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    Gipo Arbino oggi: “Travaglia e Romano sono di due generazioni diverse, ma hanno la stessa voglia di mettersi in gioco”

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    Lo storico allenatore di Lorenzo Sonego racconta a TennisTalker la sua esperienza con Stefano Travaglia, Filippo Romano e la passione inesauribile che lo spinge ancora sui campi da tennis a 70 anni

    Durante il torneo Challenger 100 che si sta disputando sui campi del Tennis Club Palladio a Vicenza, abbiamo incontrato uno dei coach più noti e stimati del panorama tennistico italiano.

    A 70 anni compiuti da poco, Gipo Arbino non ha perso un briciolo dell’entusiasmo che lo ha accompagnato per tutta la vita. Storico allenatore di Lorenzo Sonego, che ha portato dal settore giovanile fino al numero 21 del mondo, Arbino oggi allena due profili molto diversi tra loro: da una parte Stefano Travaglia, professionista esperto con un passato nella Top 60, dall’altra il giovane Filippo Romano, classe 2005, ancora agli inizi del suo percorso internazionale. Due sfide distinte, ma ugualmente stimolanti.

    Partiamo da Stefano Travaglia. Ci racconta del lavoro che sta facendo con lui?

    Stefano avrà 34 anni a fine anno, ma ha ancora tanta voglia di crescere e migliorarsi. Mi piace seguirlo proprio per questo. Non è facile, a quell’età, cambiare abitudini tecniche e tattiche. Eppure, da quando lo alleno, ha fatto tanti piccoli ma significativi passi in avanti.

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    Tra le modifiche più rilevanti c’è stato l’adattamento del servizio, necessario a causa di un problema al tendine rotuleo. Abbiamo dovuto cambiare impostazione, passando dal foot up al foot back per evitare un sovraccarico alla gamba sinistra. Abbiamo perso un po’ in velocità, ma guadagnato in precisione e stabilità. È stato bravissimo ad accettare questo cambiamento.

    Il dritto è da sempre il colpo preferito da Stefano, come state lavorando sul rovescio?

    Il dritto è un colpo molto forte, mentre il rovescio secondo me è stato sempre un po’ sottovalutato. In realtà è un colpo pulito, piatto, ma efficace se prende bene la palla. Quando ho iniziato ad allenarlo, lo colpiva spesso in fase discendente, senza rotazione, e questo lo rendeva falloso. Ora sta migliorando molto anche su questo.

    Come vi trovate insieme nella quotidianità?

    Stefano è un ragazzo d’oro. È molto organizzato, anche nella vita quotidiana ed è facile convivere con lui. È un giocatore completo, si muove benissimo, è in forma, non ha un filo di grasso. Ha ancora tanta passione e, se a quest’età si rimette in gioco così, vuol dire che ci crede davvero. Per me vale un bel 10!

    E proprio finché scriviamo, è arrivata la notizia della vittoria di Stefano Travaglia che, in coppia con Federico Bondioli (leggi QUI l’intervista di TennisTalker al giocatore di Ravenna), ha vinto il doppio degli Internazionali di Tennis – Città di Vicenza, Trofeo FL Service.

    Federico Bondioli - Stefano Travaglia
    Federico Bondioli e Stefano Travaglia sono i vincitori del torneo di doppio degli Internazionali di Tennis Città di Vicneza

    E cosa ci racconta invece della new entry Filippo Romano?

    Lo alleno da circa sei mesi. Ci siamo conosciuti in Germania durante la Bundesliga, dove ero andato con Travaglia. Lì ho conosciuto lui, il padre e anche il suo giovane maestro, davvero molto bravo.

    Ci siamo poi rivisti dopo qualche mese e il papà mi ha chiesto di seguire Filippo e ho visto che anche il ragazzo ci teneva molto. Ho subito dovuto chiarire che potevo seguirlo principalmente a Torino, perché per i tornei avevo già Lucrezia (ndr: Lucrezia Musetti, allenata da Arbino fino a poco tempo fa) e Stefano come priorità. Ma lui ha insistito: pur di lavorare con noi, si è organizzato per venire, da La Spezia, a Torino.

    Quindi due realtà completamente diverse: un giocatore esperto e uno che sta iniziando

    Esatto. Anche se Filippo è un osservato federale, quindi c’è già molta attenzione su di lui. Con me lavora anche Federico Maccari, un maestro bravissimo e anche ex giocatore. Allo Sporting di Torino, dove abbiamo la base, lui segue Filippo quando io non ci sono. Stiamo costruendo un vero e proprio team attorno a Filippo. È un progetto ancora agli inizi, ma vogliamo curare ogni aspetto: dalla tecnica, alla preparazione atletica, grazie anche al supporto della Federazione. Filippo, per il momento, gioca meno Challenger di Stefano quindi serve un lavoro diverso,

    Non è facile seguirli entrambi, in contemporanea, ma ne vale la pena.

    Posso chiederle un’ultima cosa? Mi risulta che abbia compiuto 70 anni quest’anno. È corretto? Da dove nasce tutta questa passione e voglia di mettersi sempre in gioco?

    [Ride] Sì, è corretto. Ma ho ancora tanta voglia di insegnare. La mia è una passione vera che in realtà però è nata tardi. Ho iniziato a giocare a tennis a 18 anni, un po’ per caso. A 24 ho fatto il corso da istruttore e poi sono arrivato ad essere maestro nazionale. Con il tempo ho formato oltre 200 seconde categorie, e diversi giocatori e giocatrici con classifica mondiale. Oltre a Federica Di Sarra (340 WTA), ovviamente non posso non nominiare Lorenzo Sonego.

    Lui era un po’ il mio sogno: prendere un bambino di 10 anni e portarlo nei Top 100. Invece siamo arrivati al numero 21 del mondo, senza mai cambiare team. È stata una favola bellissima. Anche se poi il percorso si è interrotto, sono stati anni straordinari. E ne sono molto orgoglioso.

    E noi con lei, coach Arbino!

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