Nel podcast “Served with Andy Roddick”, Darren Cahill ha aperto una finestra sincera e preziosa sul lavoro quotidiano con Jannik Sinner. Dall’intensità emotiva dopo la finale del Roland Garros alla fame di crescita che spinge il numero uno del mondo a prendere decisioni coraggiose, passando per i consigli dettagliati di Djokovic e una riflessione sul proprio futuro
“Ormai ci aspettiamo che ci sorprenda”
Una delle costanti nel percorso con Sinner, secondo Cahill, è la sua capacità di sorprendere anche chi lo allena ogni giorno. Prima degli Internazionali di Roma, gli allenamenti non erano stati particolarmente brillanti. Il team si aspettava magari un paio di vittorie, giusto per rimettersi in ritmo. Ma in partita Jannik ha cambiato marcia, giocando un tennis scintillante fino alla finale.
Lo stesso è accaduto nella finale del Roland Garros contro Carlos Alcaraz: cinque ore e mezza di intensità altissima, un livello tecnico e mentale che ha impressionato perfino i suoi allenatori.
“È stato il momento in cui sono stato più orgoglioso di lui e non è poco, considerando i tre anni di successi e crescita condivisa” ha dichiarato Cahill.
Il silenzio dopo la sconfitta a Parigi
Proprio sulla finale del Roland Garros 2024 si è concentrata gran parte dell’intervista. Dopo la sconfitta con Alcaraz, nello spogliatoio si è scelto il silenzio.
“C’era tanta delusione. Jannik è rimasto seduto per 15 o 20 minuti senza dire una parola. Uno per uno, ci siamo avvicinati solo per dargli un abbraccio” ha raccontato Cahill.
In quel momento, nessun discorso tecnico. Nessuna lezione da trarre. Solo empatia.
“Gli abbiamo detto che eravamo fieri di lui, del suo impegno. Ma non era il momento per analizzare nulla. Bisognava solo lasciargli spazio. C’è stata tristezza, qualche lacrima. Anche per noi.”
“Cambiamo il servizio. Ora.”
Un altro episodio emblematico riguarda la modifica del servizio poco prima di Wimbledon 2023. Una decisione che molti hanno definito azzardata. Ma non fu imposta dallo staff: fu Sinner stesso a voler anticipare i tempi.
Reduce da una sconfitta al quinto set contro Altmaier al Roland Garros, Jannik sentiva il bisogno di cambiare, subito.
“Avevamo pianificato di lavorare sul servizio a fine stagione. Ma lui ci ha detto: ‘No. Lo voglio fare ora.’”
Un rischio calcolato, che dimostra la mentalità di un atleta che non teme di mettere in discussione sé stesso per migliorare.
Il consiglio (dettagliato) di Djokovic
Un altro momento chiave dell’intervista è legato a Wimbledon 2022. Sinner, dopo essere andato avanti di due set contro Djokovic, subisce una rimonta. A fine partita, Cahill si avvicina a Novak:
“Capisco se non vuoi dire nulla, ma c’è qualcosa che hai notato in Jannik che dovrebbe migliorare?”
La risposta, inaspettata, è stata un’analisi dettagliata: mancanza di variazioni, poco gioco a rete, risposta solida ma poco aggressiva…
“Non ci ha detto nulla che non avessimo già visto” ha ammesso Cahill.
“Ma quando lo abbiamo raccontato a Jannik dicendogli che veniva da Novak, l’effetto è stato completamente diverso.”
Un esempio perfetto di come, nel tennis, spesso non conta solo cosa si dice, ma chi lo dice.
Il futuro di Cahill: “Forse è l’ultimo anno”
Infine, Cahill ha accennato al suo futuro da coach. Aveva confidato al team che il 2025 sarebbe potuto essere il suo ultimo anno. Ma a rendere pubblico il tutto… è stato Jannik stesso, in conferenza stampa dopo il primo turno dell’Australian Open.
“In realtà mi sto divertendo troppo per fare piani certi” ha detto sorridendo.
“Allenare Jannik è stimolante, ma so anche che può essere utile per lui avere un giorno una visione diversa, un cambiamento di prospettiva.”
La chiusura di Roddick: “Cahill merita la Hall of Fame”
Nel finale dell’intervista, Andy Roddick ha voluto rendere omaggio alla carriera di Darren Cahill, sottolineando il peso del suo contributo nel tennis. Coach di ben quattro numeri uno al mondo, Cahill, secondo Roddick, merita un posto nella Hall of Fame, non solo per i successi ottenuti, ma anche per la capacità di affrontare momenti difficili e per la reputazione impeccabile che si è costruito nel circuito.

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