Gran vittoria di Kyrgios, che allo US Open ha eliminato 7-6(11), 3-6, 6-3, 6-2 Medvedev, attualmente n.1 al mondo nonché campione uscente.
Descrivendo la partita, l’australiano ha sottolineato l’importanza di essersi portato a casa il combattutissimo primo set, arrivando a dire: “Il primo set è stato il più importante. Ho la sensazione che se si fosse intascato quel primo set per me sarebbe stato un compito quasi impossibile recuperare e vincere, ma penso di aver giocato nel modo giusto, oggi ho risposto incredibilmente. Nel terzo e nel quarto set mi sono sentito così libero, mi sono divertito parecchio e mi sono goduto ogni momento sull’Ashe. Ne sono molto orgoglioso. Naturalmente sento di avergli distrutto un po’ il ritmo, non l’ho lasciato mettersi a proprio agio dietro la linea di fondo a giocare il suo tipo di tennis, e penso questo sia quel che si deve fare. In generale sono piuttosto contento della mia performance”.
Successivamente si è parlato di gestione della pressione, nello specifico di quella che monta a traguardo in vista, e che se non arginata può mandare in fumo proprio sul più bello gli sforzi fatti: “Mi è stato sempre insegnato a restare concentrato sul presente, ma a essere onesto è davvero dura. Quando l’ho brekkato nel quarto e poi sono andato avanti di due break ovviamente ho iniziato a pensare al traguardo, però sì, ho cercato di concentrarmi su quel che stavo facendo, di accantonare il traguardo e semplicemente svolgere la mia routine al servizio, provando a mirare nei punti buoni, a giocare nel modo giusto. E poi sì, naturalmente quando sono andato avanti 40-15 in quel game e il pubblico in un certo modo sentiva che eravamo alla fine, allora ho guardato al mio angolo e loro mi hanno calmato. Ho preso dei bei respiri, sapevo di aver servito molte volte esterno e mi son detto che se colpivo nella T probabilmente non ci sarebbe stata alcuna risposta e questo è quanto. Non ho festeggiato troppo. Era solo il quarto round, ora sono ai quarti. È stata un’esperienza fantastica, ovviamente, battere il n.1 al mondo all’Arthur Ashe Stadium, ma non mi piace festeggiare troppo, perché so che se giocassimo altre nove partite probabilmente la maggior parte delle volte la spunterebbe lui”.
Dalla pressione il discorso si è poi spostato sulla motivazione: “Sento di star giocando per molto più che me stesso. Ho ricevuto molto supporto, ma al tempo stesso molte persone hanno dubitato di me e hanno provato tutto il tempo a buttarmi giù, quindi gioco con molta motivazione. E poi ora sono quattro mesi che sono via da casa. E così tutta la mia squadra. Non possiamo vedere le nostre famiglie come fanno altri giocatori la maggior parte del tempo. Quindi cerco di far sì che ne sia valsa la pena, cerco di rendere questa una cavalcata memorabile per tutti noi, e con un po’ di fortuna possiamo farcela e tornare a casa e davvero festeggiare. Sto semplicemente cercando di non deludere la gente. L’ho già detto prima. Ero in questa sala conferenze parecchio addietro e avevo perso al terzo round, e mi sentivo malissimo perché avevo così tante aspettative, e finalmente ora posso mostrarle. Sento di star lavorando davvero duramente, quindi al momento ho tanta motivazione. Però sì, come ho detto se vinco uno Slam non so quanta motivazione avrò dopo perché è estremamente dura riuscirci”.