“Sonny” lascia subito gli Internazionali d’Italia per colpa di una prova stranamente scarica e costellata di troppi errori. L’argentino al secondo round troverà Karen Khachanov
Un mercoledì da dimenticare per Lorenzo Sonego, costretto ad abbandonare già al primo turno il torneo a cui è legata una della sue imprese più memorabili. Era il 2021, e “Sonny” si spingeva fino alla semifinale poi persa contro Novak Djokovic non prima di aver lottato come un assatanato lasciando sul campo l’ultima stilla di energia e forse di più.
Ben diversa la storia di oggi, quella di un Sonego incline all’errore frequente e, ciò che è più strano conoscendone il temperamento, quasi arrendevole. Fatto sta che al secondo round ci va Roman Andres Burruchaga, qualificato argentino figlio di quel Jorge che allo stadio Azteca di Città del Messico, nel 1986, con una rete decisiva in finale a cinque minuti dai supplementari consegnò la Coppa del Mondo all’Albiceleste di Diego Armando Maradona.
“Sonny” oggi non c’era: un break subìto nel primo gioco dell’incontro ha messo fin dal principio la strada in salita al giocatore torinese; un altro servizio perso dal nostro rappresentante nel quinto game ha di fatto permesso a Burruchaga di intascare il primo set senza dannarsi l’anima in mezz’oretta. Lorenzo ha alzato un filo i giri del motore all’inizio del secondo parziale, arrivando a procurarsi una palla break che avrebbe potuto riaprire la partita nel quarto gioco. Ma quando il ventitreenne nato a Buenos Aires l’ha salvata con il dritto il livello di adrenalina circolante nel sistema di Sonego si è azzerato, e l’azzurro ha conquistato solo uno degli ultimi sei game, il vano break nell’ottavo gioco che gli ha solo concesso di rinviare di qualche minuto i saluti al pubblico e a una partita funestata da trentasette errori non forzati.
“Non sono riuscito a fare la partita che volevo,” – ha detto uno sconsolato Sonego nel post match. “Non ho saputo gestire la tensione, ero scarico e non sono stato capace di esprimere il mio tennis. Peccato, ma durante l’anno certi cali di energia possono capitare. Il mio avversario mi ha concesso poco ed è stato molto solido, tra l’altro arrivava dalle qualificazioni dove aveva vinto due belle partite. Adesso testa al doppio, bisogna guardare avanti. Questa sconfitta, se presa dal verso giusto, può insegnarmi tanto“.
Festa grande, invece, in casa Burruchaga: quella di oggi, per Roman Andres, è contemporaneamente la prima vittoria della carriera nel tabellone principale di un Masters 1000 (alla prima partecipazione) e la prima contro un top 50. Ci sarà tempo per celebrare alla fine del torneo: adesso c’è da pensare a come mettere in difficoltà Karen Khachanov, il suo prossimo avversario.