Match spaziale per l’inaugurazione del campo principale. Fogna è strepitoso, mette in campo tutto il campionario e spaventa il due volte campione uscente, che se la cava solo al quinto. Carlitos, certamente desideroso di un esordio più morbido, al secondo avrà l’universitario Tarvet
M’illumino di Fogna. Poi, come diceva Zdenek Zeman, “il risultato è casuale, la prestazione no“. Non vogliamo dire che il risultato al fischio finale del match che ha inaugurato il Centrale nell’edizione 138 di Wimbledon sia stato casuale, perché Carlos Alcaraz ha giocato bene ed è pur sempre il numero due del mondo. Ma se l’è vista brutta, il bi-campione uscente, contro una versione superdeluxe di Fabio Fognini, che l’ha impegnato a fondo per tre ore e 48 minuti di partita effettiva, prolungatasi a più di quattro ore a causa di un malore occorso a uno spettatore sul 3-0 per lo spagnolo al quinto.
Alcaraz non lo confesserà mai perché è un ragazzo per bene, ma nessuno gli crederebbe qualora dicesse che si aspettava un esordio di questo tipo. Fabio Fognini, all’ultimo ballo sui sacri prati, ha messo in campo una prestazione mostruosa. Alla fiera del tennis, fuori tutto il campionario: volée stoppate, lunghe, corte, strette; attacchi in controtempo; accelerazioni fulminanti di dritto e rovescio. Alla fine i vincenti di Fabio saranno 53 (cinquantatré), moltissimi dei quali applauditi a scena aperta da un pubblico in estasi totale.
Peccato, davvero un peccato, e anche un po’ ingiusto, che il quinto set sia finito con un pesantissimo 6-1, perché anche l’ultimo parziale, come tutto il resto di una partita bellissima, è stato equilibrato. L’ultima frazione è fuggita via insieme a una manciata di game che Fabio ha perso ma che avrebbe potuto vincere: due palle per l’uno pari al servizio, due palle per il contro break nel terzo game, tre palle (consecutive) per accorciare nel quarto gioco. Tutto finito invece dalla parte del numero due del mondo, che nel giro di una ventina di minuti, dilatatisi poi a circa quaranta per soccorrere lo spettatore di cui sopra, ha chiuso il match e tirato un enorme sospiro di sollievo.
Fabio ha da subito fatto intendere che avrebbe voluto godersi ogni istante della sua ultima apparizione a Church Road, e il sorteggio, che in ogni altro caso chiunque avrebbe maledetto, gli ha invece detto bene: sul Centrale nel giorno dell’inaugurazione, contro il campione uscente e numero due del mondo; difficile chiedere uno scenario migliore per il commiato. E allora Fogna ha dato tutto, perdendo di un’incollatura il primo set ma vincendo il secondo al tie break e giocando un terzo fantascientifico che gli è scivolato via nonostante le molte occasioni avute per farlo suo, e allora chissà come sarebbe andata.
Il veterano azzurro è andato avanti di un break per il 2-1 ma Carlitos ha subito strappato il contro break a zero. Poi, sul tre pari, Fabio ha avuto tre palle per il 4-3 in risposta e Alcaraz ha dovuto fare i numeri per cancellarle, obbligato a spremere tutto il suo talento per elargire una palla corta di altissimo pregio, un servizio vincente e un rovescio fotonico all’incrocio delle righe. Avanti di un break sul 5-3, Fognini è riuscito a rintuzzare lo svantaggio recuperando il break senza concedere set point, e nel farlo ha pure concesso il punto più bello della giornata, buono anche a produrre lo sguardo esterrefatto di David Beckham subito catturato dalle telecamere.
Un nuovo break proprio nel dodicesimo, cruciale gioco ha permesso a Carlitos di tornare avanti nel conto dei set, ma chi credeva che la partita fosse finita non aveva messo in conto, nonostante le molte avvisaglie, la giornatissima di Fabio. Nel quarto parziale, solo highlights e un 6-2 tonitruante imposto dal tennista taggiasco nel delirio generale, roba da spellarsi le mani.
Del quinto abbiamo detto, e se non fosse finita così, forse sarebbe stato troppo. Meglio uscire di scena accompagnato da una standing ovation guidata dal giovanotto spagnolo, che dal centro del campo non ha voluto tenere per sé nemmeno un singolo applauso.
Alcaraz tornerà in campo dopodomani, e forse avrebbe sperato di sprecare qualche energia in meno di quelle costategli in quattro ore di lotta ai trentadue gradi di un’anomala Londra “mediterranea“. Il suo prossimo avversario sarà quell’Oliver Tarvet che, da numero 733 del mondo, ha battuto lo svizzero Riedi ma potrà intascare solo 6.200 delle 99.000 sterline spettanti ai qualificati al secondo turno di Wimbledon in quanto studente alla San Diego University. Come sappiamo, infatti, nonostante decenni di polemiche sul tema gli sportivi iscritti ai college USA non possono incassare cifre che valichino il limite del “rimborso”.