La polacca corre per il sesto Slam, Amanda al culmine dopo lo stop del 2023. L’All England Club avrà in ogni caso una nuova regina
Nate a un paio di mesi di distanza tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate 2001, Iga e Amanda per anni si sono convinte che l’erba non avesse proprio l’odore di casa. E invece, dopo percorsi opposti, si ritrovano a contendersi il piatto d’argento più ambito del tennis. Swiatek è arrivata in finale perdendo un solo set, al secondo round contro Caty McNally, mettendo in mostra un tennis aggressivo e, soprattutto, la (ritrovata) solidità mentale che l’ha già portata a cinque titoli Slam; la semifinale lampo su Bencic (6-2 6-0 in 72′) è lì a ricordarlo.
Anisimova, che due anni fa si era fermata per proteggere la propria salute mentale minata da idioti che avevano ritenuto opportuno offendere il suo aspetto fisico, ha invece attraversato tre maratone da tre set – l’ultima utile a eliminare dal torneo la prima favorita Sabalenka – e ha portato il suo bilancio stagionale sull’erba a 12-2.
Come arrivano Iga e Amanda al sabato decisivo
Se tralasciamo la frazione inaugurale della sua campagna contro Polina Kudermetova, l’unico set del torneo ceduto a McNally al secondo turno e il combattuto secondo parziale nei quarti contro Samsonova, Iga Swiatek non ha mai concesso più di tre game per set. In semifinale, la polacca ha vinto l’83% dei punti con la prima e piazzato 26 vincenti, confermando che le rotazioni cariche possono funzionare anche sul prato.
Anisimova invece ha dovuto sudare: tre set con Galfi, Noskova e, appunto, Sabalenka, oltre a un secondo set in quarti contro Pavlyuchenkova non proprio rilassante. Amanda e Swiatek non si sono mai affrontate, ma la giocatrice nata nel New Jersey ha più volte dimostrato di non temere il confronto contro le colleghe più quotate: coinvolgendo nell’analisi ancora una volta Sabalenka, lo storico dei confronti diretti tra Anisimova e la numero uno del mondo impressiona: con il successo della giocatrice USA in semifinale siamo 6-3 Amanda.
Stili e cifre in parole
La polacca imposta con il dritto in topspin – sopra i 3.000 giri al minuto – per spingere l’avversaria oltre la linea di fondo; per ora ha realizzato quasi un break ogni due turni di risposta e, quando ha scelto di avanzare, ha chiuso sei punti su sei a rete.
La numero dodici del mondo ribatte con colpi piatti e anticipati: il suo rovescio bimane, in particolare, taglia il rimbalzo basso londinese come un bisturi. Se entra la prima – i suoi ace hanno toccato i 190 km/h – lo scambio trova spesso un padrone velocemente, e il rovescio anticipato le permette di abbreviare gli scambi portando fuori ritmo chi prova a farla correre da un lato all’altro del campo.
Cinque note in prosa
- Swiatek è 5-0 nelle finali Slam: mai nessuna ha iniziato la carriera con sei successi di fila dai tempi di Monica Seles, e oggi può eguagliarla.
- Anisimova è la prima statunitense in finale a Wimbledon dal 2016 e la prima possibile campionessa Slam nata nei 2000 (sempre parlando di giocatrici USA) dopo Gauff.
- L’unico scontro diretto, come anticipato, risale alla Junior Fed Cup 2016, quando le due avevano quindici anni: tradotto, non esiste memoria tattica cui aggrapparsi.
- I record sul verde nel 2025 dicono 9-1 Swiatek, 12-2 Anisimova: numeri quasi speculari, ma ottenuti con filosofie opposte: controllo dei ritmi contro pugno diretto.
- I bookmaker la pensano così: Swiatek favorita e pagata attorno agli 1,40, mentre la vittoria di Anisimova, tra i 3 e i 3,20 è considerata molto meno probabile dagli allibratori.
Le chiavi del match
Primo set: Anisimova è addirittura 29-1 nel 2025 dopo aver vinto il primo set. L’unico rovescio patito partendo da una situazione di vantaggio risale al primo match stagionale e tecnicamente era ancora il 2024: ad Auckland, Amanda si fece rimontare da Alycia Parks. Iga, invece, tende a salire di giri col passare dei game.
Seconda di Servizio: la statunitense deve limitare i doppi falli, ma allo stesso tempo evitare di “ammorbidire” eccessivamente la sua seconda palla, per non consegnarsi all’inizio del rally a una delle migliori ribattitrici del circuito.
Gestione emotiva: Swiatek sa cosa significa chiudere una finale; per Amanda è la prima volta, ma la spinta del “ritorno” può trasformarsi in adrenalina positiva.
Pronostico
Swiaek parte con un leggero vantaggio principalmente dovuto al più ampio bagaglio d’esperienza in partite che pesano. Se però Anisimova spinge il rovescio presto nello scambio, e mette pressione sulla seconda della polacca, la sfida può dilatarsi. Percentuali: 55 % Swiatek, 45 % Anisimova, con l’idea di un epilogo in tre set e – perché no? – un tie-break decisivo.