More
    TennisTalker MagazineCobolli, riflessioni torinesi: "A Roma non sono riuscito a gestire la situazione"

    Cobolli, riflessioni torinesi: “A Roma non sono riuscito a gestire la situazione”

    - Advertisement -

    Dopo il doloroso KO all’esordio agli Internazionali Flavio ha deciso di provare a ritrovare fiducia al Piemonte Open. “L’obiettivo è fare bene qua per essere testa di serie a Parigi”

    Flavio Cobolli è già in campo. Niente settimana di sosta e riflessione dopo la batosta agli Internazionali d’Italia, nel torneo di casa dal quale non si aspettava di uscire così presto e così male. Settimana prossima c’è una semifinale in riva al lago Lemano da difendere; quella dopo ancora un Grande Slam – il preferito – da onorare. Preferibile quindi non perdere il sonno ripensando alla brutta parentesi romana: meglio rimettersi subito al lavoro e scacciare i cattivi pensieri.

    Il Piemonte Open ha aspettato fino all’ultimo la decisione di Cobolli, ma, sebbene questa sia arrivata all’ultimo istante utile, gli organizzatori sono stati ben contenti di affidare l’ultima wild card al giocatore che, per diritto di classifica, è anche diventato la prima testa di serie in gara.

    Alla fine del complicato match di primo turno vinto contro l’argentini Andrea Collarini, Flavio ha risposto alle domande dei giornalisti presenti alla conferenza stampa.

    - Advertisement -

    Hai già smaltito la delusione per il risultato ottenuto agli Internazionali?

    “C’è stato un misto di rabbia e delusione, sì. Prima del torneo avevo fatto degli ottimi allenamenti giocando set di livello contro avversari fortissimi come Alcaraz e Korda, quindi non mi aspettavo assolutamente di giocare così male in un torneo così importante per me. Forse proprio perché era così importante non sono riuscito a gestire bene alcune situazioni esterne”.

    Tra meno di due settimane si va a Parigi per il secondo Slam stagionale, quale obiettivo ti poni per il Roland Garros?

    “Intanto mi piacerebbe essere testa di serie, e per essere testa di serie devo fare bene qui. Quindi spero che questa settimana finisca con una vittoria o comunque il più in là possibile”.

    In questi giorni si è parlato molto della polemica relativa alle palline: in particolare Sascha Zverev, nella turbolenta conferenza stampa seguita alla sconfitta nei quarti di Roma contro Lorenzo Musetti, le ha definite “enormi, lente, pesanti”, sostenendo che rendano impossibile realizzare vincenti.

    “Per un giocatore forte come lui ogni dettaglio fa la differenza, quindi lo posso capire. Per quanta mi riguarda è semplicemente un onore avere la possibilità di giocare simili tornei, per me le palline non sono assolutamente un problema”.

    Lorenzo Musetti lo scorso anno si è trovato nella stessa situazione che stai vivendo oggi: sconfitto al primo turno a Roma, per ritrovarsi prima di andare a Parigi decise di venire a giocare il Challenger di Torino, esternando la necessità di “tornare a sporcarsi le mani”. Hai sentito la stessa necessità quando hai deciso di venire qui?

    “Ne parlavo ieri con Darderi (anche lui al Piemonte Open con la seconda testa di serie, NdR): tornare a giocare a un livello inferiore è bello, ma non completamente. Prima di decidere di venire qui mi sono consultato con altri tennisti, anche con Jannik, e ognuno ha detto la propria. Ho deciso di iscrivermi perché ritengo possa essermi molto utile e devo ringraziare gli organizzatori per avermi aspettato, non era scontato. Cercherò di migliorare dando il massimo, anche per rispettare il torneo come merita. Devo dire che il livello di questo Challenger non è lontanissimo da quello di un 250. Mancano i privilegi che di solito garantisce il circuito ATP; cambia il montepremi; ma è un torneo complicato con giocatori forti”.

    Questo è il primo anno in cui devi difendere punti pesanti. Per esempio, settimana prossima scadono quelli conquistati raggiungendo la semifinale a Ginevra nel 2024. Come vivi il rapporto con la pressione, con la necessità di scalare o mantenere la classifica? Come ti senti a essere il favorito numero uno qui a Torino?

    “Non sentivo la pressione di essere la prima testa di serie qui a Torino fino a quando non me lo hai ricordato tu! Scherzi a parte, chi dice di non guardare la classifica mente, poi c’è chi la guarda di più e chi la guarda di meno. Io sono tra quelli che non ci fanno una malattia. Non mi tormentano nemmeno troppo i punti da difendere, onestamente. So che settimana prossima ci sono quelli di Ginevra in scadenza, ma quando scendo in campo cerco di divertirmi e di migliorare le mie lacune, quindi non ci penso più di tanto”.

    - Advertisement -

    Newsletter

    Ti potrebbe interessare...

     

    Segui i tornei in collaborazione con TENNISTALKER MEDIA PARTNER

    più popolari