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    Wimbledon, tra tradizione ed imprevisti: Dimitrov si ritira, Murray critica la gestione

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    La sospensione per chiudere il tetto del Centrale ha scatenato le polemiche: il bulgaro si infortuna, Andy attacca l’organizzazione e torna il dibattito sulle regole “antiche” dell’erba londinese

    A Wimbledon non passa anno senza che la tradizione diventi motivo di discussione. L’ultimo caso è scoppiato durante gli ottavi di finale tra Jannik Sinner e Grigor Dimitrov, interrotti lunedì sera per consentire la chiusura del tetto del Centre Court. Una decisione presa poco dopo le 20:30 (ora locale) nonostante ci fosse ancora luce sufficiente, e che, secondo alcuni ha generato conseguenze impreviste.

    Il bulgaro, avanti due set a zero contro il numero uno del mondo, è tornato in campo dopo 13 minuti di pausa forzata. Ma pochi scambi dopo ha accusato un infortunio che lo ha costretto al ritiro. Sui social si è scatenato il dibattito: la pausa ha raffreddato i muscoli? Il cambio di condizioni ha inciso? Oppure solo una coincidenza?

    Andy Murray, due volte campione a Wimbledon, non ha usato mezzi termini: “Ridicolo chiudere il tetto in quel momento. C’era ancora più di un’ora di luce, si poteva tranquillamente giocare un altro set. È un torneo all’aperto!”, ha scritto su X.

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    L’organizzazione ha replicato con la consueta prassi: il tetto viene chiuso intorno alle 20:30 per evitare interruzioni successive nel bel mezzo di un set, dato che le luci artificiali possono essere accese solo con il tetto chiuso – una regola imposta dal comune di Merton per non disturbare i residenti dell’area con rumore e illuminazione oltre le 23:00.

    Tim Henman, ex numero uno britannico e oggi voce BBC, ha invece difeso la scelta: “Le condizioni con il tetto chiuso sono perfette, senza vento e con luce costante. I giocatori sudano di più, ma si gioca in modo uniforme.”

    Più critico Greg Rusedski, che ha sottolineato come il cambio abbia favorito Sinner:
    Finché Dimitrov stava giocando in quelle condizioni, era dominante. Chiudere il tetto ha rallentato il gioco e ha favorito l’italiano.

    Ma al di là delle opinioni, il vero nodo resta la gestione. Ogni anno, Wimbledon viene celebrato all’inizio per il suo fascino unico: la tradizione, il bianco d’obbligo, le fragole con panna. Si accettano limiti come il divieto di giocare oltre le 23:00, l’impossibilità di accendere le luci senza chiudere prima il tetto, o le pause per non disturbare i vicini. Ma fino a che punto questi vincoli possono influire direttamente sull’andamento dei match?

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