In conferenza stampa, Matteo Berrettini ha espresso tutte le sue preoccupazioni sul momento che sta vivendo. Fabio Fognini annuncia che potrebbe essere stata la sua ultima partita in carriera
La prima giornata di Wimbledon ha regalato emozioni contrastanti agli italiani. Se da un lato il nostro Fabio Fognini ha giocato forse una delle partite più belle della sua carriera (considerato anche i 38 anni all’anagrafe), la giornata si è chiusa con una sconfitta quasi drammatica di Berrettini.
Il tennista romano non riesce a trovare la continuità di gioco necessaria per performare nei tornei importanti. Inoltre la sconfitta di ieri è arrivata sulla sua superficie preferita al quinto set e contro un giocatore che invece aveva vinto quasi nulla su questi campi finora. Durante la conferenza stampa Berrettini ha espresso tutte le sue paure sul suo momento difficile: “La partita è appena finita, forse dovrei aspettare un attimo a esprimermi. Ma il tennis è stato piuttosto complicato per me nelle ultime settimane. Penso che in campo ve ne siate accorti. Mi dispiace per le persone che mi hanno aiutato ad arrivare qui, tutti quelli che dal lato fisico mi hanno aiutato e non solo. Onestamente però questo non è il modo in cui voglio stare in campo. Ho bisogno di prendermi del tempo e pensare al mio futuro perché questo non è il modo in cui voglio stare in campo.
Rischio ritiro per Matteo?
Il problema? Beh, non ho avuto modo di giocare con un professionista fino a martedì scorso. Da un certo punto di vista mi sono sorpreso del livello che ho. Però devo trovare un modo diverso per stare in campo perché inizia a essere un po’ pesante. Il mio team pensava che forse qui mi sarei sentito meglio, ma non ha funzionato. Devo prendermi un po’ di giorni” ha dichiarato Berrettini.
Parole preoccupanti che non fanno ben sperare i tifosi italiani. C’è il rischio che Matteo stia pensando ad un ritiro anticipato? forse un’ipotesi del genere potrebbe realizzarsi nel caso in cui soprattutto fisicamente l’azzurro non riesca ad esprimersi, aspetto che al momento sembra essere meno preoccupante come ha dichiarato. Certo è che gli infortuni avuti in questi anni vanno ad incidere sulla testa dell’atleta facendogli di conseguenza perdere la motivazione necessaria per competere.
“Oggi probabilmente non mi sentivo pronto a competere da un certo punto in poi. E senza quell’energia lì è difficile. Non so bene cosa devo fare e cosa mi aspetta. Normalmente mi prendo le colpe, ma questa volta mi sento che sono giù e che è un po’ normale visto quello che è successo in tutti questi anni. Ci sta che uno si senta un po’ stanco e abbia bisogno di tempo per riflettere e capire cosa fare“.
Fognini ad un passo dall’addio
Chi invece ha meno dubbi è Fabio Fognini che, come detto, nonostante la sconfitta con Alcaraz, si è regalato forse una delle gioie più grandi della carriera. Considerato i risultati negativi degli ultimi anni e la posizione in classifica del ligure (uscirà fuori dai primi 150) la partita con lo spagnolo è stata il miglior match d’addio che potesse ricevere.

“La decisione spetta a me. Ancora non è presa, ma mi servono un paio di giorni per vedere davvero” ha dichiarato l’azzurro in conferenza. “Perché col ranking che ho non so cosa fare. Ho avuto qualche wild card grazie quanto ho fatto in carriera. Ma dopo questa partita nei Challenger non ci vado… Devo essere sincero. Voglio uscire di qua contento e felice. Felice che Federico e Farah abbiano visto il loro papà giocare in questa maniera contro il più forte del mondo insieme a Jannik. Questo è il regalo che mi porto a casa.“
“E’ una sconfitta che vale molto. Ripeto: tanta felicità per come sono stato in campo per quello che ho fatto vedere a voi e agli appassionati di tennis. E voglio rimanere con questa fotografia nella mia mente. Poi davanti a una bella birra o un bicchiere di vino il tempo mi porterà consiglio. Per adesso questa è la decisione. Vediamo se nei prossimi giorni sarà definitiva” ha concluso Fognini.
Se così dovesse essere possiamo solo ringraziare Fabio per averci regalato una partita del genere alla fine di una carriera che forse poteva essere più proficua, ma che è stata sicuramente molto emozionante.