Alessandro Cattelan ha scelto un ospite esplosivo per la nuova stagione di Supernova, podcast che conduce su YouTube, ovvero Fabio Fognini
L’ex numero 1 d’Italia Fabio Fognini è stato ospite di Supernova, podcast di Alessandro Cattelan. Fra aneddoti sul circuito, retroscena e analisi sul tennis di oggi, Fabio si è aperto. Il ligure ha raccontato anche di Ballando con le stelle, programma del quale sarà ospite nella prossima edizione, e dove già si era affacciato l’anno scorso. Andiamo a scoprire nel dettaglio l’intervista.
Sul match con Alcaraz e il periodo intorno al ritiro
Inizia subito con leggerezza l’episodio di Supernova, podcast di Alessandro Cattelan, con ospite l’ormai ex tennista Fabio Fognini. Il ligure sembra subito a suo agio al tavolo dell’ex presentatore di X-Factor, e lancia un “televoto” immaginario.
La prima domanda verte subito sul post ritiro, e su quali siano le domande che più vengono fatte a Fogna dai fan.
“In tanti mi chiedono di continuare, ma dopo quella partita con Alcaraz non ci sarebbe stata occasione migliore. Con la vittoria il giorno dopo avrei incontrato il numero 700 del mondo, e sarebbe stato un problema (mentalmente) passare dal centrale a un campo laterale.”
Il ritiro era comunque nell’aria per Fognini, che ha preso un po’ di tempo prima di comunicarlo ma che avrebbe comunque detto addio al tennis a fine anno.
“Sono uscito perdente ma vincitore, e ancora oggi non ho rivisto la partita. Mi piacerebbe farlo un giorno“.
Fabio ha raccontato anche un divertente aneddoto a proposito del sorteggio di Wimbledon 2025, nello specifico di quando ha comunicato alla famiglia che avrebbe giocato contro Alcaraz.
“Flavia era contenta, mio figlio Federico invece mi ha detto <<No papà cavolo perdi>>. Poi li ho invitati e sono venuti a vederla dal vivo“. L’ex top 10 ha raccontato anche che la notte prima della partita, in cui dormiva al fianco della secondogenita Farah, aveva chiesto una sola cosa a sé stesso “per favore Fabio, domani divertiti“.
Su Sinner/Alcaraz e la differenza con gli altri
“Mentalmente mi ricordano il duo Roger e Rafa (Federer e Nadal) dei miei tempi, uno è quadrato (Sinner) mentre l’altro si diverte e ne ha bisogno anche fuori dal campo (Alcaraz). Io ero più come Alcaraz, infatti da due mesi e mezzo non guardo più tennis.”

“Oggi il tennis è uno sport che ti logora tanto a livello mentale. Oggi giocano tutti bene, anche il 500 del mondo. Però c’è un grosso gap fra i primi due e il resto della Top 10 e questa è un’ottima occasione per gli italiani tipo Musetti.”
“Nel mondo del tennis oggi manca uno come me, o come Kyrgios. Uno che fa polemica. Alcuni dicono Bublik, ma lui è più showman ma appena si concentra è molto serio. Un giocatore alla McEnroe ci vuole sempre nel circuito.”
“Da appassionato dico che Carlos e Jannik ci faranno divertire. Sinner dopo gli US Open ha analizzato in modo lucido la situazione, un ragionamento incredibile per un ragazzo di 23 anni.”
Amore e Odio, questo è stato il tennis per Fognini
“Amore perché sono stato fortunato, ho fatto di uno sport il mio lavoro. Ho girato tanti Paesi, ho avuto l’opportunità di conoscere tantissima gente. Odio perché è frustrante, il calendario è molto lungo e con i 1000 di due settimane resti a lungo fuori casa. L’odio è legato alla routine, e a livello mentale richiede tanto“.
La nuova vita post tennis
“Da quando ho smesso non ho più preso una racchetta in mano, se non una volta per giocare con mio figlio Federico, per provare a insegnargli i primi step. Dopo cinque minuti mi ha chiesto di fare partita e dopo 20 minuti ho ceduto.”
“Purtroppo rivedo in lui tanti miei atteggiamenti, dalla camminata al non saper perdere. È in tutto così, dal tennis, al calcio alle partite di Uno dove una volta ha nascosto le carte in mezzo alle gambe.”
“Giocare non mi manca, sto bene con me stesso e non ho mai guardato indietro. Ora la mattina porto avanti io la baracca, non sembra ma fra me e Flavia sono io quello mattiniero.”
Rimpianti?
“Ho tanto da recriminare sull’abitudine alla routine sin da bambino. Ho sempre cercato allenatori che trovassero il modo di farmi rispettare una routine, perché fin da piccolo è stato il mio tallone d’Achille.”

“Il rapporto conflittuale con la stampa è un’altra cosa che rimprovero al me del passato. Dovevo e potevo gestirla in modo diverso, a mio favore senza fare il capoccione.”
Il tema montepremi e costi del tennis professionistico
“Mi ha fatto impressione l’assegno da 5 milioni di Alcaraz agli US Open. Nei primi anni nel circuito ogni tennista deve spendere di tasca propria per tutto, io per fortuna avevo i miei genitori dietro. Oggi i primi 100 riescono a vivere con il tennis, per gli altri dipende da sponsor ed età.”
“Quando sei molto avanti con l’età e dopo il tennis la scelta più rapida è fare l’allenatore. Alcuni diventano maestri nei circoli o diventano manager o restano dentro l’ATP. Non è facile ricominciare con una nuova vita.”
Torneo preferito? Con battuta su Wimbledon
“Io sono sempre stato un terraiolo, quindi il Roland Garros. Ultimamente mi è piaciuta tanto l’Australia anche se è lontana. Ti metteva serenità, Melbourne è bellissima, sono tutti cordiali. Per me era importante anche il clima, che a Parigi e Wimbledon non aiutava molto.”

“Wimbledon prima lo odiavo, alla fine per come sono andate le cose è fra i miei preferiti.”
Pascal, il rapporto con gli arbitri e il tennis moderno
“La famosa discussione con Pascal è diventa iconica, ogni volta che ci vediamo mi abbraccia e ridiamo insieme. Oggi agli arbitri non puoi dire più nulla, la chiamata del computer non è contestabile”, fra le risate ha poi aggiunto “puoi sempre offendere l’arbitro ma non c’è più gusto“.
“I pugni alzati a inizio partita hanno un po’ stancato, i consigli dagli angoli dei coach però mi piacciono. Ti aiutano a riallinearti, a riflettere, magari non segui alla lettera le indicazioni perché alla fine decidi tu in campo, però sono favorevole.”

Sul periodo d’oro del tennis italiano
“Avere Jannik numero 1 aiuta tanto il movimento, lui è la nostra fortuna. La Federazione sta facendo un ottimo lavoro, hanno investito molto. Da ex tennista è bellissimo vedere tutta questa passione.”
“Ora con la mia agenzia di management sto seguendo Cobolli. Abbiamo l’obiettivo di aiutare i giovani a diventare professionisti, senza ripetere gli errori che io ho fatto sulla mia pelle. I professionisti diventano vincenti quando pensano solo al tennis.”
“Flavio mi ascolta, con lui è nato un bel rapporto e lui ha avuto sempre tanta stima nei miei confronti. Con la nuova generazione però si fa fatica, perché girano più soldi e perdono di vista gli obiettivi reali e il valore umano.”