Wimbledon e la questione abitazioni per i giocatori, fra tradizione e distanze dall’All England Club, quest’anno ha colpito Flavio Cobolli
Cerchi casa a Wimbledon? Beh, sei in buona compagnia. Il caso che quest’anno ha fatto (e sta facendo) più discutere è quello di Flavio Cobolli, ma non è il solo giocatore ad aver trovato difficoltà con le abitazioni durante lo Slam londinese. Fra le varie tradizioni di Wimbledon, c’è quella che richiede a chi abita vicino l’All England Club di mettere in affitto la propria casa nelle settimane del torneo. Gli alberghi sono notoriamente molto distanti dai campi ma, come raccontato quest’anno da Flavio Cobolli, neanche le case sono sempre la soluzione migliore.
Il caso Cobolli
Flavio Cobolli, numero tre d’Italia e 22 del mondo, ha parlato in questi giorni del “problema casa”. Dopo la vittoria del primo turno contro Zhukayev, il romano ha raccontato in conferenza stampa di aver preso una mezza fregatura. Casa senza aria condizionata, caldo esagerato e una dormita di appena 3 ore. L’unico momento di ristoro dal caldo? “A un certo punto mi sono messo 5 minuti nel frigo“. Nonostante le difficoltà extra campo, Flavio ha raggiunto il terzo turno a Wimbledon per la prima volta in carriera, superando in tre set il britannico Pinnington-Jones al secondo turno.
A margine della seconda vittoria, Cobolli ha però rivelato una triste verità: “Devo cambiare casa. La signora non ci ha rinnovato“.
“Sì, devo cambiare casa. La signora non ci ha rinnovato. Che devo fare, cambiare casa a metà torneo? No no, non ci siamo lamentati… Non avevamo niente per affrontare il caldo, però ho sentito tanti giocatori e la situazione è uguale per tutti. Non era un problema della casa, ma quando ti ritrovi a non dormire come ho fatto io provi sempre a trovare una soluzione. Ora però ci ha buttato fuori. Adesso speriamo di trovarne una. L’albergo? Qua sono lontani. Sono andato a cena a Chelsea ci ho messo un’ora e venti. L’albergo è l’ultima spiaggia“.
La storica “questione case” a Wimbledon
Se c’è qualcosa di veramente top secret a Wimbledon, sicuramente è la sistemazione trovata dai giocatori durante le settimane del torneo. A parte il 2021, anno del COVID in cui tutti furono costretti a soggiornare in hotel, i tennisti più importanti hanno sempre scelto di affittare case o ville private.
L’anno scorso uno dei primi a mostrare questo lato poco conosciuto fu Tommy Paul che, insieme alla fidanzata Paige Lorenze, mostrò la propria casa sui social. Una villa a tre piani, con giardino e cucina di alto livello, un’area living con opere d’arte, TV e biliardino. Insomma i giocatori, soprattutto quelli (sulla carta) destinati a trascorrere quasi tre settimane a Wimbledon, optano storicamente per soluzioni comode in grado di offrire più relax possibile nei momenti extra campo. I prezzi sono vari, si va dalle 2.000 alle 20.000 sterline a settimana, ma ci sono anche soluzioni più economiche e più distanti. Roger Federer, per esempio, era solito affittare due ville sulla stessa strada per sé e la famiglia e per lo staff.
In generale le distanze elevate degli alberghi spingono sempre più giocatori a trovare soluzioni nei pressi del circolo, spendendo un po’ di più ma risparmiando in tempo e stress dovuto a traffico e orari più rigidi. Il torneo di Wimbledon, svolgendosi in un’area residenziale, non permette come per gli altri tornei dello Slam di organizzare alloggi in hotel lussuosi e vicini ai campi. Quella delle case in affitto resta, e probabilmente resterà a lungo, una tradizione e particolarità tipica del torneo più prestigioso al mondo.