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    Una giornata al Rolex Montecarlo Masters in compagnia di TennisTalker

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    Tra campioni in azione, atmosfera esclusiva e il profumo del mare a due passi dai campi, vi raccontiamo tutto: dai match più belli al cibo, dagli aneddoti nel village agli angoli nascosti del Country Club. Pronto a scendere in campo con noi?

    (Dal nostro inviato: Fabio Massetti)

    Non so bene da dove iniziare. Forse dal mare che brilla dietro al Court Rainier III, o dal suono secco delle palline che rimbalzano sul rosso della terra battuta. O forse da quel momento in cui ho visto Berrettini fare un passante da cineteca e tutto lo stadio è esploso.
    L’8 aprile 2025 non è stata solo una giornata di tennis. È stato un viaggio dentro uno dei tornei più belli del mondo, vissuto metro dopo metro, punto dopo punto. Ecco com’è andata.

    L’ingresso al Monte-Carlo Country Club: tra emozione e rituali

    Sono entrato poco dopo le 9:30. Aria tiepida, cielo limpido, la folla che piano piano affolla i tornelli. Tutti sorridono, tutti carichi. Lo senti subito che qui il tennis non è solo sport: è atmosfera, eleganza, storia.
    Mi fermo a guardare la vista sul mare dal bordo del centrale. Un colpo al cuore, ogni volta. Ma il tempo stringe: si comincia.

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    Prima tappa: Dimitrov vs Jarry – l’arte bulgara in scena

    Alle 11 ero già con gli occhi incollati al Court Rainier III per Grigor Dimitrov contro Nicolas Jarry. Partenza in salita per Grigor, che subisce un break in apertura. Ma è solo un attimo: rientra subito, si scioglie, e inizia a dipingere il tennis come pochi al mondo sanno fare.
    Nel primo set, dopo aver riequilibrato i conti, basta un break sul 3-2 e poi tutto fila liscio fino al 6-3. Mai una palla break concessa dopo il primo game. Mai una sbavatura. Solo rovesci in back che scivolano bassi, smorzate perfette e quel modo tutto suo di muoversi in campo con grazia.

    Il secondo set è un dominio iniziale: 3-0 Dimitrov. Jarry prova a rientrare, ma sembra sempre due passi indietro. Eppure, sul finale, succede qualcosa: Dimitrov va a servire sul 5-4 e improvvisamente trema. Sei match point annullati, brividi, pubblico incollato alla sedia. Ma alla settima chance, chiude. E io lì a battere le mani, con la pelle d’oca.

    Rune vs Borges – un addio improvviso

    Soltanto quindici minuti dopo entra in campo Rune contro Borges. Ma la partita dura poco. Il danese, vice-campione qui l’anno scorso, accusa un infortunio al ginocchio sul 2-2. Continua per qualche game, ma è evidente che non ce la fa. Dopo un primo set ceduto 6-2, si ritira sotto 0-3 nel secondo.
    L’atmosfera è strana. Borges quasi si scusa nel salutare. Peccato, perché con Rune sarebbe stato spettacolo vero. Ma si sa: Monte-Carlo non perdona nessuno, nemmeno i favoriti.

    Pausa pranzo e village vibes

    A questo punto è tempo di pausa. Mi concedo un’insalata con burrata e pomodorini, vista mare, seduto su una panchina nel village. Attorno a me, coppie eleganti che sorseggiano champagne, bambini con palline da tennis giganti piene di autografi e telecamere ovunque.
    Passo dallo store ufficiale e scopro anche lo stand del Rolex con alcuni modelli vintage in esposizione. Lì il tempo sembra fermarsi.

    Il colpo di scena: Berrettini batte Zverev!

    Ore 15: il momento che aspettavo. Berrettini contro Zverev. Sulla carta una montagna da scalare. Il primo set è un pugno nello stomaco: 6-2 Zverev, Matteo sembra spento, rigido, quasi fuori posto.
    Eppure, succede qualcosa. Forse uno sguardo alla tribuna, forse un gesto del suo angolo. O forse solo cuore. Berrettini cambia volto, tira fuori il gladiatore che è in lui.

    Nel secondo set il servizio torna a fare male, il dritto sfonda, la pazienza cresce. Chiude 6-3, e il Centrale inizia a vibrare. C’è un’energia nuova. È come se improvvisamente fossimo tutti italiani. Sembrava Roma, davvero: cori, applausi, braccia al cielo.

    Il terzo set è da thriller. Break, contro-break, scambi da highlights. Ma è quel passante sul 3-3 a cambiare tutto: un fulmine incrociato che lo porta a tre palle break. A quel punto la folla esplode.
    Quando chiude 7-5, Berrettini si lascia andare a un urlo che scuote tutto il Country Club. È gioia, liberazione, rivincita. Zverev, numero 2 del mondo, è battuto. E la folla è in visibilio. È stato magico. È stato Matteo.

    Tsitsipas tra alti, bassi e… il box più rumoroso del circuito

    Ultimo match di giornata: Tsitsipas vs Thompson. Primo set shock: Thompson gioca un tennis perfetto, varia, non sbaglia mai. Il greco nervoso, distratto, e con quel box familiare che sembra una radiocronaca parallela ad ogni punto sbagliato.
    Tsitsi perde 6-4, ma poi si riprende. Thompson cala, sbaglia di più, e il greco ne approfitta per chiudere 6-4 e 6-2 gli ultimi due set. Non una prestazione da incorniciare, ma il pubblico è dalla sua. Il sole tramonta sul centrale e io mi rendo conto che la giornata è volata.

    Il rientro a casa – stanco ma felice

    Sono le 20:15 quando lascio il Country Club. I piedi fanno male, la memoria del telefono è piena, ma il cuore è leggero. Ho visto tennis vero, emozioni vere, un Berrettini rinato e un Dimitrov da sogno.
    E poi c’è quella sensazione che solo Monte-Carlo sa darti: quella di aver vissuto qualcosa di unico, elegante, potente.

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