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    TennisTalker MagazineTennis TTIntervisteLe “Rod Laver Junior Challenge Finals”, la competizione tennistica con uno sguardo al sociale
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    Le “Rod Laver Junior Challenge Finals”, la competizione tennistica con uno sguardo al sociale

    A novembre negli Stati Uniti, l’Italia sarà presente con il Team Italy Under 16. Ne abbiamo parlato con il Capitano Luca Ronzoni, Tecnico Nazionale FITP

    L’ IC Rod Laver Junior Challenge è nata nel 2005, ma all’epoca si chiamava semplicemente IC Junior Challenge. Dal 2018 l’icona del tennis e membro di lunga data dell’IC, Rod Laver, ha accettato di appoggiare l’evento aggiungendo il suo nome al titolo e  dando ancora maggior lustro alla competizione.

    Ma che cos’è l’International Lawn Tennis Clubs, conosciuto come IC?

    Nel 1924, Wallis Myers, con il sostegno di Lord Balfour, primo ministro britannico in carica, e di Dwight Davis, donatore della Coppa Davis, ha fondato l’International Lawn Tennis Club of Great Britain.

    Lo scopo dell’IC era quello di migliorare le relazioni tra i Paesi che erano stati in guerra tra di loro e consolidare i legami che uniscono tutti i giocatori internazionali: “Hands across the net, friendship across the ocean (mani attraverso la rete, amicizia oltre oceano).

    Ricordiamo che siamo nell’immediato dopoguerra e dopo anni di odio e combattimenti si sentiva la necessità di ripristinare la fiducia nelle amicizie internazionali, anche attraverso lo sport.

    L’idea del fondatore era proprio quella di voler rafforzare i rapporti tra i giovani giocatori che ogni anno si incontravano nei tornei di tutto il mondo, con l’obiettivo di sviluppare le regole della perfetta sportività e di contribuire all’accoglienza dei tennisti nei paesi esteri.

    Era, e lo è ancora, considerato un grande onore essere invitati ad indossare la caratteristica cravatta simbolo dell’IC.

    La prima cravatta, quella della Gran Bretagna, è di colore grigio con una striscia rosa. Tutte le cravatte dei successivi IC del mondo sono una variante su questo tema.

    La prima nazione a seguire le orme dell’Inghilterra è stata la Francia nel 1929, seguita dagli americani un anno dopo. Ne consegue che le loro cravatte sono rispettivamente a due e a tre strisce rosa. Infatti la configurazione delle righe rosa delle cravatte indica da quale nazionalità provenga chi la indossa.

    Oggi ci sono 42 IC, con oltre 4.500 membri in tutto il mondo.

    L’Italia è entrata a far parte di questo grande Club l’8 dicembre del 1959 e fra i suoi promotori e soci fondatori ci sono nomi rilevanti del tennis di una volta tra i quali Giorgio De Stefani, Vanni Canepele, Tito del Bono, Luigi Orsini e Ferrante Cavriani. 

    Lo statuto ci spiega che: “Possono essere ammessi quali Soci Ordinari coloro che abbiano fatto parte, come giocatori o capitani, di una squadra nazionale, regionale o sociale in un incontro internazionale o che abbiano vinto un Campionato Internazionale d’Italia.”

    Fra i Soci Onorari troviamo quindi i nomi di Nicola Pietrangeli, Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Claudio Pistolesi, Omar Camporese, Luca Bottazzi, Francesco Cancellotti, Paolo Cané, Lea Pericoli, Flavia Pennetta, Alberta Brianti…

    Il Consiglio dei Club Internazionali coordina le attività di tutti gli IC nel mondo e organizza le partite e gli eventi, uno dei quali è appunto l’IC Rod Laver Junior Challenge.

    Il format dell’IC Rod Laver Junior Challenge prevede che ogni squadra sia composta da 2 ragazzi e 2 ragazze under 16 e le gare comprendono 2 singolari maschili, 2 singolari femminili, un doppio maschile e un doppio femminile. In caso di parità viene disputato un doppio misto.

    In un anno solare si disputa un evento, detto “Regional Challenge”, in ciascuno dei cinque continenti e i vincitori dei rispettivi eventi accedono alle finali mondiali dell’anno successivo, insieme al paese ospitante.

