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    La grande storia di Francesca Jones: dieci titoli e la top 100 combattendo la sindrome EEC

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    Colpire la palla con otto dita alle mani e sette ai piedi, per via di una sindrome rara, non le ha mai tolto la voglia di provarci. Oggi a Palermo la ragazza da Bradford proverà a centrare l’undicesimo titolo della carriera, ma da lunedì sarà in ogni caso tra le prime cento del mondo

    Nata il 19 settembre 2000 a Bradford, Francesca Jones convive da sempre con la sindrome EEC (ectrodactyly ectodermal dysplasia). È una condizione genetica rara: Francesca ha solo tre dita e un pollice per mano, per un totale di otto estremità articolari nelle mani e sette nei piedi. Una disabilità che le avrebbe dovuto impedire di giocare a tennis, eppure la grave difficoltà congenita è diventata parte del suo carattere, poco incline a cercare alibi.

    A cinque anni ha impugnato la racchetta e cominciato a costruire quella tenacia silenziosa che l’ha portata, passo dopo passo, dove pochi avrebbero scommesso. È partita dal West Yorkshire per crescere nella Sanchez‑Casal Academy di Barcellona, e da lì ha tessuto una carriera fatta di circuiti ITF, con nove titoli in singolare, e una determinazione costante, lontana dai riflettori grandi.

    Il primo risultato di un certo peso è arrivato nel marzo 2024, quando ha raggiunto la finale del WTA 125 di San Luis Potosí, sconfitta da Nadia Podoroska 6‑1, 6‑2 in una lezione di concretezza. Ma Francesca ha capito: si può fare. Sono infatti arrivate tre vittorie nel giro W75 a Grado, Vacaria e Praga, prima del colpo vero, prima del mese d’oro: il 13 luglio 2025 Jones ha conquistato il torneo di Contrexéville, battendo in finale Elsa Jacquemot. Il suo decimo titolo professionistico in carriera, il primo in un WTA 125; un tappeto magico che l’ha trasporta a un soffio dalle prime 100 del mondo.

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    Ma non è finita: giusto ieri, 26 luglio, Francesca ha conquistato la finale a Palermo battendo in semi Tatiana Prozorova. Oggi la ragazza britannica si giocherà la coppa nell’ultimo atto con Anouk Koevermans, ma se il risultato del match specifico è in discussione, quello del ranking non è negoziabile: la top 100 è già ufficiale.

    Jones non ha mai fatto notizia per un colpo solo. Non ha mai tirato il dritto più potente, non ha vinto uno Slam junior, non ha incendiato le cronache con gesti teatrali. Ha fatto altro: ha resistito.

    Ha giocato con meno dita, con appoggi instabili, con un corpo da ricostruire ogni giorno. Si è vista crollare a terra in pieno match a Bogotá per un collasso fisico, è stata portata fuori in sedia a rotelle, ed è tornata pochi giorni dopo come se fosse normale.

    Il 28 luglio 2025 entrerà nelle prime cento tenniste del mondo. Non è un traguardo da selfie o da slogan, è un passaggio che vale più per chi ha memoria che per chi cerca solo l’exploit. Francesca Jones ha messo insieme tecnica, pazienza, giorni uguali e vittorie piccole per costruire il proprio tennis. Non ha mai chiesto scorciatoie. E nemmeno pietà. Lungi da noi provarne, perché l’unico sentimento che ci pervade è il rispetto: rispetto per una ragazza che ha tirato dritto nonostante tutto per diventare una tennista migliore.

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