Altmaier lo sorprende con un servizio da sotto, il greco perde la partita e la pazienza: “La prossima volta non chiederti perché ti colpisco”
A Flushing Meadows, in un torneo che non smette mai di offrire commedie umane oltre che sportive, Daniel Altmaier ha battuto Stefanos Tsitsipas per 7-5 al quinto in coda a quattro ore e mezza di lotta. Fin qui, cronaca. Ma a fare notizia è stato soprattutto quel gesto che di solito si vede nei tornei di circolo, tra amici pronti a sfidarsi per una birra: il servizio sotto mano. Ma più del servizio da sotto, ormai da tempo reintrodotto nel Tour per precipuo merito di Alexander Bublik detto Sasha, a tenere banco è stata la classica polemica conseguente. Ma perdonateci, non abbiamo ancora dato un volto ai protagonisti.
Nel ruolo di battitore a sorpresa Daniel Altmaier, che ha piazzato l’indigesto servizio sul 4-3 del quarto set. In quello di parte lesa, e di polemico linguacciuto al momento della stretta di mano, Stefanos Tsitsipas, il cui umore tende da tempo al sulfureo a causa dei risultati costantemente scadenti degli ultimi mesi e degli irrefrenabili capitomboli in classifica.
Alla fine del match, che il giocatore da Kempen ha vinto confermandosi bestia da quinto set (con il successo sul greco lo score dice 6-2 nelle maratone giocate in carriera negli Slam), l’ex numero 3 del mondo si è presentato alla stretta di mano con parole poco felpate: “La prossima volta non chiederti perché ti colpisco, se servi da sotto,” ha detto il greco all’avversario chiarendo perché lo avesse intenzionalmente colpito con una pallata durante uno scambio.
Ne è venuta fuori la solita scenetta da tennis contemporaneo: pubblico diviso, qualche fischio, l’avversario che se ne va alzando la mano e, va detto, con un certo aplomb: “Si sfoghi, faccia pure,” è sembrato dire Altmaier, “io intanto mi preparo per la prossima partita“.
Sarà infatti il buon Daniel a sfidare De Minaur al terzo round, mentre Tsitsipas incassa l’ennesima batosta di un periodo funestato in gran parte dalle sue scelte e dal suo atteggiamento. L’antica arte del serve underarm, da Chang a Kyrgios, continua nel frattempo a far discutere; l’altrettanto antica consuetudine della rosicata post cladem non servirà certo a tirare il destabilizzatissimo Stefanos fuori dalla buca.