    La prima “Compass European Junior Challenge” è stata giocata nel 2005 al TC Vincennes di Parigi. L’evento è stato vinto dalla Spagna che però, non potendo mandare una squadra alle finali mondiali giocate in Australia, lasciò il posto alla squadra francese, seconda qualificata.

    La squadra spagnola, prima vincitrice dell’European Junior Challenge nel 2005

    Nel 2014 le finali mondiali si sono svolte sull’erba dell’All England Club di Wimbledon e nel 2016 al Country Club di Monte Carlo, solo per citare alcuni club prestigiosi.

    Durante la competizione, i ragazzi vengono sensibilizzati sull’importanza del fair play all’interno della comunità sportiva. Il loro programma non si limita al tennis, ma prevede anche delle attività culturali e sociali.

    E proprio durante le finali mondiali che si svolgono ogni due anni, vengono premiati 2 giocatori che si sono distinti in campo per il loro fairplay.

    L’Italia si è qualificata per le finali che si disputeranno dal 6 all’11 di novembre negli Stati Uniti, perché lo scorso anno ha vinto l’European Regional Challenge che si è giocato in Lussemburgo.

    Nel 2022 la squadra era composta da Lorenzo Carboni, Lorenzo Angelini, Vittoria Paganetti e Alessandra Teodosescu, capitanati dal coach Luca Ronzoni.

    Per vincere il titolo “regionale” hanno giocato contro Gran Bretagna, Ungheria, Slovenia, Lussemburgo 1 e Lussemburgo 2.

    Quest’anno il Team Italy è composto da: Michele Mecarelli, Lorenzo Angelini, Ilary Pistola e Ylenia Zocco sempre capitanati da Luca Ronzoni.

    Per saperne qualcosa di più, abbiamo parlato proprio con il Capitano della squadra.

    Buongiorno Luca, so che hai già vissuto in prima persona l’esperienza di questa competizione. Che cosa la differenzia dalle altre?

    Sicuramente l’aspetto sociale. E’ un’associazione nata moltissimi anni fa creata da ex giocatori professionisti. L’obiettivo era creare un momento di ritrovo per gli ex tennisti e poi negli ultimi anni è stato deciso di allargare la competizione anche agli junior. L’obiettivo, al di là della formula del torneo, è quello di coinvolgere i ragazzi anche al di fuori dal campo da tennis. Non c’è solo il dritto, il rovescio, il match, ma c’è tutto un aspetto culturale e sociale.

    L’anno scorso avete giocato in Lussemburgo. In che cosa sono stati coinvolti i ragazzi?

    Quando siamo stati in Lussemburgo abbiamo visitato tutta la città antica, ci hanno una portati vedere una vecchia raffineria diventata centro universitario, hanno organizzato delle cene di gala con premiazioni, musica, concerti. I ragazzi sono stati inoltre a disposizione dei bambini delle scuole per farli giocare a tennis. Il torneo diventa l’occasione per spiegare ai ragazzi che non esiste solo il tennis, la vittoria o la sconfitta, ma si cerca di andare oltre e offrire loro un’opportunità in più.

    Un componente della squadra del Nord America insegna le basi del tennis ad una bambina

    E a novembre partirete per gli Stati Uniti.

    Sì, andremo a La Jolla, in California che è un posto meraviglioso per questo tipo di eventi. Anche lì sicuramente la competizione sarà importante e i ragazzi si scontreranno con giocatori di alto livello, ma avranno la possibilità di conciliare la parte sportiva con quella culturale e sociale.

    La Jolla, California

    Che ruolo ha la Federazione Italiana in questa manifestazione?

    La Federazione supporta l’iniziativa mettendo a disposizione un tecnico, ma tutte le spese di viaggio, vitto e alloggio sono a carico dell’International Club. Ci tengo a sottolineare che il presidente per l’Italia è Marco Gilardelli che è sempre in prima linea nel supportare l’associazione e tutte le iniziative ad essa legate.

    Noi di TennisTalker facciamo un grande in bocca al lupo al Team Italy e da novembre vi aggiorneremo su questo viaggio tennistico, sociale e culturale!

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