More
    TennisTalker MagazineDjokovic e la rivalità monotona: "Tra Sinner e Alcaraz serve un terzo incomodo"

    Djokovic e la rivalità monotona: “Tra Sinner e Alcaraz serve un terzo incomodo”

    - Advertisement -

    Dal media day dello US Open, il fuoriclasse serbo applaude alla sfida tra Jannik e Carlitos, con un pizzico di nostalgia: “Un tempo c’erano solo Roger e Rafa, poi sono arrivato io…”

    Novak Djokovic è riapparso a New York con la calma di chi sa di non dover dimostrare più nulla. Al media day dello US Open, la leggenda da Belgrado ha parlato a lungo del circuito, delle sue priorità e del futuro del tennis. L’assenza dai tornei estivila semifinale di Wimbledon contro Jannik Sinner ultima partita ufficiale giocata l’11 luglio – non lo ha turbato: Djokovic non insegue più le classifiche, non lo ossessionano i punti, ciò che conta è la famiglia, oltre alla libertà di scegliere senza assilli. “Ho deciso di non competere perché volevo passare più tempo con i miei cari. Credo di essermi guadagnato il diritto e il lusso di decidere dove andare e quali tornei giocare,” ha spiegato il serbo.

    Nole ha toccato anche il tema più scottante: i Masters 1000 allungati a due settimane. “Non mi piacciono più, sono troppo lunghi. Oggi abbiamo quasi dodici Slam all’anno: quattro ufficiali e otto tornei che ormai hanno la stessa durata. Io non penso più alle classifiche, ma solo a dove trovare motivazione e gioia che mi permettano di provare a dare ancora il meglio di me in campo”. Un discorso anche legato a doppio filo al calendario privato: “Mia figlia compie gli anni il 2 settembre, forse lo perderò, ma voglio trovare un equilibrio tra tennis e vita familiare”.

    Djokovic non ha lesinato un commento circa i prize money girati ai professionisti dai Major in giù, un argomento sempre più al centro del dibattito anche per il contributo alla discussione dato negli anni dalla PTPA, il contro-sindacato fondato da Nole insieme a Vasek Pospisil nel 2020 in piena epoca Covid. L’aumento dei premi allo US Open 2025 lo ha trovato ovviamente favorevole, anche se il ventiquattro volte campione Slam ritiene, tendenzialmente a ragione, che non si tratti di nulla di risolutivo: “Ogni incremento è positivo, ma non basta. Non ci sono molti tennisti al mondo che vivono davvero di questo sport, e non credo che la questione sia stata affrontata abbastanza seriamente e con una reale volontà di migliorare le cose”.

    - Advertisement -

    Infine, non poteva certo mancare il giudizio del tennista più vincente di ogni epoca sulla rivalità che infiamma il tennis di oggi, portata nell’arena da due ragazzi che in teoria avrebbero l’inconfessabile ambizione di superarlo. “La loro rivalità è incredibile. Ciò che Sinner e Alcaraz hanno fatto negli ultimi due anni è straordinario. Le loro finali al Roland Garros, a Wimbledon e altrove sono state semplicemente magnifiche per il nostro sport,” ha comunicato il serbo, il quale però non rinuncia a sperare in una competizione meno esclusiva nel prossimo futuro. ““Vorrei che un terzo giocatore entrasse in questa dinamica,” ha detto Nole. Rune ha avuto alti e bassi, Fonseca può crescere. Io mi identifico in quel ruolo: ero il terzo tra Federer e Nadal. Sarebbe bello rivederlo oggi”.

    Così, nell’attesa del suo ennesimo debutto a Flushing Meadows, Novak indossa i panni dello spettatore partecipe, e anche un po’ del padre nobile: a trentotto anni, il Signor Djokovic non intende essere soltanto il protagonista assoluto, ma anche l’osservatore esperto che medita su un duello destinato a definire l’epoca successiva alla sua, augurandosi che il tennis ritrovi la ricchezza delle grandi rivalità a tre.

    - Advertisement -
    Classifica Super Simulata FITP esclusiva TennisTalker
    Classifica Armonizzata FITP esclusiva TennisTalker

    Instagram Gallery

    Ti potrebbe interessare...

     

    Segui i tornei in collaborazione con TENNISTALKER MEDIA PARTNER

    Tennistalker Club - 15% sconto su Tennis Warehouse Europe

    più popolari