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    TennisTalker MagazineATP Miami: Cinà, première da sogno, battuto Comesana all'esordio nel giro che conta

    ATP Miami: Cinà, première da sogno, battuto Comesana all’esordio nel giro che conta

    Il diciassettenne palermitano sconfigge l’argentino e i crampi per regalarsi la prima vittoria in assoluto nel Tour maggiore. Al secondo turno per Federico c’è Dimitrov

    [WC] F. Cinà b. [Q] F. Comesana 7-6(4) 7-6(2)

    Non si sarebbe potuto augurare un debutto migliore, Federico Cinà: il diciassettenne palermitano ha chiuso con una vittoria la sua prima partita in assoluto nel Tour principale, battendo Francisco Comesana in due set corredati da finale thriller. Sopra 5-2 nel terzo set e con un match point cancellato dall’argentino sul 5-3, Cinà è stato inopinatamente assalito dai crampi alla coscia sinistra, che lo hanno condizionato gravemente favorendo il rientro del numero 67 del mondo.

    Comesana, già gravato dai favori del pronostico, non ha saputo gestire la pressione derivata dall’obbligo di vincere contro un avversario esordiente, minorenne e per giunta infortunato, e non ha più messo la palla in campo in un tie-break-bis infine vinto facilmente dall’azzurro quando più nessuno se l’aspettava. Federico dovrà sfruttare il giorno di riposo per recuperare le enormi fatiche degli ultimi giorni: alla prossima fermata troverà ad attenderlo Grigor Dimitrov, il finalista della passata edizione.

    IL MATCH – Federico è partito dai blocchi pronto, sicuro e per quanto possibile rilassato, apparentemente non troppo disturbato né dall’emozione dell’esordio nel gotha del tennis, né dalla finale giocata al Challenger di Hersonissos domenica scorsa, con tanto di volo di trasferimento nel mezzo di sole quattordici ore. Fin da subito in spinta con il dritto frizzante e tendente ad accorciare il campo non appena possibile, Cinà si è procurato il break nel primo gioco dell’incontro approfittando di un gratuito dell’argentino. Francisco, un signor giocatore che di recente si è tolto lo sfizio di cacciare Sascha Zverev dai quarti di Rio de Janeiro, ha recuperato una certa qual solidità intorno alla metà della prima frazione mentre, in contemporanea, il nostro rappresentante cedeva qualcosa in termini di precisione.

    Il giocatore da Mar del Plata ha recuperato il break di svantaggio nel sesto game, convertendo una seconda palla break che si era procurato al termine di uno scambio super. Nell’occasione, il gratuito l’ha commesso Federico: tre pari. Nel dodicesimo gioco Comesana ha avuto la palla del sorpasso, combaciante con un set point, ma l’ha sprecata regalando con il dritto, e Cinà ha governato il successivo tie break senza gravi problemi.

    Nella seconda frazione, dopo una palla break in favore dell’argentino trascinata fuori dal nastro nel primo gioco, è stato ancora Federico a scappare: nel quarto game, dopo una stupenda difesa, il figlio dell’ex coach di Roberta Vinci ha sigillato il 3-1 con un gran passante di rovescio, che a quel punto sembrava aver messo la parola fine sulla partita. Sembrava appunto, perché la parola fine, quando ci sono di mezzo racchette e palline, si scrive solo sulla telecamera, quando c’è, dopo la stretta di mano. Di quanto successo abbiamo detto introducendo questa cronaca: 5-2 per Cinà, il quale, poveretto, ha cominciato a trascinare la gamba in modo sospetto. Match point a suo favore sul 5-3, niente da fare. Break a zero subito servendo per l’incontro sul 5-4, con tanto di doppio fallo finale.

    Una partita che, come spessissimo è accaduto nella perfida tradizione del nostro sport, sembrava essere finita nelle mani di colui che fino a pochi minuti prima era prossimo alla doccia. In questi casi, l’unico appiglio è la paura, o meglio, il terrore di vincere del novello favorito. Appiglio per fortuna (per fortuna di Cinà, s’intende) prontamente manifestatosi. Comesana non ha più messo una sfera di feltro giallo nel rettangolo regolamentare, e ha ceduto di schianto anche il secondo tie break di giornata quando l’azzurro ha chiuso un perentorio dritto anomalo.

    Ci sarà modo per smaltire l’infortunio, il jet-lag, le emozioni. Adesso per Federico è il momento di esultare, e possibilmente di dormire qualche ora. Grigor Dimitrov, nella centrifuga delle ultime settimane, dev’essere un premio, non un’ossessione.

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