Caldo record, palline strane e campi più lenti: la tradizione inglese si scontra con una nuova realtà che sta rivoluzionando il torneo più antico di tennis. Ma oggi è prevista pioggia… cambierà qualcosa?
Per decenni, Wimbledon è stato il tempio dell’erba perfetta: veloce, scivolosa, capace di regalare scambi rapidi e spettacolari. Eppure, nell’edizione 2025, molti giocatori stanno notando qualcosa di diverso. Non è solo il caldo torrido a complicare la vita ai protagonisti del torneo, ma anche una superficie che pare cambiata, più lenta, più simile alla terra battuta che alla tradizionale erba inglese.
La prima giornata ha stabilito un record storico di temperature, con 32,3 gradi Celsius il lunedì, seguiti da un picco di 33,4 gradi il martedì, ma i disagi per i giocatori non si fermano qui.
“Questa non è più erba, è come giocare sulla terra battuta”
Ad esprimersi cos è stato Denis Shapovalov, numero 27 del seeding, uscito al primo turno contro l’argentino Mariano Navone. “Le palline sono pessime, il circuito sull’erba è diventato una barzelletta,” ha dichiarato dopo la sconfitta. “Questa non è più erba, il campo è più lento di uno in terra battuta. Non è nemmeno erba.”
Non è l’unico a lamentarsi. Petra Kvitova, due volte campionessa a Wimbledon, ha detto che il gioco “sta diventando più lento” e che forse la colpa è anche delle palline. Perfino la campionessa uscente Barbora Krejcikova ha notato che con il caldo l’erba “diventa gialla e si ferma, il gioco cambia.”
Anche la terza testa di serie Jessica Pegula, sconfitta ieri da Elisabetta Cocciaretto, ha sottolineato che i campi “sembrano diversi” e ha ricordato come l’erba sia “una superficie viva, mai uguale da un giorno all’altro”.
Come vengono curati i campi
Secondo quanto riportato dal sito ufficiale, dal 2001 l’erba di Wimbledon è composta da perennial pyegrass, una varietà scelta per la sua resistenza e capacità di sopportare il gioco moderno. Durante il torneo, l’erba viene tagliata ogni giorno mantenendosi a un’altezza di 8 millimetri, con una spruzzata d’acqua “leggera” durante la notte. E nulla è mai cambiato.
Dal 1995 non sono state apportate modifiche rilevanti alle palline usate, che hanno subito solo una minima variazione nella compressione.
Perché i campi allora sembrano più lenti?
Un ex doppista come Dom Inglot ha spiegato che da anni la superficie è diventata progressivamente più lenta, anche per ragioni estetiche: Wimbledon vuole mantenere campi più belli e meno rovinati nelle settimane finali, oltre a favorire scambi più lunghi e coinvolgenti per il pubblico.
“Il classico serve e volley era diventato un po’ noioso, così si è voluto spingere verso scambi più lunghi, modificando leggermente palline e superfici,” ha detto Inglot. Secondo lui, ogni torneo sull’erba ha caratteristiche proprie, quindi adattarsi è fondamentale.
Le difficoltà dei giocatori
I giocatori devono ora modificare le loro strategie. Il classico servizio slice veloce è meno efficace, mentre quello in kick sta diventando arma preziosa per far “saltare” la palla lontano dagli avversari.
I ritmi più lenti portano a scambi più lunghi, partite più estenuanti e una maggiore fatica fisica.
Il meteo
Il cambiamento del meteo potrebbe però modificare questa situazione e già da oggi è prevista pioggia che probabilmente farà anche abbassare le temperature. Sarà sufficiente per riportare tutto secondo la tradizione?
