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    Fucsovic raggiunge i quarti ad Anversa

    L’ungherese (n.39 al mondo) ha la meglio su Bautista-Agut (n.20) nel giro di tre set. Il punteggio finale è di 6-7 (5/7), 6-3, 6-1.

    Anversa in prospettiva (un passo indietro) -La stagione dello spagnolo è stata sin qui altalenante. Tra la fine di febbraio e la prima metà di marzo l’ex n.9 al mondo è arrivato a disputare due finali ATP250 (Montpellier e Doha), entrambe sul cemento, la prima persa per mano dell’allora n.15 David Goffin, la seconda strappatagli dal georgiano Basilashvili, fresco finalista a Indian Wells – in Qatar la cavalcata di Bautista-Agut travolse nell’ordine Opelka, Bublik, Thiem e Rublev. All’ATP1000 di Miami si è spinto fino alla semifinale (battuto da Sinner), superando tra gli altri avversari di prim’ordine quali Isner e Medvedev. Note dolenti sono arrivate negli incontri con Radu Albot (allora n.85, debutto agli Australian Open), Henri Laaksonen (all’epoca n.150, debutto al Roland Garros), e più recentemente in Svizzera (ATP250 Gstaad) contro Arthur Rinderknech e in Austria (ATP250 Kitzbuhel) contro Pedro Martinez.

    Fucsovic dal canto suo sbarca in Belgio con alle spalle un striscia aperta di cinque sconfitte (tre ad opera di italiani, l’ultima tagata Mager a Indian Wells), momento storto che l’ungherese riesce a svoltare proprio nella precedente sfida ai sedicesimi contro Dennis Novak, vinta battagliando nel primo set (7-6) e senza troppi intoppi nel secondo (6-2). Quest’oggi però la caratura dell’avversario che attende l’ex campione juniores di Wimbledon è di tutt’altra risma.

    Come cambia il vento – Il primo set è un testamento alla resilienza del tennista spagnolo. I tre giochi iniziali si avvicendano rapidi, merito anche dei rispettivi servizi fin da subito in rodaggio – da segnalare il punto del 30-0 al terzo game, con lo spagnolo capace di giostrare il rivale sfoderando in successione un dritto inside in (e Fucsovic di corsa nell’angolo alla sua destra) e un dritto lungo linea (e Fucsovic a rotta di collo nell’angolo di sinistra); Marton ci arriva, rispedendo la palla di là con un taglio di rovescio, Bautista-Agut entra in campo e svezza una smorzata di rovescio che è sul punto di compiere il suo secondo rimbalzo quando l’ungherese dando fondo ai polmoni la raccoglie. Lo sforzo è sovrumano, da medaglia d’atletica, e tuttavia Fucsovic non può che osservare sfinito affianco alla rete il dritto-colpo di grazia con cui l’avversario mette e referto il punto. Una prima turbolenza si registra al quarto gioco, con Fucsovic che sul 30 pari deve dare adito alle sue risorse offensive per piegare l’impressionante difesa dello spagnolo e suggellare infine il punto con un dritto lungo linea (il gioco sarà subito dopo chiuso da un ace). Eccoci arrivati dunque al quinto gioco, frazione in cui lo spagnolo fa dono del suo servizio all’ungherese (quattro errori non forzati in fila e break point in tasca alla prima delle tre occasioni disponibili). Marton conferma l’allungo portandosi sul 4-2, dopo di che, spinto dall’inerzia a suo favore, sale fin sul 0-40. È a un nonnulla dal rubare di nuovo il servizio. Qui il set gira su se stesso e finisce a game all’aria. Bautista-Agut inanella cinquepunti consecutivi, lasciandomi pensare che da qualche parte nell’impugnatura della racchetta abbia trovato la leva per sollevare il mondo che cercava Aristotele (nell’ordine piovono: un ace sporco, sul fondo Fucsovic manda un rovescio tagliato e un cross di dritto, un altro rovescio tagliato lo spedisce sulle rete, infine trova ancora la rete non potendo nulla sul poderoso dritto inside out dello spagnolo). Tre break points se ne sono andati per l’ungherese, e sembra che a farli capitolare l’uno dietro l’altro sia stato lo stesso soffio di vento che gli sarebbe bastato per scavallare i 40 e aggiudicarsi il gioco. È la svolta. I due giochi successivi se li prende di forza Bautista-Agut. Marton retrocede ma l’ultima barricata tiene, tant’è che due volte annulla nel decimo il set point avversario, coronando la coriacea resistenza con la vittoria del gioco. La parità non sarà più scalfita. Al tie-break, sotto 4-1, Fucsovic battaglia e si riporta sul 5-3. A valergli il 5-4 è un passante incrociato di rovescio, una meraviglia inafferrabile per la racchetta di Bautista-Agut. Segue un ace (5-5). Batte ancora Marton, Roberto risponde a malapena, la palla è comoda all’altezza della linea di servizio, l’ungherese prontamente entra in campo, la sua è una cavalcata, arma il dritto – Bautista-Agut attende a fondo campo come carne da cannone, – e scaraventa la palla. Fuori. È l’errore decisivo, l’altro grande stravolgimento di questo primo set. Il punto successivo e l’1-0 sul tabellino sono del nativo di Castellón de la Plana.

    Secondo e terzo set – In avvio di secondo set Fucsovic ancora paga il peso dell’errore con cui ha mandato all’aria il primo. Bautista-Agut raccoglie e si porta sul 40-15. Stavolta però le parti si invertono e a trionfare nella rincorsa è l’ungherese. Tornato in linea di galleggiamento (40-40), Fucsovic infila prima una schiacciata sulla risposta avversaria, poi centra il punto successivo di dritto alla volèe (dove arriva ancora una volta grazie alle virtù della sua battuta). Il n.39 ha appena cominciato. Al secondo gioco ruba il servizio allo spagnolo, nel terzo – sotto 0-40 – riemerge in superficie (deuce) e porta a casa la difesa del servizio (suoi entrambi i vantaggi di questo gioco). Roberto crolla e nel quarto gioco sono tre i break points sul piatto per Marton (due salvati, il terzo realizzato). Avanti addirittura 5-0 sembra ormai prossima la chiusura del set. Bautista-Agut però si arma di tenacia e invece di gettare la spugna vince la bellezza di tre giochi. L’incertezza rispetto all’esito del set inizia a serpeggiare, ciononostante Fucsovic si dimostra risoluto e soffoca la rimonta del rivale (6-3 e sotto col terzo set).

    Il terzo set è un assolo dell’ungherese che apre rubando il servizio e ha successo nel tenere saldamente il polso della situazione. Piegata la resistenza dello spagnolo Fucsovic naviga piuttosto agevolmente fin sul 6-1.

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