando un’impronta importante.
Ma il tennis, si sa, è uno sport spietato. Per ogni giovane fenomeno che ce la fa, ce ne sono tanti che si perdono tra infortuni, aspettative eccessive e transizioni complicate. Il salto da promessa a campione è tutt’altro che scontato.
Il 2025 è l’anno di un tennis giovane, dinamico, spettacolare. E tra i classe 2007 e 2008, come Dedura-Palomero, potrebbe già nascondersi il prossimo re del circuito.