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    TennisTalker MagazineZverev, resa senza sconti: “Una stagione lunga, piena di altalene. Sono incredibilmente deluso”

    Zverev, resa senza sconti: “Una stagione lunga, piena di altalene. Sono incredibilmente deluso”

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    Eliminato alle Finals, il tedesco analizza la sconfitta contro Auger-Aliassime e non risparmia critiche né a se stesso, né al formato attuale della Davis: “Questa non è la vera Coppa. E oggi non sono stato all’altezza”

    Alexander Zverev si è seduto in conferenza stampa con la faccia di chi sa già che non ci saranno attenuanti. La sconfitta contro Felix Auger-Aliassime, quella che lo ha estromesso dalle Finals, lo aveva lasciato visibilmente contrariato e le sue prime parole sono state nette: È stata la mia peggiore partita dell’ultimo mese,” ha desolatamente detto Sascha. Nessun giro di parole, solo la constatazione di un match in cui non è mai riuscito a trovare continuità.

    Da lì, il discorso è scivolato sulla stagione nel suo complesso, e il tono non è cambiato. Un’annata incredibilmente insoddisfacente, ha dichiarato il numero 3 del mondo. “Troppo lunga, troppe altalene. Se devo pensare ai momenti positivi, mi vengono in mente solo la finale in Australia e il titolo a Monaco. Il resto mi ha lasciato molto deluso.” Una diagnosi rapida, quasi impietosa, che ha lasciato trasparire in modo netto la stanchezza accumulata negli ultimi mesi da un atleta in passato due volte incoronato “Maestro”.

    Il nodo, per Zverev, resta sempre lo stesso: la tenuta fisica. “Rimanere in forma è la priorità assoluta,” ha sottolineato. “Soltanto così puoi costruire qualcosa. Sentivo di essere in crescita, ma oggi non ho espresso ciò che avevo mostrato di recente. È questo che pesa di più: non aver fatto vedere il mio reale livello.”

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    Prima delle vacanze c’è ancora un impegno importante segnato nell’agenda del tedesco, la Coppa Davis. E anche riguardo a questo argomento Zverev ha lasciato chiusi a chiave nell’armadietto i giri di parole: Per me la Davis è casa-trasferta. È l’atmosfera che fa la differenza, ha spiegato, per poi ricordare un’esperienza che secondo il suo parere definisce in pieno l’identità della competizione: Ho giocato contro Nadal in un’arena: quella è Davis”. La recensione del nuovo formato è un’ovvia conseguenza della precedente analisi: Questa formula non ha nulla a che vedere con la vera Coppa. È un torneo espositivo che porta quel nome.”

    Nonostante tutto, Sascha ci sarà. E lo ha fatto sapere con un tono quasi rassegnato ma sincero: “Giocherò per i miei compagni. È questo che conta.”

    Lo Zverev visto a Torino è stato più duro con se stesso che con gli avversari. La delusione è forte, la frustrazione evidente. E forse proprio questa chiarezza — senza filtri, senza fronzoli — può rappresentare il primo passo verso un 2026 di riscossa.

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