Il campione italiano squalificato per doping involontario: il sostegno dalla FITP, ma non ci sono solo cuoricini…
L’accordo tra Jannik Sinner e la WADA, che ha portato a una squalifica di tre mesi, continua a far discutere. Da un lato, il mondo dello sport italiano e alcuni ex campioni si schierano con il tennista altoatesino, considerandolo vittima di un’ingiustizia. Dall’altro, però, non mancano le critiche, con alcune voci che mettono in dubbio la trasparenza del sistema antidoping.
Binaghi difende Sinner: “Un’ingiustizia che grida vendetta”
Tra i primi a commentare la vicenda c’è stato il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP), Angelo Binaghi, che ha espresso il proprio sostegno a Sinner durante un’intervista a SuperTennis.
“Ecco cosa penso di questa vicenda: siamo di fronte a una grandissima ingiustizia che grida vendetta, ma, paradossalmente, emergono anche alcuni aspetti positivi di grande rilevanza. Il primo è che il nostro Paese riavrà a pieno regime il suo atleta più forte, il campione del mondo del tennis e il simbolo dello sport italiano di oggi. Il secondo, forse il più importante, è che un ragazzo straordinario come Jannik può finalmente ritrovare la serenità che aveva perso, pur non avendo alcuna colpa. Un altro elemento cruciale è che la WADA ha riconosciuto chiaramente l’innocenza di Sinner: nessuna colpa, nessun dolo. Jannik è stato vittima di un incidente e, come ha sottolineato la stessa WADA, la sostanza rilevata era presente in quantità talmente infinitesimali da non poter minimamente alterare le sue prestazioni. Va aggiunto che Sinner, come tutti i tennisti, è stato ritenuto responsabile per il comportamento di un membro del suo team. Ma cosa avrebbe potuto fare di più? Ha scelto come preparatore un laureato in chimica farmaceutica, dimostrando grande attenzione e professionalità. Ora archiviamo questa disgrazia, questa fatalità, che tra qualche tempo sarà solo un brutto ricordo. Jannik potrà finalmente prendersi qualche settimana per sé, trascorrere del tempo con i suoi affetti più cari e, quando sarà possibile, tornare ad allenarsi con più intensità, soprattutto sulla terra battuta, superficie sulla quale ha ancora margini di miglioramento. La cosa più bella? Il ritorno a Roma, dove gli italiani lo stanno aspettando per accoglierlo come merita”.
La PTPA ribadisce il suo disaccordo con la WADA
La PTPA, l’associazione dei giocatori fondata da Novak Djokovic, ha invece colto l’occasione per attaccare, nuovamente, la WADA e il sistema antidoping, definendolo poco trasparente e ingiusto. Solo qualche giorno fa, Ahmad Nassar, CEO della Professional Tennis Players Association, aveva espresso la sua opinione in merito alla questione. Dopo la sentenza, in un comunicato ufficiale, la PTPA ha sottolineato come le decisioni vengano prese su base arbitraria e senza coerenza, parlando di un sistema che non garantisce equità agli atleti.
“Non importa per chi si tifi, alcune cose ora sono chiare. Il “sistema” non è un sistema, è un club. La presunta discrezionalità caso per caso è, in realtà, solo una copertura per accordi su misura, trattamenti ingiusti e decisioni incoerenti. Non si tratta solo di risultati diversi per giocatori diversi. È la mancanza di trasparenza. La mancanza di un processo chiaro. La mancanza di coerenza. La mancanza di credibilità in quel labirinto di sigle che regolano i nostri sport e i nostri atleti. È la mancanza di impegno da parte di ATP, WTA, Grand Slam, ITIA e WADA nel riformare e creare un sistema equo e trasparente per il futuro. Questo pregiudizio è inaccettabile per tutti gli atleti e rappresenta una profonda mancanza di rispetto verso ogni sport e i suoi tifosi. È tempo di cambiare. E lo faremo“.
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Le reazioni di Adriano Panatta e Paolo Bertoluicci
Più pragmatico Adriano Panatta, che ai microfoni di Rainews 24 ha definito la scelta di Sinner “la più pratica” per evitare una lunga battaglia legale:
“È una decisione che gli permette di non perdere tutta la stagione. Certo, la trovo sempre un’ingiustizia, ma almeno ora può liberarsi di questo peso e concentrarsi sugli allenamenti”.
Dello stesso parere anche Paolo Bertolucci, che a Sky Sport 24 ha definito la scelta di Sinner “sofferta ma intelligente”, permettendogli di non compromettere tornei chiave come Roma, Roland Garros e Wimbledon.
Casper Ruud
Il tennista norvegese si è espresso in maniera favorevole nei confronti di Jannik Sinner e ha postato questa frase: “Conosco Jannik molto bene. E’ un bravo ragazzo. Sicuramente anche dopo la sospensione sarà ancora il miglior giocatore del mondo”
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Le critiche
Se l’Italia fa quadrato intorno al suo campione, non tutti nel circuito ATP condividono la stessa opinione. Tra i più critici c’è da sempre Nick Kyrgios, mai tenero nei confronti di Sinner, che ha ora trovato un alleato in Stan Wawrinka, che su X ha scritto una frase lapidaria:
“Non credo più in uno sport pulito”.
Il commento dello svizzero ha scatenato un’ondata di reazioni, con molti utenti che gli hanno fatto notare l’ingiustizia della vicenda. Tra i primi a rispondergli c’è stato Feliciano Lopez, che ha invece difeso Sinner:
“Io ci credo, Stan. È molto chiaro che non ha fatto nulla per migliorare le sue prestazioni, questo è stato provato. Si è assunto la responsabilità per l’errore di un altro e ha accettato tre mesi di squalifica. Una sospensione più lunga avrebbe reso il tennis più pulito? Non credo proprio”.
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Il tennista inglese Liam Brady ha ironizzato sul sistema scrivendo:
“Non sapevo si potesse negoziare una squalifica per doping… interessante. Giusto in tempo per il Roland Garros”.
Didn’t realise you could reach a settlement regarding a doping ban… Interesting. Back in time for French Open I guess? 👀
— Liam Broady (@Liambroady) February 15, 2025
L’ex numero 1 britannico Tim Henman ha inoltre criticato la sanzione definendola “troppo conveniente” e ha avvertito che avrebbe lasciato gli appassionati di tennis con “un retrogusto piuttosto amaro.” “Prima di tutto, non credo in alcun modo che abbia cercato di barare in nessuna fase, non lo penso“, ha dichiarato il quattro volte semifinalista di Wimbledon. “Però, leggendo questa dichiarazione stamattina, mi è sembrata un po’ troppo comoda. Quando si tratta di doping nello sport, deve essere una questione netta, bianco o nero, è binario: sei positivo o negativo, sei squalificato o non lo sei“
Un caso destinato a far discutere ancora
La squalifica di Jannik Sinner farà sicuramente discutere ancora a lungo il mondo del tennis. Se in Italia si considera il tennista vittima di un errore altrui, a livello internazionale alcuni colleghi mettono in dubbio la trasparenza del sistema.
L’obiettivo? Tornare più forte di sempre e dimostrare sul campo di meritare il successo ottenuto fino ad oggi.