Il mental coach toscano, già al fianco di Senna e Verstappen, lavora con Jannik dal 2020. Dopo l’addio a Panichi e Badio, Ceccarelli è una presenza chiave in un momento delicato del numero uno del mondo
A Wimbledon, Jannik Sinner è sotto i riflettori più che mai: numero uno del mondo, attesissimo dal pubblico e dagli addetti ai lavori, e reduce da una scossa interna al suo team che ha fatto rumore. Con l’uscita improvvisa di Marco Panichi, preparatore atletico, e del fisioterapista Ulises Badio, molti si sono chiesti come avrebbe reagito l’altoatesino a questo cambiamento inatteso. A fornire stabilità in un momento tanto delicato c’è una figura silenziosa, ma fondamentale: Riccardo Ceccarelli, medico dello sport e mental coach, che da anni lavora nell’ombra accanto a Jannik.
In questi giorni, a Wimbledon, Ceccarelli è visibilmente presente nel box del tennista accanto ai coach Darren Cahill e Simone Vagnozzi. Non è una novità assoluta: il suo rapporto con Sinner è iniziato nel 2020, quando ancora si allenava con Riccardo Piatti. Ma oggi, in assenza di due figure chiave dello staff storico, il suo ruolo assume un peso ancora maggiore.
“La forza di Jannik è la ricerca dell’essenziale”, ha raccontato Ceccarelli in un’intervista a Eurosport lo scorso marzo. “Raramente ho visto un ragazzo così determinato e maturo alla sua età. Ha un’enorme capacità di mettersi in discussione. Non cerca scorciatoie”.
Ceccarelli, 65 anni, è un’autorità nel campo del mental coaching sportivo. Fondatore di Formula Medicine, centro di eccellenza a Viareggio, ha lavorato con oltre 80 piloti di Formula 1, da Ayrton Senna a Max Verstappen, passando per Charles Leclerc. Con Sinner, ha costruito un percorso basato sul self-awareness, il controllo delle emozioni e l’ottimizzazione dei processi cognitivi sotto stress.
“Il nostro obiettivo è ridurre lo spreco di energia mentale. Alleniamo Jannik a riconoscere e gestire emozioni come rabbia, stanchezza e sconforto. Solo conoscendosi a fondo può trasformare le pressioni del campo in carburante per il gioco”, spiega Ceccarelli.
Il lavoro è scientifico, quasi ingegneristico: con un joystick e una fascia frontale, Sinner svolge test in cui si monitorano battito cardiaco e consumo cerebrale. Le reazioni vengono poi collegate a momenti chiave della partita, aiutando il giocatore a costruire automatismi e risposte efficaci, anche nei momenti più tesi.
Il legame tra lui e Sinner si è costruito nel tempo, lontano dai riflettori. Non ha cadenze fisse, né obblighi contrattuali: “Il nostro è un rapporto spontaneo, basato sulla fiducia reciproca. Non serviamo a tappare buchi: siamo lì per rendere l’atleta indipendente, non dipendente da noi.”