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    Sinner: “Dissi ai miei genitori che avrei smesso a 23/24 anni se non fossi stato in top 200”

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    Jannik Sinner è tornato a parlare nella conferenza pre-US Open dopo la finale persa per ritiro a Cincinnati contro Alcaraz

    Jannik Sinner è tornato a New York ad un anno di distanza dalla sua prima e straordinaria vittoria allo US Open. Un successo che arrivò in un periodo difficilissimo da gestire, con il caso “clostebol” non ancora alle spalle e il conseguente allontanamento del suo staff atletico. In conferenza il numero uno al mondo è tornato a parlare di quel periodo complicato della sua vita: “Adesso mi sento diverso, certo. L’anno scorso era una situazione molto più stressante, anche perché arrivata proprio prima di uno Slam. È stato difficile gestire tutto. Anche per me che sono ancora giovane”.

    Se nel 2024 l’azzurro era riuscito però a vincere il Masters 1000 di Cincinnati, quest’anno si è dovuto arrendere ad un brutto virus costringendolo al ritiro in finale. C’era qualche dubbio sulla sua condizione fisica, ma Jannik ha tranquilizzato tutti: “A Cincinnati ho avuto un virus che hanno avuto anche altri giocatori. Mi sono ripreso quasi del tutto, non ancora al 100%, ma puntiamo ad arrivarci in un paio di giorni. Quindi dovrebbe andare tutto bene per il torneo”. 

    Il racconto delle difficoltà della vita di un tennista professionista

    Molto interessante un passaggio del Media Day, nel quale Sinner ha spiegato come nel tennis sia difficile “vivere” poiché il costo della vita è molto alto: “Ai miei genitori dissi – ero giovane quando sono andato via di casa – che se a 23 o 24 anni non fossi stato nei primi 200 avrei smesso, perché non potevamo permettercelo con i soldi che avevamo. Viaggiare per i tornei costa tanto. Se hai un coach, ancora di più. Sono stato molto fortunato perché già a 18 anni ho iniziato a guadagnare, e lì mi sono sentito più sicuro. Quando sei giovane, dici solo un sogno

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    “Non ci credi nemmeno davvero” – ha continuato Jannik – “A volte dicevo: ‘Voglio diventare numero 1 del mondo, o vincere uno Slam’. Ma erano solo sogni. La posizione in cui sono oggi era ben oltre i miei sogni. Adesso è diverso. Ora capisco il mio potenziale. Capisco che se gioco bene posso vincere tornei. La prospettiva è diversa. Ma se mi chiedi da giovane, il mio sogno era solo entrare nei primi 100. Sarebbe stata la mia felicità“.

    Sinner allo US Open (foto presa da pagina adkronos)
    Sinner allo US Open (foto presa da pagina adkronos)

    Alla fine della conferenza, l’altoatesino ha fatto divertire anche i giornalisti presenti. Alla domanda “Che cosa cambieresti del tennis oggi?”, Sinner ha risposto: Molte cose, ma non vi dico quali…– chiudendo con un grande sorriso.

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