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    Corrado Erba: “I miei giocatori preferiti? Quelli più bizzarri”

    In esclusiva per TennisTalker, Adamo Recchia ha incontrato Corrado Erba, volto noto del nostro sport

    Corrado Erba, è uno stimato manager immobiliare, ma, soprattutto, una delle penne tennistiche più interessante del panorama nazionale.

    Giornalista e autore di diversi libri dedicati agli aspetti meno noti di questo sport, in questa intervista esclusiva ci racconta il “suo” tennis. 

    Come hai scoperto il nostro amato sport, il tennis?

    Ho avuto la fortuna di iniziare da bambino alla Canottieri Olona e poi alla Canottieri Milano. Purtroppo per motivi vari non ho mai potuto fare una vera attività agonistica se non d’estate fino ai miei 20 anni circa. Da li poi ormai sono quasi 40 anni che gioco tornei e competizioni a squadre, a livello sempre molto modesto. La mia migliore classifica l’ho avuta da Over 50 , nr. 77 del mondo ITF in doppio misto (!).

    Pensavi che potesse diventare una sorta di professione per Te?

    Onestamente no, anche se mi sarebbe piaciuto. Anche a scrivere di tennis ho cominciato intorno ai trent’anni con una rubrica, “meteore”, su Math Point. Ringrazio Stefano Semeraro che mi scovò sulla rete. Poi ho continuato su altre riviste quali “Il Tennis Italiano”, “Tennis Magazine” e “0/15”, ma sempre rigorosamente per hobby.

    Hai seguito tornei in tutto il mondo. Ci racconti un aneddoto che ti è capitato?

    Si, ho avuto la fortuna di poter seguire tutti gli Slam e tanti tornei, dai master series ai challengers. Aneddoti ne avrei tanti! Una volta eravamo in giro con Fognini a Umag e dopo un match particolarmente combattuto con Monfils lo seguimmo immediatamente dopo la stretta di mano a tuffarsi nel mare appena fuori dal campo centrale.

    Quale torneo del mondo ti affascina di più?

    Tanti tornei sono affascinanti, l’Australian Open ha un sapore speciale, data la lontananza e il fatto che è vissuto da tutti come l’evento dell’estate Australe. A me piaceva molto anche Parigi. Dico piaceva perché trovavo estremamente affascinante l’angolo che ospitava i vecchi campi 1,2 e 3, che erano rimasti ai tempi dei moschettieri. Purtroppo hanno demolito tutto ora, per creare uno spiazzo orribile.

    In genere dunque mi piacciono i luoghi storici, i pochi che sono rimasti, il centrale del Bonacossa, lo stadio Pietrangeli ( al mattino quando non c’è ancora nessuno), il centrale del vecchio Tennis di Lanzo D’Intelvi. 

    Corrado Erba

    Fra le Tue fatiche letterarie, quale ti ha dato le maggiori soddisfazioni?

    Tennis & Follia a New York” mi ha divertito molto, un po’ per la mia visita a Forest Hills, un po’ per tutto il lavoro di ricerca storica che è stato lungo e faticoso, ma molto divertente, in particolare spulciare i quotidiani locali dell’epoca che riportavano piccoli episodi accaduti intorno al torneo, mi sono immerso in pieno nel 1977! 

    Sinner, il nostro campione. Pensavi che potesse diventare così forte?

    L’ho visto giocare la prima volta sul campo 13 del mio circolo (Harbour Club) durante le qualificazioni del Challenger. Pensavo fosse uno della scuola tennis! Era ancora un bambino.

    Ha sempre avuto un tennis monocorde, sebbene solidissimo, ma non mi aspettavo diventasse cosi dominante. Ora mi aspetto che lo diventi ancora di più. 

    Ha ripreso a giocare Berrettini. Come lo vedi?

    Mi piace come giocatore, però è più fragile fisicamente rispetto a un gioco che, ad onta dei detrattori, è solido e fa male. Temo che abbia già dato il massimo, anche se qualche colpo lo può ancora fare, se sta bene.  

    Anche in campo femminile stiamo andando bene, vedi la Paolini

    Il livello del tennis femminile è molto basso, ormai si insegna solo questo: corri e tira, senza una minima variazione di gioco o di schemi. Penso che una qualsiasi tra le prime cinquanta possa fare il colpo se imbrocca due settimane giuste (vedi Raducanu ad esempio). In un tennis di gigantesse, la Paolini mi piace, ha una bella attitudine, una bella testa, sa fare tutto bene, brava.  

    E Tu, quale superficie prediligi e perché?

    Dal basso del mio livello, essendo mancino e scendendo, l’erba sarebbe la mia superfice preferita, ma ci ho giocato sopra solo 3 o 4 volte ! Mi piace anche il cemento, ma per amore delle mie ginocchia ormai gioco al 95% delle volte sulla terra.

    C’è un giocatore del passato che ti è rimasto nel cuore?

    Negli anni 60/70 Thorben Ulrich perché era un tipo veramente singolare e bizzarro, anni 80 Mikael Pernfors che è stato l’unico giocatore per il quale abbia tifato veramente. Poi Roger, per via della sua perfezione stilistica.

    Invece tra quelli in attività, quale ti piace maggiormente?

    Il tennis del momento mi annoia parecchio, vedo 2/3 giochi e poi cambio canale. Alcaraz non mi dispiace perché sa fare molte variazioni, a volte ne abusa, ma mi piace per quello. Do’ un occhio a quelli più bizzarri : Moutet, Paire, Kyrgios, Musetti. Tra le donne mi faceva impazzire la Nicolescu, perché giocava solo back e ora Tatiana Marja (uguale). 

    Ringraziamo Corrado Erba per questa intervista e speriamo quindi di incontrarlo all’Aspria Tennis Cup, il Trofeo BCS che comincia oggi, domenica 23 (qualificazioni), proprio sui campi del Aspria Harbour Club di Milano.

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