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    ATP Barcellona: è uno sporco lavoro, ma a Rune tocca farlo

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    Holger batte il figliol prodigo Ramos, che saluta per l’ultima volta il pubblico della sua città natale. Lotta furibonda da “terra” tra Pedro Martinez e Nakashima. Rublev ok

    Albert saluta – Forse, anzi, sicuramente, ad Albert Ramos non sarebbe dispiaciuto giocare qualche punto in più prima di salutare definitivamente il torneo della propria città natale, ma il sorteggio non è stato – non lo è quasi mai, in casi come questo – compassionevole. La dea bendata ha messo Albert di fronte a Holger Rune, uno che può concedere, e perfino perdere match in cui parte favoritissimo, ma non certo il pesce migliore tra quelli pescabili. Ha finito per perdere in due, Albert Ramos Vinolas, e non è una sconfitta come tante. Come sappiamo, infatti, il terraiolo d’origine controllata catalana a fine stagione lascerà il tennis giocato, e questa era dunque l’ultima possibilità di giocare a tennis da professionista nella città che gli ha dato i natali.

    Ci sarà ancora qualche campo da salutare, da qui alla fine dell’anno, mentre qualcuno, Pista Rafa Nadal a parte, è stato già congedato. Significativa, in particolare, la passerella della scorsa settimana a Montecarlo, nel Principato teatro del miglior risultato in carriera ottenuto da Ramos: la finale del 2017 persa proprio contro Rafa Nadal, la leggenda che dal 2017 (ma toh?) dà il nome al campo centrale di Barcellona. Abbastanza per farsi venire il mal di testa, pensando a tutte le coincidenze del caso, ma anche da farsi venire i lacrimoni. Holger Rune, tuttavia, non ha potuto esimersi: lo sporco lavoro stavolta è toccato a lui.

    Gli altri match – È iniziata la stagione sul mattone tritato, quello vero, e si vede: Brandon Nakashima è cresciuto in un altro elemento, ma oggi è stato involontario – e sfortunato, anche – protagonista del più classico dei match da laterizio. Alla fine di tre ore e dieci minuti di rissa aggrovigliatissima e 231 punti giocati, il povero Brandon ha dovuto stringere la mano da sconfitto a Pedro Martinez.

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    Faceva tenerezza, l’inesorabile cannoniere del circuito Giovanni Mpetshi Perricard, abituato a veder tornare la pallina molto di rado dopo un suo servizio. Ceduto in volata il set inaugurale a Medjedovic, il duemetri francese ha perso la partita nel modo per lui più beffardo, ossia subendo due minibreak consecutivi dal 6-5 (e set point) a favore nel tie break del secondo. Su una superficie differente e nelle medesime congiunture di punteggio, tutti si sarebbero messi il cuore in pace prendendo atto dello slittamento dell’order of play.

    Detto della sconfitta di Arnaldi, che dopo aver vinto il primo set non ha saputo trarre vantaggio dalle recenti insicurezze di Seb Korda, segnaliamo in conclusione la vittoria ottenuta dalla quarta testa di serie Andrey Rublev, mai davvero messo in difficoltà da Jesper De Jong.

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