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    TennisTalker MagazineATP Almaty: Medvedev torna re, battuto Moutet dopo due anni di digiuno

    ATP Almaty: Medvedev torna re, battuto Moutet dopo due anni di digiuno

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    Dopo oltre due anni di attesa, Daniil Medvedev è tornato a sollevare un trofeo. Il russo ha conquistato l’ATP 250 di Almaty, superando in una finale intensa e nervosa il francese Corentin Moutet con il punteggio di 7-5, 4-6, 6-3 dopo due ore e 38 minuti di autentica battaglia. È il 21esimo titolo in carriera per il 29enne di Mosca, il primo dal successo agli Internazionali di Roma nel 2023

    Un ritorno atteso 882 giorni

    Era dal maggio 2023 che Medvedev non metteva le mani su un trofeo. Due anni e mezzo in cui ha attraversato fasi altalenanti, cercando la costanza e la fiducia che lo avevano portato a essere uno dei dominatori del circuito. Ad Almaty, sul veloce indoor kazako, il russo ha finalmente ritrovato quel livello, completando uno swing asiatico in crescita con il miglior finale possibile.

    Una finale tesa e imprevedibile

    Il match è stato un concentrato di tensione, talento e nervi saldi. Moutet, mancino e creativo come pochi, ha provato in tutti i modi a rompere il ritmo del russo con variazioni, smorzate e discese a rete. Nel primo set il francese è partito meglio, salendo 2-0, ma Medvedev ha reagito con un parziale di 12 punti a 2, rimontando fino al 7-5 grazie al break decisivo nel dodicesimo game.

    Nel secondo parziale, l’energia del pubblico e l’instabilità emotiva del match hanno fatto da cornice a un set dominato dal francese. Moutet ha trovato subito il break, difendendolo con grande solidità (73% di prime e 29 vincenti totali), e chiudendo 6-4 senza tremare.

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    Il terzo set è stato il più spettacolare e combattuto. Nel quarto game, Moutet ha annullato quattro palle break in un game da 20 punti, ma la spinta del russo non si è fermata. Con lucidità e cinismo, Medvedev ha piazzato l’allungo decisivo nell’ottavo gioco e ha poi servito per il titolo, chiudendo al primo match point sul 6-3.

    Le cifre della vittoria

    Medvedev ha chiuso con 34 vincenti e 15 errori non forzati, vincendo 98 punti contro i 92 del rivale. Ha concretizzato 4 delle 9 palle break avute e cancellato 3 delle 5 concesse. Moutet, d’altro canto, ha mostrato grande combattività e un repertorio tecnico sempre spettacolare, confermandosi uno dei giocatori più imprevedibili del circuito.

    Un nuovo punto di partenza

    Il titolo di Almaty segna un momento simbolico per Medvedev: la fine del digiuno, ma soprattutto il ritorno di una versione di sé più serena, più solida e capace di gestire le situazioni complicate. “Ho lavorato tanto per ritrovare il mio tennis — ha dichiarato il russo dopo la premiazione — e questo titolo significa molto più di una vittoria. È la prova che sto tornando dove voglio essere.”

    Ora lo sguardo si sposta alle ultime settimane della stagione: con punti preziosi guadagnati in Kazakistan, Medvedev può ancora sperare nella corsa alle Finals di Torino. Poco tempo, ma ancora una chance per chi, come lui, ha imparato a non arrendersi mai.

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