A soli 18 anni, Martin Landaluce racconta la sua ascesa nel tennis professionistico, i suoi traguardi, e i progetti per il futuro
Martin Landaluce, classe 2006, è una delle più grandi promesse del tennis spagnolo e internazionale. Attualmente al numero 156 del ranking ATP, ha già dimostrato di avere il talento, la mentalità e il carattere per scalare le classifiche.
L’abbiamo incontrato in occasione del Challenger 100 che si sta disputando a Rovereto – Trofeo Perrel-FAIP – e in questa intervista esclusiva, Martin ci racconta la sua stagione, i suoi progetti per il futuro e il legame speciale con la sua famiglia.
Martin, quest’anno hai compiuto appena 18 anni. Come valuti la tua stagione finora?
È stata una stagione fantastica. Ho imparato moltissimo, sia dentro che fuori dal campo. È stata un’annata intensa, piena di esperienze che mi hanno aiutato a crescere come giocatore e come persona. Ogni settimana cerco di migliorarmi, e penso che i risultati stiano arrivando, specialmente nella seconda parte della stagione. Sono molto contento di come stanno andando le cose.
Quale ritieni sia stato il momento più bello della tua stagione?
Sicuramente la vittoria al Challenger di Olbia, in Sardegna. È stata una settimana speciale: ho giocato tante partite difficili contro avversari italiani di alto livello e alla fine ho trionfato. Un altro momento indimenticabile è stato il mio debutto al Miami Open. Ho vinto il primo turno contro Jaume Munar, e tutta la mia famiglia era lì a tifare per me. Sono ricordi che porterò sempre con me.
E il momento più difficile?
Fortunatamente non direi di aver avuto veri momenti negativi. A metà stagione ho avuto qualche fastidio al polso, ma niente di serio. È stato un anno davvero positivo nel complesso, quindi non riesco a identificare un “momento peggiore”.
Parliamo del futuro. Quali sono i tuoi obiettivi per il 2025?
Il mio anno inizierà con il mio primo Grand Slam in Australia. È un traguardo importante per me, e non vedo l’ora di scendere in campo. Dopo l’Australia, il calendario sarà flessibile e dipenderà dai risultati. Giocherò tornei ATP e Challenger, cercando di migliorare costantemente il mio livello e il mio ranking.
Nel 2022 hai vinto gli US Open Junior e sei stato numero uno del ranking juniores. Quanto è diversa la vita nel circuito professionistico rispetto a quella nei tornei Junior?
La differenza è enorme. Nel circuito junior, una partita può essere caratterizzata da alti e bassi: magari giochi un set fantastico e poi cali nel secondo. Nel circuito pro, invece, tutto è molto più solido e costante. Non puoi permetterti distrazioni o momenti di calo. Ogni punto conta e ogni partita è una sfida mentale oltre che fisica. Questo rende il tutto molto più stimolante, ed è una delle cose che amo di più.
Essendo spagnolo, sei spesso paragonato a leggende come Nadal e all’attuale numero 3, ma ex numero 1, Alcaraz. Come vivi questi confronti?
Ne sono onorato, ovviamente. Ho un buon rapporto con entrambi: mi alleno nella Rafa Nadal Academy e ho avuto modo di allenarmi con Alcaraz diverse volte. Abbiamo anche lo stesso manager, quindi li conosco abbastanza bene. Forse però mi sento più vicino a Carlos per via della nostra età. Detto questo, cerco di concentrarmi sul mio percorso e di costruire il mio stile.
A proposito del tuo stile di gioco, una volta hai dichiarato che ti senti vicino allo stile di gioco di Zverev. Lo pensi ancora?
In parte sì. Abbiamo alcune somiglianze, soprattutto per il servizio e l’utilizzo della spalla. Tuttavia, sto lavorando per sviluppare un gioco unico, che rifletta la mia personalità sul campo. Apprezzo molto alcune qualità di Zverev, ma voglio crescere seguendo la mia strada.
Con le festività in arrivo, ti prenderai una pausa o continuerai a lavorare?
Sarà un Natale diverso per me, senza molte pause. Mi sto preparando per i prossimi tornei, quindi dedicherò questo periodo alla mia preparazione fisica e mentale. Passerò un po’ di tempo con la mia famiglia, ma sarà principalmente un periodo di lavoro.
La tua famiglia sembra avere un ruolo importante nella tua vita. Ci racconti qualcosa di loro?
Certo! Ho due fratelli maggiori: uno ha 25 anni e l’altro 23. Io sono il più giovane della famiglia. Tutti noi giochiamo a tennis: mio padre, a 60 anni, è ancora attivo negli ITF Senior ed è tra i primi 25 al mondo in quella categoria. Anche mia madre giocava a tennis a livello amatoriale. È stato naturale per me appassionarmi a questo sport, avendo sempre visto loro giocare fin da quando ero piccolo. Ho iniziato a giocare con mio padre e i miei fratelli, e quando a 14 anni ho cominciato a battere mio padre negli allenamenti, ho capito che il tennis sarebbe stato la mia strada.
La tua è davvero una famiglia dedicata al tennis! Grazie per il tuo tempo, Martin. Ti auguro un 2025 pieno di successi!
Grazie a te e a tutti i lettori di TennisTalker!