In questa settimana in cui a farla da padrone è stato lo spettacolo offerto dall’Australian Open non sono mancate le sorprese. Nel tabellone femminile gli ottavi appena conclusosi hanno visto l’uscita di scena di due delle favorite alla vittoria finale, la n.1 Iga Swiatek e una delle sue rivali più accreditate, la giovane americana Coco Gauff, entrambe eliminate in soli due set rispettivamente da Rybakina (6-4, 6-4) e Ostapenko (7-5, 6-3).
I quarti vedranno l’assenza anche di un’altra grande protagonista del circuito WTA, la francese Caroline Garcia, capace la scorsa annata di rivitalizzare la sua carriera aggiudicandosi 4 titoli (tra cui un Masters 1000 e le Finals) e chiudendo il 2022 da n.4 nonostante avesse cominciato come 74ª – fatali per lei in questi ottavi di AO contro Magda Linette i 33 errori non forzati, di cui la stragrande maggioranza prodotti dal suo dritto.
Ci sarà invece a giocarsi un posto in semifinale Donna Vekic, che si fatta strada nel torneo con la complicità di un tabellone favorevole a cui però va sommata un’inaspettata, schiacciante vittoria contro la Samsonova (6-3, 6-0) – proprio una semifinale è il suo miglior record in uno Slam, nello specifico quella raggiunta nel 2019 agli US Open, anno in cui registrò anche il suo best ranking (n.19).
Sostando lo sguardo agli ottavi del tabellone maschile troviamo la performance stellare di Djokovic, che ha guadagnato i quarti annichilendo 6-2, 6-1, 6-2 De Minaur in quella che a detta sua è stata la partita in cui fin qui si è sentito meglio all’Australian Open.
Al prossimo turno lo attende Rublev, coprotagonista assieme a Rune di una battaglia incredibile decisa solamente al super tie-break del 5° set, quando una deviazione fortuita del nastro ha trasformato la risposta del russo in un’inarrivabile palla corta che gli è valsa li passaggio del turno (6-3, 3-6, 6-3, 4-6, 7-6(9)). È stata una partita scoppiettante, ricca di colpi di scena, al termine della quale Rublev racconterà di aver più volte pensato che per lui fosse finita. Ad esempio se l’è detto quando nel super tie-break si è ritrovato sotto 5-2, punteggio che gli ha ricordato la sconfitta contro Cilic allo scorso Roland Garros (perse il super tie-break 10-2), tant’è che più che incitarsi a recuperare il suo pensiero iniziale è stato sulla falsa riga del “stavolta almeno vedi di fare più di 2 punti”.
Eppure Rublev è lì. È approdato ai quarti. Ha resistito all’avanzata della nuova generazione aggiudicandosi così’ l’ennesimo duello con un passato ancora molto ingombrante. Anche a Tsitsipas del resto è riuscito lo stesso. Ha fermato la corsa di Sinner. L’ha fermata come già aveva fatto allo scorso Australian Open. Ma mentre l’anno scorso non c’era stata storia quest’anno il greco la vittoria ha dovuto sudarsela – 6-3, 6-4, 6-2 VS il 6-4, 6-4, 3-6, 4-6, 6-3 di ieri. Lo scontro che l’anno scorso aveva marchiato a fuoco il distacco tra Sinner i giocatori habitué del vertice del tour ATP quest’anno ha sancito un riavvicinamento che sa di fiato il sul collo, di “a questo giro t’è andata bene ma al prossimo non contarci troppo”.