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    Il pubblico di Grado acclama l’impresa dell’incontenibile Jones

    Lo storico torneo femminile dell’“Isola del Sole” proclama come vincitrice la britannica Francesca Jones, una giocatrice capace di ergersi a reale manifesto della resilienza, superando con caparbietà avversità e scetticismo

    Riecheggia per la 27esima volta consecutiva il “Città di Grado” Tennis Cup e per la terza volta di seguito presenta un prize money di 60mila verdoni, accompagnati dall’invitante apice di 75 punti del ranking Wta per la vincitrice e ed altrettanti per il vittorioso tandem di doppio. 

    Nei primi giorni della manifestazione il direttore del torneo Piero Tononi ed il suo efficiente staff ingaggiano un vincente braccio di ferro contro le bizze di Giove Pluvio, avversario imponderabile dileguatosi nelle giornate conclusive: un dovuto risarcimento meteorologico per esibire la fulgida località marina nella sua straordinaria bellezza.

    Il tabellone vede al primo posto del seeding l’italoamericana Louisa Chirico, costretta a salutare la compagnia nei quarti per mano della Jones dopo aver spento le ambizioni di Nicole Fossa Huergo e della tenace wild card Federica Urgesi.

    Nel lato opposto della lista sale fino alla semifinale la liechtensteiniana Kathinka von Deichmann, tagliando le speranze anche della ventenne Beatrice Rizzi, spintasi fino ai quarti come l’altra azzurra Aurora Zantedeschi, capace di soffrire e di mantenersi competitiva come finalista della gara a coppie accanto alla spagnola Yvonne Cavalle-Reimers.

    La semifinalista Elena Pridankina

    Si arriva alle semifinali con il primo confronto tra la seconda del seeding, la 30enne von Deichmann, e la rampante 18enne Elena Pridankina. 

    Due stili completamente opposti sulla terra rossa del campo centrale. 

    L’esperta giocatrice di Vaduz incassa le folate aggressive e potenti dell’impetuosa russa, cedendo il primo set per 6-4. Il primo parziale le serve per prendere le misure alla rivale, incominciare a disorientarla con variazioni continue, angolazioni incrociate e difese ad oltranza in slice.

    E’ un repertorio classico un po’ d‘antanche manda in confusione la giovane dell’Oblat di Mosca ma che premette alla von Deichmann di confezionarsi il 6-3 del secondo tempo, e dopo un prolungato carosello di break point e controbreak, di ottenere al terzo impegno il tombale 6-3 che la proietta verso il proscenio. 

    La seconda semifinale mette di fronte due giocatrici che si trascinano un vissuto umano molto toccante anche se di natura dissimile.

    L’ucraina Anastasiya Soboleva è nativa di Dnipropetrovsk, grossa città devastata dall’imperante guerra con drammatici resoconti giornalieri, mentre la tenace inglese Francesca Jones convive, fin dalla nascita, con la sindrome EEC, una rarissima condizione genetica che le ha impedito il normale sviluppo delle dita delle mani e dei piedi, ma che non l’ha dissuasa dall’intraprendere un’appagante carriera tennistica.

    La semifinalista Anastasiya Soboleva

    Quanto la 23enne di Bradford abbia ben metabolizzato la sua situazione fisica lo dimostra il match vinto contro la neo ventenne avversaria, superata al tie-break del primo parziale e demolita con un 6-2 conclusivo.

    Va detto che la giovane dell’Est, in possesso di fondamentali particolarmente fluidi, giocava con un problema all’avambraccio destro, handicap che le impediva di forzare il servizio, ridotto ad una pericolosa rimessa in gioco.

    La vincitrice Francesca Jones

    All’atto conclusivo partenza fulminea della Jones, la quale con un tambureggiante forcing dal fondo si porta subito sul 4-0, impedendo alla rivale di organizzare il suo gioco d’attesa, contando sugli errori di misura. La Jones sbaglia pochissimo, mentre fioccano i suoi vincenti.

    La von Deichmman si dimostra incapace di arginare le continue percussioni inside -in, i servizi risultano troppo morbidi (vincerà solamente il 33% dei punti in battuta) ed il suo rovescio in back non crea scompiglio nel caricamento degli swing dell’avversaria che chiude il primo parziale per 6-1.

    Nel secondo set prende subito il largo l’inglese che vola sul 3-0, ma alcune sue conclusioni sballate ed i colpi incrociati della 30enne di Vaduz portati, più in profondità, riaccendono interesse nello scontro fino al punteggio di 5 pari.

    La finalista Kathinka von Deichmann

    A questo punto la Jones esce dal torpore aggressivo e memore dello specifico training al Red Club de Polo di Barcellona, riprende ad affondare precisi colpi, infilando un grappolo di vincenti che le spalancano il successo per 7-5.

    Vittoria significativa per la britannica che, come l’avversaria, aveva scalato il ranking fino al gradino n. 150, frutto dei diversi successi nelle prove Itf minori. 

    Il prossimo impegno, come tre anni or sono, la vedrà scendere sui prati familiari di Wimbledon, sperando che l’iconico tappeto erboso l’accolga con la stessa predilezione del mattone tritato di Grado.

    Le finaliste, Il presidente del circolo Paolo Puggina con la consigliera Laura Puggina

    Alle premiazioni il presidente del Tc Grado, Paolo Puggina, si compiace per la riuscita del torneo e per le performance delle sue interpreti, ringrazia gli sponsor, il folto gruppo dei volontari, i responsabili della manifestazione, le autorità sportive e amministrative presenti e passa orgogliosamente in rassegna i miglioramenti strutturali del circolo avvenuti in tempi recenti.

    fausto serafini

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