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    Sinner, la lezione di New York

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    “Carlos è stato migliore, ma io devo diventare meno prevedibile”

    Il sogno di Jannik Sinner di confermarsi campione agli US Open si è interrotto in finale, di fronte a un Carlos Alcaraz praticamente perfetto e particolarmente ispirato. Lo spagnolo ha vinto in quattro set (6-2, 3-6, 6-1, 6-4), tornando numero 1 del mondo e interrompendo le 65 settimane consecutive da leader dell’altoatesino.

    In conferenza stampa, Sinner ha analizzato, con l’umiltà che lo contraddistingue, la partita e soprattutto il futuro: per continuare a vincere serviranno dei cambiamenti.

    “Carlos è stato più pulito di me”

    Il primo pensiero è andato all’avversario: “Carlos oggi è stato più pulito in tutto. Quello che avevo fatto bene a Londra, lui lo ha fatto meglio qui. Ha servito meglio, ha trovato più soluzioni, ha alzato il livello quando serviva. Gli va dato merito: ha gestito la situazione meglio di me.”

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    “Troppo prevedibile: devo uscire dalla comfort zone”

    Il discorso di Sinner si è poi concentrato soprattutto sul suo gioco: “Sono stato troppo prevedibile. Non ho giocato volée, non ho usato la palla corta. Contro Alcaraz non puoi fare sempre le stesse cose. Dovrò provare a cambiare, anche a costo di perdere qualche partita. L’obiettivo è diventare un giocatore meno leggibile e più completo.”

    Poi ha aggiunto: “Non diventerò mai come lui, sarò sempre io, ma dovrò spingermi in zone in cui non mi sento a mio agio. Solo così, quando torni nella tua comfort zone, diventi più forte. È un altro mattoncino da aggiungere.”

    Il (da oggi) numero 2 del mondo ha spiegato che il suo tennis solido da fondo campo non basta più per fronteggiare un rivale così fantasioso ed in grado di trovare sempre soluzioni e colpi diversi: “Sono un ottimo ribattitore e un buon colpitore da fondo, ma serve altro. Devo aggiungere variazioni al servizio, rischiare qualche soluzione diversa, anche se all’inizio può voler dire perdere.

    “Non sono una macchina”

    Sinner ha affrontato anche le critiche al suo servizio e agli errori insoliti commessi su 3 risposte sbagliate clamorosamente di dritto: “Con meno del 50% di prime contro Carlos sei sempre sotto pressione, e oggi ho risposto troppo poco. Può succedere, ci sono giornate in cui non giochi al 100%. E poi, non sono una macchina: posso sbagliare anch’io. E speriamo l’anno prossimo di metterle in campo quelle 3 risposte sbagliate” ha infine ironicamente aggiunto.

    Un 2025 comunque straordinario

    Certo, la delusione c’è, ma l’azzurro non dimentica quanto fatto durante tutta la stagione: “Quattro finali Slam, due vinte e due perse, è qualcosa di incredibile. Sono orgoglioso dei risultati e del percorso. Ora voglio finire l’anno al massimo e continuare a crescere.”

    Con gli Australian Open e Wimbledon in bacheca, più le finali di Roland Garros e US Open, l’altoatesino si conferma, insieme ad Alcaraz, il dominatore del circuito.

    Dopo i Big Three, oggi ci sono i Big Two

    Infine, uno sguardo al futuro sulla sfida che sta segnando la nuova era del tennis: “Non è solo una questione di trovare soluzioni contro Carlos, ma di migliorare me stesso. Abbiamo già tanta storia alle spalle su superfici diverse, e credo che questo renderà la rivalità ancora più interessante.”

    La sfida con Alcaraz è appena cominciata!

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