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    TennisTalker MagazineBinaghi, Riva e il tennis: "Jannik è il nostro Gigi"

    Binaghi, Riva e il tennis: “Jannik è il nostro Gigi”

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    Nel giorno del Trofeo intitolato all’indimenticato campione, il presidente della FITP omaggia Gigi Riva e disegna un’Italia sportiva fatta di principi, lavoro e appartenenze. L’ode a Sinner, Paolini e Berrettini: un presente che guarda lontano

    A Cagliari, dove il vento arriva dal mare e la memoria resta incollata agli spalti dello stadio, Angelo Binaghi ha scelto un palco speciale per dire ciò che pensa dello sport, del tennis italiano e di Gigi Riva. Lo ha fatto in occasione della prima edizione del Trofeo dedicato a “Rombo di Tuono”, disputato alla Unipol Domus, dove il Cagliari ha sfidato e battuto il Saint-Étienne. Un evento sportivo, certo, ma anche e soprattutto simbolico. Perché Riva, ha detto il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel in una lunga intervista concessa a Sky Sport, non è stato solo un campione. È stato un esempio. “Per noi sardi è stato un eroe. Trascinava le persone, le ispirava, e non ha mai smesso di essere un uomo vero,” ha detto Binaghi.

    Nel corso dell’intervista, Binaghi ha tracciato un parallelo tra la figura di Gigi Riva e quella di Jannik Sinner. Un accostamento che non poggia sul terreno tecnico – troppo distanti per sport, epoca e modalità espressiva – ma affonda nelle radici del carattere. “Sinner, come Riva, viene da una realtà periferica e ha costruito tutto con il lavoro. Non cerca scorciatoie, crede nell’allenamento quotidiano. È un modello positivo, come lo era Gigi”.

    Nel suo ragionamento, Binaghi ha incluso anche Jasmine Paolini, accanto a Sinner, come esempio virtuoso di un percorso costruito lontano dai grandi centri federali. Il Presidente ha sottolineato come entrambi siano cresciuti all’insegna dell’umiltà, della disciplina e del lavoro quotidiano. Binaghi ha tenuto a sottolineare come i successi dei numeri uno italiani non si siano limitati a premiare il talento individuale, ma abbiano contribuito a rafforzare l’immagine internazionale del tennis italiano.

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    Nel corso della medesima intervista, Binaghi ha parlato anche di Matteo Berrettini, mostrando fiducia nel suo rientro. “Gli ho scritto un messaggio ieri,” ha raccontato, “e mi è tornato il sorriso nel vederlo allenarsi con Sinner.” Secondo il presidente, il tennis italiano ha ancora un estremo bisogno di Matteo: “Deve tornare a essere il trascinatore di questa generazione. Un giocatore così non può mancare.

    Parlando della stagione in corso, l’ingegnere ha definito il presente momento storico come “il migliore della storia del tennis italiano” e rivendicato l’impatto che le vittorie dei singoli hanno avuto sulla percezione internazionale del movimento. “Non solo vinciamo, ma stiamo cambiando l’immagine dell’Italia nel tennis mondiale. Oggi ci rispettano, ci temono, ci prendono sul serio.” Binaghi ha attribuito questo risultato a una combinazione di talento, organizzazione e pazienza: “Ci abbiamo creduto per vent’anni. Adesso raccogliamo”.

    Il presidente ha poi concluso con un’osservazione che, nel contesto del tributo a Gigi Riva, ha assunto una risonanza più ampia. “Servono figure che ispirino i ragazzi. Sinner lo sta diventando. Ma Riva lo è stato per intere generazioni. Non solo per quello che ha fatto in campo, ma per come lo ha fatto.” In quelle parole, più che una dichiarazione, è sembrato affiorare un auspicio: che il tennis italiano, oggi sulla cresta dell’onda, sappia continuare a crescere non soltanto attraverso i risultati, ma conservando una precisa idea di sport come motore inesauribile di valori e impulsi positivi”.

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