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    Carlos Alcaraz fa paura: “Avrei potuto giocare anche a occhi chiusi”

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    Carlitos, che venerdì contenderà a Lorenzo Musetti un posto nella finale del Roland Garros, ha tramortito Tommy Paul con una prova impressionante: “È stata la partita perfetta”

    Se i bookmakers lo danno favorito per la vittoria finale dell’Open di Francia con un buon margine su Jannik Sinner e il resto della concorrenza un motivo ci sarà. E in effetti, guardando alla prestazione mostruosa inscenata ieri sul Philippe Chatrier contro il malcapitato – è proprio il caso di dirlo – Tommy Paul, non si fatica a trovarsi d’accordo con gli allibratori.

    Carlos Alcaraz, dopo un inizio di stagione altalenante in cui buoni risultati si sono costantemente alternati a inspiegabili cadute, dall’inizio della stagione sul rosso ha costantemente fatto la voce grossa. La costanza, appunto, chimera per il fenomeno di Murcia, è arrivata, forse non a caso, proprio con l’avvento del periodo dell’anno a lui più favorevole. Sul mattone tritato, al momento, il primo è lui: Sinner, almeno per ora, deve vestire i panni dello sfidante, e non solo perché il campione in carica a Parigi è il numero due del mondo.

    La prestazione con cui Alcaraz si è regalato la settima semifinale Slam della carriera è stata un fotonico concentrato di aggressione, anticipi, manualità, sfacciataggine: un frullatore tennistico impostato a velocità supersonica, nel quale Tommy Paul è finito tritato e restituito a pezzettini al suo angolo alla fine del match.

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    Il quarto di finale della parte più a sud del tabellone si è srotolato in un’ora e trentasei minuti di massacro sportivo, punteggiato di statistiche inquietanti, per l’avversario, s’intende: zero palle break concesse, cinque punti smarriti nell’intero incontro con la prima di servizio, venticinque vincenti di dritto. Una mattanza.

    Avrei potuto giocare anche a occhi chiusi talmente sentivo bene la palla, è stata la partita perfetta,” ha detto Carlos in conferenza stampa, e non si fa fatica a credergli. “Per me Parigi è un luogo speciale, c’era un’atmosfera incredibile, ho solo pensato a eseguire il piano tattico che avevo preparato e a colpire la palla più forte possibile. Tornare a giocare una semifinale qui è bellissimo, anche se andare avanti sarà per forza dura“.

    Con la vittoria di ieri contro Paul, il ragazzo da El Palmar ha toccato quota venti vittorie sul rosso in stagione, un numero strabiliante. “Tutti sanno cosa sia stato il 2025 finora per me: buoni tornei, seguiti da eliminazioni nei primi turni, seguite da altre buone prestazioni, seguite da nuovi KO precoci,” l’analisi di Carlos. “Adesso ho trovato una buona stabilità, non solo tra un torneo e l’altro, ma anche all’interno di uno stesso torneo e del singolo match, e sto riuscendo a evitare i momenti di pausa e le distrazioni“.

    Venerdì spazio alla semifinale contro Lorenzo Musetti, per il terzo scontro diretto con l’azzurro in poco più di un mese dopo quelli andati in scena a Montecarlo e Roma, entrambi finiti con la vittoria dello spagnolo. Tra oggi e domani, però, ci sarà tempo per un po’ relax: “Nei giorni off provo a riposare il più possibile e a recuperare al meglio; se possibile cerco di visitare la città e di fare cose extra tennis, perché staccare la mente è molto importante“.

    Giusto respirare un paio di giorni, magari meditando davanti a un Pissarro, o a un Renoir, al Musée d’Orsay. Perché nel weekend lungo ci sarà da lavorare, e i colleghi richiederanno il massimo impegno prima di concedergli il bis nella Ville Lumière.

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