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    TennisTalker MagazineNewsSLAMNole sblocca la tripla cifra a Wimbledon, e di Sinner dice...
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    Nole sblocca la tripla cifra a Wimbledon, e di Sinner dice…

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    Battendo Kecmanovic il serbo ha centrato la centesima vittoria della carriera ai Championships, impresa riuscita solo a due altre “divinità”. A margine del match Djokovic ha parlato di Jannik, il quale aveva dichiarato di ispirarsi a lui. “Già da ragazzino spaccava la palla”

    C’è un club esclusivo, affacciato sull’erba di Wimbledon, i cui selezionatissimi membri sono appena tre: Martina Navratilova con il suo sorriso lucente, Roger Federer con il suo impeccabile cardigan e da ieri, al terzo rintocco del Big Ben del terzo set, anche Novak Djokovic. Con il 6-3 6-0 6-4 rifilato a Miomir Kecmanovic Nole ha firmato la sua centesima vittoria ai Championships: secondo uomo a farlo, terzo essere umano in assoluto. Cento partite vinte a Church Road: un secolo tennistico condensato, come se i vecchi highlights scorressero in sequenza e cambiasse solo il completo del protagonista, che invece è sempre lo stesso.

    Djokovic, 38 anni portati dritti come una racchetta, ieri ha concesso allo sballottato Kecmanovic appena le briciole, e a metà del primo set s’è concesso perfino un tuffo da rugbista inglese a fine rally procurandosi una palla break, per ricordarci che l’anagrafe è un’opinione e l’erba un tappeto volante. In tribuna lo guardava il figlio Stefan, rapito, e quel club minuscolo si toglieva il cappello: Navratilova, Federer, l’eternità che abbozza un sorriso.

    Ma l’uomo delle cento battaglie vinte all’All England Club non vive di record soltanto, anche se il suo obiettivo sarebbe quello di tornarsene a casa con lo Slam numero 25, per prendersi un record assoluto che lo consacrerebbe almeno numericamente come il più grande di tutti i tempi in modo indiscutibile. Il prossimo ostacolo, in quello che una volta chiamavano Manic Monday e che invece oggi è un giorno di gara normale, sarà Alex De Minaur, ma ciò di cui tutti parlano è la possibile semifinale contro Jannik Sinner, e dopo la partita Nole non ha potuto esimersi dal trattare l’argomento.

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    Lo conosco da quando aveva tredici, forse quattordici anni, già allora spaccava la palla,” ha detto il sette volte campione di Championships, che l’attuale numero uno del mondo ha più volte indicato quale propria principale fonte d’ispirazione. “Sono felice che Jannik abbia detto di ispirarsi a me,” ha proseguito la leggenda di Belgrado. “Da ragazzino me lo ricordo smilzo, alto, con quella zazzera rossa in testa. Anche se era alle prime armi aveva già un tempo sulla palla incredibile. Nel tempo ha fatto un lavoro super ed è migliorato in tutti gli aspetti del gioco, a cominciare dal servizio e dalla precisione. Adesso non commette più tutti quegli errori non forzati e ti tiene sempre sotto pressione. Mi sembra piuttosto ovvio che i nostri stili di gioco si assomiglino parecchio. Entrambi cerchiamo di giocare d’anticipo, di prendere presto la palla, di essere aggressivi da fondo campo. Oggi Jannik è una forza dominante, e il meglio deve ancora venire”.

    Tutto bello, tutto giusto, c’è solo un piccolo particolare: Jannik è l’ostacolo più alto da saltare nel suo lato di tabellone per giocare la terza finale consecutiva contro Carlos Alcaraz. Perché il torneo da vincere si tira dietro a strascico i numeri della storia: Federer è a 105. Mancano cinque vittorie per prenderlo, forse sette per superarlo. Wimbledon, intanto, aggiunge un nuovo racconto alla sua ultracentenaria leggenda: protagonisti, un ragazzo di Belgrado che da adolescente palleggiava contro un muro e che ora stringe in pugno cento partite sull’erba più famosa del mondo; e un altro ragazzo, di quattordici anni più giovane, che da adolescente “spaccava già la palla” e che adesso lo insegue con la stessa fame.

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