L’ex numero otto del mondo critica il livello degli allenatori nel circuito ATP e WTA, mentre il suo giocatore Denis Shapovalov è tornato a vincere [AUDIO]
Tipsarevic ha partecipato al podcast The Tennis Podcast dove era stato invitato per parlare di Denis Shapovalov e del suo straordinario avvio di stagione, culminato nella vittoria più importante della sua carriera all’ATP 500 di Dallas. Il canadese, allenato proprio da Janko Tipsarevic, sembra aver ritrovato la forma migliore e il suo coach spera che possa continuare su questa strada nei prossimi tornei. Ma la conversazione ha presto preso una piega inaspettata, quando l’ex numero otto del mondo ha espresso un’opinione piuttosto netta sulla qualità degli allenatori nel tennis professionistico.
“Lo so, questa potrebbe essere una dichiarazione scandalosa,” ha affermato Tipsarevic durante la registrazione del podcast, “ma la mia opinione su di noi come allenatori, considerando che il tennis è il terzo o quarto sport più popolare al mondo, è che siamo assolutamente all’ultimo posto.”
Secondo il serbo, la popolarità del tennis e la sua dimensione globale non si riflettono nel livello della preparazione degli allenatori: “Ho grande rispetto per i coach e per quello che fanno, ma in termini di conoscenza, capacità e volontà di migliorarsi, credo che siamo il fanalino di coda tra gli sport più seguiti al mondo.”
Sport di squadra e sport individuali
Alla richiesta di spiegare il motivo di questa affermazione, Tipsarevic ha evidenziato le differenze tra gli sport di squadra e quelli individuali. “Se lavori in uno sport di squadra, non lavori per i giocatori, ma per il club. Il tuo lavoro si basa esclusivamente sui risultati, come dovrebbe essere sempre nella vita, e devi rispondere alla squadra o alla società, non direttamente ai giocatori.” ha spiegato.
Le critiche
L’ex giocatore ha poi attaccato apertamente alcuni colleghi del circuito ATP e WTA, sostenendo che molti di loro non svolgano un vero lavoro da allenatore: “Vedo e sento che c’è un numero incredibile di persone nel circuito che non fanno altro che dire ‘ben fatto’ o ‘spero che tu ti senta bene’.”
Tipsarevic ha approfondito il tema, spiegando che molti coach oggi sembrano più preoccupati di mantenere il proprio lavoro piuttosto che di fornire un reale valore ai giocatori.
“L’unica vera forma di autorità che puoi avere su un giocatore è quella che deriva dalla conoscenza. Perché se sai davvero qualcosa, il giocatore si fiderà di te. Penso che ‘autorità’ sia una parola troppo forte in questo contesto, soprattutto negli sport individuali, ma credo che se sei autentico, dedicato al tuo lavoro – il che significa migliorarti ogni giorno e non limitarti a ripetere sempre le stesse cose, come muovere i piedi e così via – allora acquisisci conoscenza giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno.”
Il coraggio di dire la verità
Secondo Tipsarevic, un problema ricorrente è che molti allenatori hanno paura di contraddire i giocatori per timore di perdere il posto. “Sono spaventati dall’idea di affrontare il giocatore o di parlargli nel modo in cui un coach dovrebbe farlo. Questo ha portato, nel corso degli anni, a una situazione in cui molti coach, non tutti ovviamente, hanno perso il coraggio di fare davvero il loro lavoro.”
No ai sentimentalismi
Il serbo ha poi criticato la tendenza di alcuni coach a dare troppo peso agli stati d’animo dei loro giocatori: “Non sono contrario all’importanza dei sentimenti, se vengono gestiti nel modo corretto. Ma quando un allenatore diventa semplicemente un ‘ragazzo dell’asciugamano’ o una ‘ragazza dell’asciugamano’ per i giocatori, significa che si concentra più su come si sentono piuttosto che sul loro sviluppo. E così finisce per modulare il tono della voce, scegliere cosa dire o cosa evitare in base all’umore del giocatore di quel giorno o di quella settimana. Questo non è il modo di essere un buon allenatore.”
Tipsarevic ha anche sottolineato che ci sono momenti in cui un coach deve saper dare spazio al giocatore: “Ci sono giorni in cui bisogna fermarsi. Bisogna restare in silenzio. Il tuo giocatore potrebbe aver bisogno di spazio per un’ora, due ore, un giorno, una settimana. Ma questo è ben diverso dal cercare di mantenere il proprio lavoro facendo il simpatico, ridendo e scherzando, solo per essere confermato un’altra settimana, un altro mese.”
Shapovalov
Tipsarevic, dopo essersi ritirato nel 2019, ha iniziato ad allenare Denis Shapovalov lo scorso anno e i risultati non si sono fatti attendere. Il canadese ha vissuto un inizio di 2025 meraviglioso, conquistando il suo primo titolo ATP 500 a Dallas, sconfiggendo le prime tre teste di serie lungo il percorso. Successivamente, ha raggiunto la semifinale ad Acapulco, cedendo solo ad Alejandro Davidovich Fokina, e ha scalato la classifica fino a rientrare nella top 30 mondiale, posizionandosi tra i primi dieci nella ‘Race to Turin’.

Ad Indian Wells affronterà il vincente tra Giulio Zeppieri e Adam Walton al secondo turno. Se Shapovalov dovesse continuare la scalata, potrebbe essere la conferma delle parole del suo coach: il lavoro e la professionalità sono sempre alla base di tutto.