Matteo soffre di troppi alti e bassi ed è insufficiente con la prima di servizio. Lo spagnolo torna in finale dopo quasi tre anni e sfiderà per il titolo Kecmanovic
[4] M. Arnaldi b. [8] A. Davidovich Fokina 6-4 6-4
I tempi non sono maturi: Matteo Arnaldi deve rinviare ancora una volta l’appuntamento con la prima finale nel Tour maggiore della carriera. Peccato, perché l’occasione stavolta sembrava davvero propizia: il tennista da Sanremo aveva infatti battuto il suo avversario di semifinale la scorsa settimana a Dallas, e piuttosto nettamente, ma nella nottata italiana, in Florida, si è presentata una versione diversa (e migliore) di Alejandro Davidovich Fokina, oltre a una ben peggiore del nostro rappresentante. Il combinato disposto tra i due elementi, direbbe il giurista, ha prodotto il patatrac: a giocarsi il trofeo nell’ultimo atto contro Miomir Kecmanovic, che ha fatto fuori Alex Michelsen, andrà lo spagnolo, alla fine impostosi con un doppio 6-4 in una partita abbondantemente vissuta sui momenti.
Entrambi i set sono stati segnati da tre break: in quello inaugurale, Davidovich Fokina è stato il primo a prendersi un margine di vantaggio, ma ha subito il rientro di Arnaldi sul quattro pari. Il giocatore azzurro non è tuttavia riuscito a difendere il pareggio, e ha perso addirittura a zero il nono game che ha spedito Alejandro a servire per il set: pratica risolta senza problemi.
Nel secondo set è stato Matteo a mettere spazio tra sé e il rivale, ma come avvenuto nella frazione precedente il vantaggio di 4-2 – seppur a parti invertite – si è rapidamente eroso, e con maggior vigore: il numero 60 ATP non si è infatti limitato a pareggiare, ma ha messo in fila i quattro game consecutivi che gli hanno consegnato la finale, la prima nel Tour da quella persa a Montecarlo nel 2022 contro Stefanos Tsitsipas.
“Non riesco a descrivere come mi sento in questo momento – ha detto il giocatore nato a Rincon de la Victoria -, è il premio per tutto il lavoro che io e il team facciamo ogni singolo giorno. Sono felicissimo per questa vittoria e pronto per la finale“.
Una disdetta per Arnaldi, che è stato comunque troppo altalenante (addirittura 38 errori non forzati) e non ha avuto il minimo aiuto dal servizio (solo il 49% di prime in campo con il 65% di conversione). Ci saranno altre occasioni, auspicabilmente presto.
[7] M. Kecmanovic b. [3] A. Michelsen 7-6(3) 6-3
Davidovich, che merita di giocarsi la finale anche per il fatto di aver eliminato nei quarti di finale il bi-campione in carica Taylor Fritz, affronterà ora Miomir Kecmanovic. Nella propria semifinale, il serbo ha battuto Alex Michelsen in un’ora e mezza: bravo Kecmanovic a non abbattersi dopo aver sprecato due set point al servizio sul 6-5 nel primo parziale, poi vinto al tie break. Nel secondo, Miomir ha strappato il servizio al ventenne da Orange County nel secondo gioco ed è riuscito a difendere il break fino all’arrivo, nonostante le due palle del controbreak ancora una volta offerte al momento di chiudere, ma nell’occasione cancellate.
Kecmanovic andrà a caccia del secondo titolo della carriera dopo quello vinto a Kitzbuhel nel 2020. Per lui sarà la seconda esperienza in finale a Delray Beach, avendo perso la prima nel 2023 contro Taylor Fritz.