Eccoci a un altro appuntamento con la nostra rubrica dedicata al mental coaching. Nell’articolo precedente vi abbiamo parlato di noi e della nostra società Perform-Up S.R.L, una società di consulenza in ambito sportivo. Oggi, invece, parleremo dell’importanza nello sport, e in particolare nel tennis, della componente mentale.
Il tennis è uno degli sport più impegnativi dal punto di vista psicologico. Cerchiamo di capire il perché.
Durante una partita di tennis intervengono molti fattori che possono influenzare positivamente o negativamente la performance degli atleti. Questo perché abbiamo a che fare con uno sport di situazione, o “open skill”. Negli sport di situazione, la prestazione dell’atleta è influenzata e dipende da diversi fattori: la prestazione e le scelte dell’avversario, la tipologia di palla, la durata della partita (al meglio dei tre o dei cinque set), la superficie di gioco (terra, play-it, erba).
Inoltre, è uno dei pochi sport dove ci sono tantissimi errori da gestire durante una partita.
Negli sport di situazione i gesti motori da applicare sono guidati da segnali che provengono dal mondo esterno e di solito poco prevedibili e variabili. Di conseguenza, ci troviamo di fronte a uno sport che richiede una grande flessibilità nel comportamento e impiego di risorse cognitive, dove molto spesso gli atleti devono inibire una risposta motoria già preparata e sostituirla con una più appropriata.
“Nessuna palla è uguale a quella che la precede. Nessun colpo è identico a un altro. Ogni volta che ti prepari a riceverne uno devi quindi valutare, in una frazione di secondo, la traiettoria e la velocità della palla e decidere come, con quanta potenza e dove cercare di ribattere.”
(Rafael Nadal)
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Un altro aspetto molto importante da tenere in considerazione sono le numerose pause che caratterizzano questo sport. Secondo uno studio eseguito dal Wall Street Journal solo il 16.1% della durata di un match riguarda l’effettivo tempo di gioco. Ad esempio, su una partita di 2 ore spesso il gioco effettivo non supera i 25 minuti.
Cosa può succedere nella mente degli atleti?
Tuttequeste pause sono intervalli di tempo in cui la mente dell’atleta può iniziare a vagare, perdendosi nei propri pensieri, oppure focalizzandosi sul punto perso, oppure ancora sul fatto che sta facendo bene. Ed è una cosa del tutto normale: le nostre capacità attentive sono limitate e richiedono un grande sforzo cognitivo; non è quindi pensabile di poter mantenere l’attenzione e la concentrazione ad alti livelli per tutto quel tempo. Le oscillazioni sono del tutto normali e fisiologiche e ci aiutano a ricaricare le energie, tant’è che non è raro vedere i tennisti prendersi spesso del tempo e concedersi qualche secondo in più per raccogliere al meglio le idee.
Tuttavia, se non si è preparati mentalmente a gestire tali pause, possono insorgere emozioni negative – come paura e ansia – che fanno entrare l’atleta in un loop negativo, provocando un peggioramento della prestazione sportiva.
Alcune ricerche hanno evidenziato la presenza di un fenomeno, chiamato Warm-Up Decrement (WUD; Adams, 1961) che consiste in un peggioramento della prestazione nel momento in cui il gioco o la partita ricomincia, causato da una diminuzione della prontezza di risposta durante la pausa.
Infine, il tennis può essere considerato anche come uno sport di combattimento senza contatto e di dominio: vince chi riesce a imporsi meglio sull’avversario, a sbagliare di meno e a gestire meglio gli errori. Ovvero, la differenza la fa chi ha una maggiore resistenza e prontezza mentale.
In aggiunta a questi aspetti più sport-specifici, intervengono poi anche tutte le altre variabili psicologiche coinvolte, in generale, nelle prestazioni sportive: concentrazione, percezione, capacità di anticipazione, presa di decisione, gestione delle emozioni, rabbia, distrazioni esterne o interne, ecc…
Lavorare sulla componente mentale risulta quindi importante per imparare a fronteggiare situazioni stressanti, a gestire le proprie emozioni, a potenziare le capacità di presa di decisione e anticipazione, a gestire i livelli di attenzione e attivazione fisiologica durante il corso della partita, adattandoli al momento di gioco in cui ci si trova.
MENTAL TRAINING
La domanda quindi sorge spontanea, come possiamo migliorare e allenare la nostra componente mentale?
Le attività di Mental Training offrono un grande aiuto, attività di cui noi di Perform-Up ci occupiamo attivamente.
Ma che cos’è il Mental Training?
L’allenamento mentale (Mental Training) può essere definito come la pratica sistematica e consistente di tecniche e abilità psicologiche, aventi lo scopo di potenziare la prestazione, aumentare il divertimento e aumentare la soddisfazione degli atleti.
Alcuni autori (Vealey, Weinberg, Gould) sostengono che le abilità psicologiche di base che dovrebbero essere apprese e potenziate per prime, indipendentemente dal livello dell’atleta, durante un percorso di Mental Training sono quattro: rilassamento, immaginazione mentale, dialogo con sé stessi e imparare dall’esperienza.
Come si possono ottenere dei miglioramenti in queste aree? Utilizzando una serie di tecniche psicologiche come ad esempio: la regolazione dell’attivazione fisiologica, la visualizzazione mentale, la definizione degli obiettivi, la gestione delle emozioni costruzione di un dialogo funzionale con se stessi, la respirazione e la mindfulness, la costruzione di routine pre-performance.
Queste tecniche di Mental Training aiutano l’atleta a:
- caricarsi in momenti specifici della gara o dell’allenamento e gestire i livelli di energia;
- mantenere una capacità di attenzione nei momenti difficili ed estendere la durata della concentrazione;
- imparare a gestire il controllo delle proprie emozioni e dei pensieri;
- avere una maggiore conoscenza di sé: per allenare la resistenza mentale sotto pressione è necessario imparare a gestire la propria interiorità;
- monitorare le soglie di stress e gestire l’ansia prima e durante la gara, che costituiscono uno dei maggiori problemi dell’attività sportiva;
- aumentare l’autostima, la motivazione, la fiducia e la sicurezza in sé stessi: questi fattori, decisivi nel determinare l’atteggiamento durante le competizioni, sono estremamente importanti per riuscire a valutare realisticamente le proprie prestazioni sportive.
Quanto è importante per te la componente mentale? Ti piacerebbe saperne di più su queste tecniche?
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