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    TennisTalker MagazineATP Vienna: Zverev ferma Musetti, la corsa per Torino resta viva

    ATP Vienna: Zverev ferma Musetti, la corsa per Torino resta viva

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    Il tedesco si impone in due set comunque tirati e nega a Lorenzo il derby in finale con Sinner. Per Sascha quarantesima finale ATP e vittoria numero 300 sul cemento. Ancora tutto aperto nella Race

    [2] A. Zverev b. [4] L. Musetti 6-4 7-5

    Fine dell’ipotesi tutta azzurra, almeno per questa volta. Lorenzo Musetti si è presentato in semifinale a Vienna con l’aria di chi comincia a credere davvero di appartenere al tavolo dei grandi. Dall’altra parte del tavolo però c’era Alexander Zverev, che certi tavoli, nonostante un’annata tristanzuola, li considera casa sua e oggi ha ricordato a tutti, con grande metodo, perché tutto sommato è ancora numero 3 del mondo. Risultato: 6-4 7-5, un break per set, nessuna palla break concessa in tutta la partita, finale in tasca. Molto tedesco, molto efficiente.

    Sotto la lente, il servizio. È lì che la partita si è decisa e, onestamente, è lì che è finita. Zverev ha viaggiato in modalità bunker: 83% di prime in campo, 83% dei punti vinti con la prima, zero possibilità reali in risposta per Musetti. Questo è il dato che va messo in cornice, perché ha trasformato ogni game di Sascha in territorio proibito.

    Che poi la qualità non è mancata da nessuna delle due parti, lo hanno raccontato i numeri “aperti”, quelli dello scambio vivo. Musetti ha chiuso con 17 vincenti e 18 errori non forzati, Zverev ha risposto con 23 vincenti e 24 gratuiti. Tradotto: partita giocata, non subita. Non è stato un crollo, è stata una serratura. E nel tennis indoor, soprattutto a questi livelli, se l’altro serve così, si può anche suonare il violino, ma la porta non si apre.

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    Per Musetti i momenti stonati sono stati due, sempre con lo stesso copione: il settimo game del primo set e l’undicesimo del secondo. Piccole sbavature, un’accelerazione fuori misura qui, una scelta di tempo sbagliata là. È bastato quello, contro uno che dall’altro lato della rete non ha smesso di furoreggiare con l’archibugio, per ritrovarsi sotto di un break e dover inseguire con il fiatone sempre più forte.

    Per Zverev è stata, volendo, una serata da collezionista. Con la vittoria di oggi Sascha ha toccato quota 300 partite vinte sul cemento in carriera e raggiunto la 40ª finale ATP: stesso numero di Daniil Medvedev, entrambi appollaiati al secondo posto tra i giocatori in attività, dietro solo a Novak Djokovic, che onestamente vive in un’altra galassia con le sue 143 finali sul duro.

    Così, Vienna propone Zverev contro Sinner per l’ottava volta in carriera. Il bilancio resta 4-3 per il tedesco, ma l’ultima voce dell’elenco pesa parecchio: la finale dell’Australian Open, vinta da Jannik in tre set secchi.

    E Musetti? Qui c’è la parte interessante, quella che riguarda Torino. Perché il punteggio di oggi non lo abbatte nella Race. Il quadro, dopo la semifinale di Vienna, resta identico a ieri nei pezzi che contano: Alex De Minaur è settimo con 3745 punti, Lorenzo Musetti è attaccato a 3685. Il primo inseguitore, Felix Auger-Aliassime, è molto più lontano, fermo a 3245 punti alla vigilia dell’ultimo Masters 1000, quello di Parigi indoor che inizia lunedì. Significa che Lorenzo, pur sconfitto, è ancora in pienissima corsa per Torino.

    Questa è la notizia tecnica della giornata, al netto del romanticismo del “quasi derby” con Sinner: Musetti, numero 8 del mondo e numero 2 d’Italia, resta dentro la partita che conta davvero, quella con il badge “maestro” al collo. Traduzione brutale: nulla è saltato, la porta resta aperta.

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